Il giovane pilota americano di Ford Mitchell Guthrie ha spiegato perch¨¦ la Dakar attrae cos¨¬ tanto i piloti e quali sfide ha dovuto affrontare per prepararsi
La Dakar ¨¨ una sfida come forse nessun'altra nel mondo dell'automobilismo sportivo. Due settimane intense e oltre 8 mila chilometri da percorrere in auto, moto o camion, cercando di non sbagliare, o di farlo il meno possibile. Allora perch¨¦ cos¨¬ tanti scelgono di partecipare? Mitchell Guthrie, pilota ufficiale del team Ford, ha provato a dare una risposta e ci ha spiegato come si prepara un pilota professionista a una delle corse pi¨´ dure al mondo.
La Dakar ¨¨ una sfida estremamente dura per uomini e macchine. Cosa spinge un pilota a volerla affrontare?
"Non so neanch'io perch¨¦ sono qui alla Dakar (ride, ndr). ? curioso, perch¨¦ dopo questa gara torniamo a casa e siamo esausti, affaticati, pensiamo che sia la corsa pi¨´ dura di sempre. Subito dopo, per¨°, ci accorgiamo che non vediamo l'ora di tornare, perch¨¦ ¨¨ la nostra passione".
Come ci si prepara a una sfida del genere?
"Per prima cosa ¨¨ importante conoscere al meglio l'auto: fare tanti test, provare le sospensioni, il setup, l'affidabilit¨¤ prima della gara. Poi c'¨¨ l'aspetto mentale: ¨¨ importante l'esperienza, perch¨¦ si impara a forza di partecipare. Per esempio, una cosa che ho capito grazie alle precedenti edizioni ¨¨ che ¨¨ necessario prepararsi qualcosa da mangiare, degli snack da portare in auto per affrontare le tappe, che sono davvero lunghe. Per ogni tappa mi porto in auto una borsa che contiene vari tipi di snack per mantenermi in forma. La prima volta che ho partecipato non mi ero portato nulla, cos¨¬ ho perso peso nel corso della gara. Mangiamo durante i trasferimenti, barrette o gel energetici, all'inizio o alla fine della tappa, perch¨¦ restiamo comunque in auto anche fino a dieci ore".
Questa ¨¨ la prima edizione che affronta nella classe Ultimate. Quanto ¨¨ diversa rispetto alle categorie precedenti?
"L'auto ¨¨ pi¨´ grande e pi¨´ veloce di quello che ho guidato finora, ma questo la rende anche pi¨´ divertente. Abbiamo meno auto davanti e distacchi pi¨´ ampi tra noi, quindi la navigazione ¨¨ pi¨´ importante e c'¨¨ meno sabbia sollevata. Essendo il mio anno devo prima di tutto imparare tanto, ma tappa dopo tappa mi sto trovando sempre meglio con l'auto".
Quanto aiuta avere gi¨¤ affrontato la gara, sebbene con un veicolo completamente diverso?
"? molto utile, soprattutto in termini di esperienza nelle situazioni che dobbiamo affrontare. Sai gi¨¤ come ti devi preparare, cosa devi portarti dietro".
Le tappe della Dakar sono molto lunghe e, sommando i trasferimenti, si arriva a stare in auto anche dieci ore. Quanto ¨¨ importante per un pilota sentirsi a proprio agio anche a livello di comfort, oltre che di prestazioni?
"C'¨¨ sempre un bilanciamento ideale che bisogna trovare: si possono irrigidire molto le sospensioni, cos¨¬ l'auto sar¨¤ leggermente pi¨´ veloce, ma il tuo corpo non riesce a reggere le sollecitazioni. Dobbiamo fare in modo che il mezzo sia comodo per noi a livello di sedili e aria condizionata, per non avere problemi durante le due settimane di gara".
Qual ¨¨ stata la strategia di gara che si ¨¨ dato per affrontare questa Dakar?
