Il ricordo
Mauro Forghieri, il pupillo di Ferrari, spazi¨° dalle 2 alle 4 ruote
Il motorport mondiale ¨¨ in lutto per la scomparsa a 87 anni di Mauro Forghieri, lĄŻingegnere storico della Formula Uno, principale collaboratore di Enzo Ferrari, direttore tecnico della Scuderia di Maranello dal 1962 al 1971 e dal 1973 al 1984, protagonista assoluto dei trionfi della "Rossa". Sopranominato "Furia" dai suoi collaboratori e dai suoi piloti (Niki Lauda pronunciava la parola Furia con due erre e a bassa voce) perch¨Ś "l'ingegnere" ¨¨ geniale quanto infiammabile. Guai interromperlo nel suo lavoro, specie passata la mezzanotte dopo ore e ore a far girare sul banco l'ultimo prototipo 12 cilindri o a ridisegnare valvole, bielle, testate, sospensioni: l'ingegnere diventata un "fumino", la "furia" che non ammetteva defezioni e scuse da parte di nessuno, neppure dei suoi piloti-star. Scatti d'ira (a volte volavano martelli!) che precedevano o accompagnavano colpi di genio.
Mai adagiarsi
ĄŞ ?In effetti Forghieri sul lavoro era cos¨Ź, un deus ex machina, un artista agitatore di talenti, quanto fuori era riservato, affabile, aperto, disponibile, sempre pronto a dare una mano a chiunque la chiedesse, non solo nel giro sempre teso delle competizioni. "Le corse ¨C diceva Forghieri ¨C non sono solo un insuperabile banco di prova tecnico e una straordinaria vetrina per lĄŻimmagine aziendale, ma sono soprattutto una scuola di vita, professionale e umana: quando non cĄŻ¨¨ agonismo ci si adagia". E Forghieri mai si ¨¨ adagiato e mai si ¨¨ accontentato, mettendocela tutta sin dal primo giorno a Maranello, consapevole di aver il pieno appoggio del "Drake" che lo incitava: "Fai quello che sai fare. Metticela tutta. E non aver paura: ricordati che qui ci sono io". Parole di Enzo Ferrari dal sapore e dal valore di "ordini militari". E il giovane ingegnere ha sempre dato tutto per il Cavallino, facendo spesso miracoli ed esaltando ad arte la sua conduzione tecnica e agonistica. Mai, per¨°, ha taciuto quando non era convinto di quel che il commendatore voleva imporgli. "Io gli sono rimasto vicino ¨C ripeteva Forghieri ¨C come gli sono rimasti vicini quelli che hanno saputo dirgli di no. A Ferrari ¨¨ impossibile raccontargli storie. Io l'ho fatto urlare, non l'ho mai blandito. Non l'ho mai chiamato ingegnere perch¨Ś non lo era. L'ho sempre chiamato commendatore. La sua stima per me ¨¨ stata tutto, in quegli anni di duro lavoro, di grandi soddisfazioni, di trionfi che sono nellĄŻalbo dĄŻoro dello sport mondiale e vanno oltre i confini dello sport".
Il rapporto con Lauda
ĄŞ ?Ai suoi meccanici Forghieri si rivolgeva con poche parole in dialetto emiliano, dialetto che usava involontariamente anche con i piloti e non solo con gli italiani. Nel reparto corse e nei box dei circuiti, tutti, nessuno escluso, rispettavano e ubbidivano allĄŻingegnere: per Niki Lauda un "pazzo geniale". Quel Niki Lauda considerato da Forghieri: "Il pilota pi¨´ completo", di cui ha sempre conservato un grande ricordo e con cui ¨¨ sempre stato convinto di poter vincere di pi¨´. Forghieri ha raccontato di come si offr¨Ź di proteggere Lauda dopo la sua decisione di ritirarsi dal Gran Premio del Giappone 1976: "Gli proposi di raccontare una scusa, ma lui rispose che doveva metterci la faccia perch¨Ś era venuto meno al suo impegno di pilota". Senza la Ferrari le corse avrebbero avuto (e avrebbero tuttĄŻora) unĄŻaltra piega e forse la Formula Uno non sarebbe esistita e non esisterebbe pi¨´. E senza "quel" Forghieri il Cavallino rampante sulle Rosse non sarebbe stato il simbolo stesso dellĄŻautomobilismo di ieri, di oggi, di domani.
