Bagnaia, cresce la pressione: Martin e Bezzecchi ci credono. Ducati, serve freddezza

Con i 111.762 presenti nel weekend di corse l’India supera l’esame del debutto iridato e riapre il mondiale MotoGP con Jorge Martin secondo in classifica a -13 punti dal leader Francesco Bagnaia caduto a 8 giri dal termine e con Marco Bezzecchi “furia”, trionfatore al Buddh di Dankaur, adesso a 44 punti dalla vetta. Per Bez, tamponato da Marini alla prima curva della Sprint Race e poi protagonista di una rimonta da incorniciare, è il quinto successo stagionale, (una corsa “corta” e “quattro “lunghe”) stavolta una sberla per tutti, con 8"649 secondi di vantaggio sul secondo. ? lui il pilota più caldo del momento. Come l’alfiere del Team VR46 saprà gestire il lungo e incandescente rush finale del campionato avendo nel mirino il titolo mondiale MotoGP??

pressione

Di sicuro c'è ancora più pressione, per Bagnaia, dopo il quinto crash 2023: Argentina, Texas, Francia, Catalogna, India. Mondi diversi e corse diverse ma, per la cronaca, va ricordato che Giacomo Agostini, in 15 anni di corse ha collezionato 7 cadute. “Errore mio, mi scuso. Una sbavatura, ero al limite, caduta simile a Misano 2021” ha poi detto il numero 1? della Rossa a testa bassa. Bagnaia, particolarmente scomposto in staccata, cade da solo - unica eccezione il contatto con Vinales a Le Mans - in tiro, forse affidando tutto il carico all’anteriore, stavolta (con la scelta a rischio della gomma dura anteriore) per domare Martin, l’unico con la gomma media posteriore, che l’aveva “mangiato” alla curva 4 costringendolo a rialzare la moto per evitare il contatto e la caduta di entrambi. Dei tre, chi rischia di più è proprio Bagnaia perché se non fa il bis del 2022, rischia di passare da trionfatore a pilota sconfitto mentre per gli altri due, in particolare per Bezzecchi (14° nel 2022) ma anche per Martin (9° nel 2021 e 9° nel 2022) il podio finale sarà comunque un successo. Pecco ha mostrato un limite? Forse quello di non “contestualizzare”. Tradotto nel motociclismo, vuol dire non sapersi accontentare. C’è anche un limite Ducati come squadra? Grande team, ma anche qui nessuno è perfetto. Nella Rossa svetta Gigi Dall’Igna, non solo sul piano tecnico. Ma nello staff in pista c’è una eccessiva teatralità: quando il pilota vince c’è esaltazione, e quando non vince c’è quasi smarrimento. Una maggiore freddezza potrebbe giovare, al pilota e alla causa.?

volata

Con sette gare ravvicinate (14 con le Sprint Race) ancora da disputare, fra Bagnaia, Martin e Bezzecchi, il campionato si giocherà in volata. Chi sbaglierà meno, vincerà. Bagnaia resta favorito. Ma adesso è lui, unico dei tre sulla Ducati ufficiale (anche se Martin ha la stessa moto 2023) che ha più pressione, è lui il più esposto. Per Bagnaia vietato sbagliare. Martin e Bezzecchi non hanno niente da perdere. Comunque andrà sarà per loro un successo: se dovesse arrivare il titolo a uno dei due, per Jorge o per il Bez sarebbe l’ingresso in Paradiso. Non solo: oggi è Bezzecchi a fare la differenza nel “monomarca” Ducati: può essere lui a decidere le sorti di questo mondiale e, chissà, il famoso terzo che gode tra i due litiganti. E Ducati? Punta sul bis mondiale di Pecco perché solo lui oggi è il portabandiera del Team ufficiale. Tuttavia, se Bagnaia dovesse mancare l’obiettivo, a Borgo Panigale non si strapperebbero le vesti perché il titolo mondiale resterebbe comunque in casa.?? vero che Bagnaia è il numero 1 del team ufficiale, ma anche Martin corre su una Ducati, pur se con la livrea dai colori diversi e soprattutto non con tutte le evoluzioni del bolide di Pecco, mentre Bezzecchi è sulla moto 2022, comunque gran bolide. La Ducati 2023 è potenzialmente superiore della Ducati 2022 ma è ancora più “delicata” e difficile da mettere a punto e non ammette errori di nessun tipo nella guida.?

bez scatenato: le telemetrie

Tornando alla corsa in India e valutandola tecnicamente, tempi alla mano, Bezzecchi è stato un martello per tutta la corsa. Solamente due volte non è il più veloce in pista: al 14° giro (Bez 1’45"781 rispetto all’1’45"767 di Martin che supera l’italiano anche al 19° giro: 1’45"980 contro 1’46"080). Dal secondo al 18° giro Bezzecchi fa il vuoto fermando il cronometro sull’1’45", con gli ultimi tre passaggi sull’1’46": 1’46.080 (19° giro); 1’46.241 (20° giro); 1’46.639 21° e ultimo giro). Solamente Marc Marquez fa meglio del Bez nel rush finale: 1’46.229 (20° giro), 1’46.624 (21° giro). Dal round del GP d’India c’è anche la conferma che in MotoGP la velocità di punta delle moto non è tutto. Il trionfatore Bezzecchi è addirittura ultimo (ventesimo) sul dritto, con la sua Ducati a 346.1 km/h, la stessa velocità della Yamaha del terzo classificato Quartararo e della Ktm di Augusto Fernandez. Quasi sette km di differenza dall’Aprilia di Vinales e dalle Ktm di Miller ed Espargaro tutte e tre a 352.9 km/h. Seguono, a 351.2 km/h le Ducati di Bagnaia e di Zarco, la Honda di Nakagami, la Ktm di Binder, la Ducati di Di Giannantonio, l’Aprilia di Oliveira. Poi, a 349.5 km/h la Honda di Mir, l’Aprilia di Aleix Espargaro, la Ducati di Martin, la Honda di Marquez. A 347.8 km/h la Honda di Bradl, la Yamaha di Morbidelli, l’Aprilia di Raul Fernandez, la Ducati di Pirro. Tutti pronti per la nuova sfida. Il GP del Giappone è già qui.