Tre k.o. per gli italiani
Miami fatica contro Denver

Andrea Bargnani in palleggio contro i Brooklyn Nets. Afp

Tre sconfitte per gli italiani nella notte Nba: Toronto cede a Brooklyn, Denver a Miami, e Chicago perde in casa con New Orleans. Gli italiani Bargnani, Belinelli e Gallinari segnano tutti 13 punti.

Brooklyn Nets-Toronto Raptors 107-100 (tabellino)
(Simone Sandri) Un eccellente primo quarto non basta ai Raptors che si fanno rimontare dai Nets e alla fine vanno k.o.. Un Andrea Bargnani a corrente alternata chiude con 13 punti in 34’. Con il rinvio del derby Nets-Knicks, causato dai danni provocati dall’uragano Sandy, Brooklyn-Toronto diventa il primo match di regular season disputato nella splendida arena del quartiere newyorchese che ha prodotto tantissimi cestisti Nba. A dare il benvenuto ai nuovi tifosi dei Nets c’è anche David Stern e si capisce dall’entusiasmo in tribuna che le cose sono cambiate radicalmente rispetto all’atmosfera soporifera di East Rutherford prima e di Newark poi. La squadra di casa però parte con il freno a mano tirato. Merito anche dell’aggressività di Andrea Bargnani e soci. Il primo quarto dei Raptors è di grande livello. Kyle Lowry è una costante spina nel fianco della difesa dei Nets, DeMar DeRozan si fa sentire e il Mago dà il suo contributo con un paio di canestri dal perimetro. I padroni di casa provano a rispondere con Brook Lopez e Joe Johnson, ma nel finale della frazione la squadra canadese arriva al vantaggio in doppia cifra. Con le riserve sul parquet però i Nets cambiano marcia. Brooklyn piazza un parziale di 17-5 a cavallo tra la fine del primo e l’inizio del secondo quarto e torna davanti. CJ Watson completa l’opera nel finale di frazione, i Nets così vanno negli spogliatoi al riposo avanti 60-52. La squadra di casa gioca bene anche all’inizio del terzo quarto e con la tripla di Deron Williams arriva al +12 a metà frazione. Bargnani risponde dalla lunga distanza, poi trasforma in canestro un rimbalzo in attacco. I Raptors tornano sotto e all’inizio dell’ultimo quarto riprendono i Nets. Brooklyn però, spinta dal caloroso pubblico del Barclays Center, tira fuori l’orgoglio. Lopez e Wallace allontanano la compagine canadese. La tripla di Alan Anderson nel finale regala una speranza a Toronto ma Deron Williams dalla lunetta chiude ogni discorso.
Brooklyn: Lopez 27 (8/17), Williams 19, Watson 15. Rimbalzi: Evans 13. Assist: Williams 9. Toronto: BARGNANI 13 (5/11, 1/1), con tre rimbalzi e tre assist in 34’. Lowry 28 (5/9, 4/10), DeRozan 25. Rimbalzi: Lowry 8. Assist: Lowry 8.

Lotta fra Dwyane Wade e Danilo Gallinari. Us Presswire

Miami Heat-Denver Nuggets 119-116 (tabellino)
(Lorenzo Scatigna) Dopo l’inattesa batosta contro i Magic della sera prima, i Nuggets si presentano, privi di Mozgov (ginocchio sinistro), al back-to-back in cerca della svolta al cospetto dei Campioni in carica che omaggiano “King James” issando lo stendardo celebrativo come membro del Team USA medaglia d’oro all'Olimpiade di Londra. I Nuggets hanno già un “senso di urgenza”, parole del coach Spoelstra, ma anche una squadra con grande talento che ha bisogno di svoltare e di ritrovare le giuste percentuali in attacco (parole di coach Karl) e infatti il primo quarto è all’insegna degli attacchi (35-34) con grande energia e produzione statistica in area per Faried (12+6) con Danilo sempre in campo e molto propositivo (4/5 in lunetta), ma ancora impreciso dall’arco (0/3) da una parte e Bosh (10) e Allen (2/2 da 3) dall’altro. Gli Heat hanno bisogno di ritrovare identità difensiva, senza affidarsi solamente al proprio attacco, ma le speranze di Spoelstra sono vanificate dai guizzi atletici impressionanti di Javal McGee (14+6), che prima o poi imparerà anche a giocare, con Iguodala chiamato e tornato a essere un giocatore totale sui due lati del campo (13) per il +8 esterno, mentre Danilo (1su7) gioca sulle uova con una caviglia non ancora al 100%. Miami si regge solo su Bosh (20+5) e a sprazzi su Wade e Chalmers chiudendo solo –2 all’intervallo (64-66) nonostante il 57% da 2 dei Nuggets frutto dei 42 punti in area. Il 3° quarto inizia nel segno degli Heat con Bosh (32+7) rebus senza soluzione in area, ma ripresi e sorpassati dai Nuggets a trazione anteriore con Lawson (12) Miller (13) e Brewer (10) sugli scudi per il +4 (87-91 al 36’) con 6 uomini già in doppia cifra. Nel quarto quarto Gallinari inizia con grande determinazione e voglia di essere incisivo portando a casa falli in uno contro uno. Si rivede anche Faried in area (22+12) che con Iguodala ed una tripla di Danilo si mantengono in vantaggio fino a 3’12” dalla sirena, nonostante Bosh sia già a 40 e Allen (che gioca contuso) a 19 con 5 triple. Ma Danilo non ci sta e piazza quella che doveva essere la sua seconda tripla (declassato dall’instant replay a long two) in faccia a LeBron per il +1 a 1’30”. Ancora +1 Nuggets a 14” dalla fine con Iguodala. Lebron è a 20+11+9 ma a Miami oltre ai big three c’è di piu’: Ray Allen, 6° tripla (su 10) dall’angolo! Più fallo: + 3 Heat a 6”. Time out Nuggets, rimessa da metà campo per Gallo che da 8 metri fa solo ferro (1su9). Vincono gli Heat 119-116 ma Denver c’è.
Miami: Bosh 40 (14/19, 1/3), Allen 23. Rimbalzi: James 9. Assist: James 11.
Denver: Faried, Iguodala 22, GALLINARI 13 (2/8, 1/9, 6/9 tl) 6 rimbalzi, 2 assist in 37'. Rimbalzi: Faried 12. Assist: Lawson 6.