L'addio alla Ferrari
ĄŞ ?Anche i grandi amori possono finire. Nel 1987, dopo 28 anni a tempo pieno, Forghieri lascia la Ferrari per passare alla Lamborghini: "Poche parole: io al commendatore ¨C ricordava Forghieri ¨C 'Me ne vado' e poche parole Ferrari a me: 'Vai pure, me ne vado presto anchĄŻio'". E cos¨Ź sar¨¤. Si chiudeva unĄŻepopea. Il Drake morir¨¤ il 14 agosto 1988. Forghieri aveva dato tutto alla Ferrari, inventando e realizzando nuovi motori, nuove macchine, una nuova organizzazione del Team corse che dura ancora oggi: ogni pilota con la sua squadra di tecnici, il suo capo settore, il suo capo squadra e cos¨Ź via.
Gli inizi
ĄŞ ?Nato da famiglia operaia (il padre Reclus nel periodo bellico era stato tornitore allĄŻAnsaldo di Napoli passando poi a Modena in Ferrari come responsabile macchine utensili F1), Mauro Forghieri nei primi anni '50 giocava a basket, un promettente playmaker di "cappa e spada" gi¨¤ chiamato "Sformetti" per la sua indole focosa. Carriera presto terminata per la volont¨¤ del padre che dopo il liceo scientifico indica a Mauro la strada dellĄŻuniversit¨¤ di Bologna dove nel 1959 il giovane si laurea a pieni voti in ingegneria meccanica. Da l¨Ź, subito a Maranello e subito nel reparto corse, con a capo il boss Carlo Chiti, nella squadra sviluppo motori. Fuori in modo turbolento Chiti, a fine '61, Ferrari promuove sul campo il giovane ingegnere affidandogli con una pacca sulle spalle la responsabilit¨¤ del settore racing, Formula 1 e Sport prototipi. Forghieri accetta la sfida vivendo fra le mura del reparto corse e i box dei circuiti per i test e conquistandosi sul campo lĄŻautorevolezza del Drake e dei suoi collaboratori. Bastava lo sguardo di Mauro per riportare la calma, per rimettere tutti in riga, per ridare slancio alla squadra. "S¨Ź, per lui parlavano i suoi occhi ¨C ricorda con commozione il suo socio, collaboratore e amico Franco Antoniazzi, oggi amministratore delegato della modenese Oral Engineering ¨C e non gli servivano le parole. Per impostare il progetto di un nuovo motore o di una nuova vettura gli bastava una matita e un tecnigrafo. Un progettista unico!"
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I grandi successi
ĄŞ ?Sotto la direzione di Forghieri, la Casa del Cavallino rampante ha vinto una infinit¨¤ di grandi corse conquistando 7 titoli mondiali costruttori. Con Forghieri alla guida, per oltre un ventennio, la Scuderia del Cavallino ha progettato e realizzato i bolidi pi¨´ innovativi e competitivi vincendo tutto, ovunque, conquistando la vetta del mondo della F1, con imprese memorabili che hanno fatto la storia del Motorsport. Forghieri ¨¨ lĄŻesponente pi¨´ importante della genialit¨¤ italiana applicata allĄŻautomobilismo. Non ¨¨ considerato soltanto un "ingegnere" di qualit¨¤, ma era ed ¨¨ per tutti "l'ingegnere", il simbolo di chi sa "inventare" un motore e un'auto da corsa andando spesso controcorrente, di chi sa gestire una squadra in pista, di chi sa dominare le tensioni e accettare le sfide spostando l'asticella sempre pi¨´ avanti. Forghieri ha guidato il settore racing della Rossa con passione e competenza trasformando una questione tecnica in arte, in un fatto culturale. Con Forghieri, il rosso Ferrari si impone sui circuiti e conquista il cuore degli appassionati, ovunque nel mondo: 54 Gran Premi iridati vinti, 4 titoli mondiali piloti e 7 titoli mondiali costruttori, 16 titoli Mondiali (11 in F1 e 5 nell'endurance), podi e giri veloci a non finire. Sotto la direzione di Forghieri, in Ferrari hanno corso i pi¨´ grandi piloti: oltre ai gi¨¤ citati Surtees, Lauda, Scheckter si ricordano Regazzoni, Andretti, Giunti, Ickx, Bandini, Scarfiotti, Rodriguez, Vaccarella, Parkes, Amon, Williams, De Adamich, Bell, Giunti, Galli, Merzario, Reutemann, Alboreto, Villeneuve, Scheckter, Pironi Tambay, Arnoux...