"Prima di tutto imparare il pi¨´ possibile sull'auto e sulla velocit¨¤ dei migliori piloti, non danneggiare il mezzo ed essere costanti tutti i giorni. Essendo la mia prima esperienza con una vettura T1+ non mi aspettavo di vincere ogni tappa, ma di essere costante e consistente alla guida".
Che sensazioni prova alla guida del Raptor?
"Prima di tutto sono felice. Ogni giorno c'¨¨ tanta adrenalina, ci sono alti e bassi in continuazione. La fatica inizia a farsi sentire man mano che si va avanti, ma bisogna andare avanti. Questo ¨¨ anche il bello della Dakar: non si tratta solo di spingere al massimo, ma anche di gestire la strategia, la tattica di gara e gli aspetti logistici. Paura no, per un pilota professionista non ¨¨ un fattore perch¨¦ siamo abituati a questo tipo di sfide".
Che difficolt¨¤ creano le tappe come la 48 ore e la Marathon, che quest'anno si trovavano all'inizio del rally?
"La 48 ore certamente non ¨¨ stata quello che ci aspettavamo. Eravamo pronti a un po' di rocce e poi tratti veloci, invece abbiamo affrontato oltre 400 km di percorsi rocciosi e molto duri. Siamo riusciti ad affrontarli bene, gestendo le gomme, ma abbiamo visto tanti avversari avere difficolt¨¤ con le gomme".
Come si affrontano a livello mentale le difficolt¨¤ che emergono durante una tappa?
"La cosa pi¨´ importante ¨¨ rimanere calmi. Quando si partecipa alla Dakar, bisogna essere consapevoli che non andr¨¤ tutto alla perfezione nel corso della gara. Nella mia testa, io so che avr¨° delle difficolt¨¤ e quando mi trovo ad affrontarle, cerco di restare il pi¨´ calmo possibile. ? fondamentale ricordare che i problemi arriveranno per tutti, perci¨° vanno gestiti uno alla volta, perch¨¦ con una gara cos¨¬ lunga e cos¨¬ difficile qualcosa succede sempre".
Quali ritiene che siano i suoi punti di forza che hanno portato Ford a sceglierla come pilota ufficiale?
"Questa ¨¨ la mia quinta Dakar, quindi un po' di esperienza l'ho accumulata. Certo, non al livello di piloti come Carlos Sainz e Nani Roma, per¨° ho imparato come affrontare questo tipo di gara e come avere buoni risultati, avendo ottenuti diverse vittorie di tappa e risultati importanti (secondo posto nella classe T3 nel 2024, ndr). Essere pilota Ford ¨¨ straordinario per me, essendo americano e potendo quindi correre per un marchio americano. Come mio punto di forza direi prima di tutto la capacit¨¤ di rimanere calmo, di sapere che la Dakar ¨¨ una gara di durata e di capire quando e quanto gestire la velocit¨¤: se un avversario ti passa in un tratto, devi capire se vale la pena prendersi dei rischi per stargli dietro, oppure se sta esagerando e potrebbe poi pagarne le conseguenze. Questo aspetto ¨¨ fondamentale".
Si vedono sempre pi¨´ piloti giovani arrivare alla Dakar molto preparati e competere subito per i successi di tappa. ? il segno di un cambio di mentalit¨¤ che vede questa gara come un obiettivo possibile anche a un'et¨¤ inferiore?
"S¨¬, credo che la presenza di classi come T3 (Challenger, ndr) e T4 (Ssv, ndr), pi¨´ accessibili a livello di costi per i pi¨´ giovani, consenta ai piloti di arrivare prima a questo mondo e di approcciarsi subito con le gare e con la Dakar. Ci d¨¤ l'opportunit¨¤ di imparare e di crescere, cos¨¬ quando eventualmente arriviamo a correre con una T1+ siamo gi¨¤ pronti".
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