Una schiacciata di Marco Belinelli contro New Orleans.Uspresswire

Chicago Bulls-New Orleans Hornets 82-89 (tabellino)
(Andrea Beltrama) L’estro di Greivis Vasquez e le lunghe braccia Robin Lopez vanificano la migliore serata di Marco Belinelli da quando indossa la maglia dei Bulls (2-1). Gli Hornets (2-1) si impongono con autorità allo United Center, a dispetto dell’assenza della prima scelta assoluta Anthony Davis. Chicago è stata tradita da un approccio troppo molle, soprattutto con i titolari, al punto che Thibodeau si è giocato tutto l’ultimo quarto con Boozer, Hamilton e Hinrich in panchina (4/26 al tiro combinato per i tre). Resta però da ricordare la bella prestazione offesiva di Belinelli, che da giorni diceva di volere essere più aggressivo, e finalmente ci è riuscito. “E’ la stagione regolare, ora si fa sul serio. Cerco ogni sera di essere coinvolto, di fare il più cose possibili in attacco” spiegherà a fine partita. Dentro nel primo quarto al posto di un Hamilton confusionario, si presenta con un gioco da tre punti mancino in contropiede. Segue una schiacciata su assist di Hinrich, poi una tripla. Fanno 8 punti in meno di 2 minuti, che gasano lo United Center e lavano via il brutto inizio di partita dei Bulls (6-16 all’8’). Basta questa fiammata a trasformare completamente il suo linguaggio del corpo. Vuole la palla, crea dal palleggio, sfrutta i blocchi con gli angoli giusti. In una parola, attacca. Anche a costo di cadere in un paio di forzature, che tuttavia non macchiano un primo tempo da 13 punti e 2 assist in 15’, con i Bulls che volano a + 7 (44-37) al 22’. Peccato che per il resto Chicago sia con le gomme a terra, soprattutto mentalmente. L’inizio di ripresa è una copia dell’inizio di partita, con Vasquez che impazza sul perimetro e Lopez che colleziona stoppate dentro la propria area. Quando non prende la palla, riesce comunque a costringere gli avversari a tirare con angoli strani, propiziando l’errore. Senza la tradizionale forza d’urto sotto canestro, Chicago si impantana in attacchi stagnanti, esponendosi alla transizione degli Hornets, che a metà terzo quarto tornano avanti in doppia cifra (58-48). I Bulls si affidano alle iniziative estemporanee di Deng e Nate Robinson, ma non riescono mai a tornare oltre il -4. Complice l’orrenda serata di Hamilton, Belinelli è in campo a lungo anche nel secondo tempo, ma viene inghiottito nella confusione offensiva dei suoi compagni. Ci si accorge di lui quando scocca la tripla del possibile -1, a 50" dal termine. Ma il ferro e il conseguente fallo a rimbalzo di Gibson condannano i Bulls alla prima sconfitta stagionale.
Chicago: Belinelli 13 (2/4 da 2, 2/6 da 3, 3/3 ai liberi, 2 assist, 1 persa in 29’), Deng 19, Robinson 15. Rimbalzi: Noah 11. Assist: Deng 4.
New Orleans: Vasquez 18, Lopez 16 (4 stoppate). Rimbalzi: Anderson 13. Assist: Vasquez 6.