Dopo la Ferrari
ĄŞ ?Nel 1984 lĄŻaria nuova portata dalla Fiat con la ristrutturazione della squadra corse non piace a Forghieri, che si dimette da capo del settore racing impegnandosi nellĄŻufficio ricerche e studi avanzati Ferrari nella progettazione di prototipi: qui realizza la prima Ferrari stradale a quattro ruote motrici. Poi lĄŻaddio a Maranello e nel 1987 il passaggio come responsabile tecnico alla nuova Lamborghini di Lee Iacocca, Ceo di Chrysler (Forghieri mette in campo il superbo V12 aspirato nel mondiale F1 1989 con i colori della scuderia Larrousse, pilota Philippe Alliot). Quindi la nuova avventura alla Bugatti che finisce nel 1994 per dar via insieme a Franco Antoniazzi e a Sergio Lugli alla Oral Engineering Group, societ¨¤ internazionale di progettazione in vari settori (meccanica, mezzi militari e di alta tecnologia) con capolavori nel settore racing di moto e auto, ad esempio nel 2000 il motore aspirato F1 V10 della Bmw affidato alla scuderia Williams con i piloti Ralf Schumacher e Juan Pablo Montoya e lĄŻ800 3 cilindri MotoGP della stessa Casa tedesca: motori progettati insieme al mitico Paul Rosche avviando quella collaborazione fra lĄŻengineering modenese e la Casa tedesca Bmw tuttĄŻora in corso nellĄŻarea motori.
Tecnici di valore
ĄŞ ?UnĄŻaltra caratteristica di Forghieri era quella di circondarsi di tecnici di gran valore: fra questi lĄŻIng. Giancarlo Bussi responsabile motori, Franco Rocchi responsabile progettazione motori, Walter Salvarani responsabile cambi; Franco Antoniazzi, dal 1977 giovane responsabile montaggio motori e sala prove. Il 13 gennaio scorso, giorno del suo 87esimo compleanno (era nato a Modena il 13 gennaio 1935), Mauro Forghieri aveva ricevuto nella sala del consiglio comunale della "sua" Modena le chiavi della citt¨¤ e la cittadinanza onoraria. Forghieri amava ancora tutte le sue creature, in particolare quella mitica 250 Gto, lĄŻauto che oggi viene battuta allĄŻasta a 50 milioni di dollari.
Proiettato al futuro
ĄŞ ?LĄŻingegnere sorrideva davanti alla tv per i Gran Premi di oggi, sempre impegnato a seguire il mondo delle corse, come spettatore appassionato che sa, una risorsa rispettata ovunque, oltre i confini della F1 il cui futuro pare segnato. Come? "Ci sar¨¤ una Formula Uno ibrida e una F1 solo elettrica". Diceva convinto. Parola di "Furia", l'ingegnere sempre attento al nuovo perch¨Ś: "Nella vita, come in pista, cĄŻ¨¨ sempre qualcosa da imparare e da fare". A fine anni '80 Forghieri aveva realizzata la prima vettura elettrica. "Ero troppo in anticipo ¨C diceva senza rimpianti ¨C adesso questo tema della mobilit¨¤ ecologica mi appassiona e mi impegna. CĄŻ¨¨ da studiare, da fare, da provare". LĄŻambizione di Forghieri da ragazzo era poter lavorare nel settore aereonautico. "Mi piaceva volare e far volare". Grazie, ingegnere, icona del Motorsport, per averci fatto volare e sognare con i bolidi rossi.
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