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Il Dottor Costa: "Io, l'eretico della moto, 50 anni fa ho dato vita a una rivoluzione"
Il motociclismo moderno gli deve tanto, tantissimo. Perch¨¦ ¨¨ grazie all¡¯amore incondizionato di quest¡¯uomo, che di figli ne ha avuti non uno ma migliaia, tutti con il casco in testa e una moto sotto il sedere, se oggi gli standard di sicurezza delle piste internazionali (non troppo quelle di MotoAmerica, se guardiamo a quanto successo appena pochi giorni fa a Danilo Petrucci) sono estremamente elevati, con un servizio medico preparato e in grado di intervenire nell¡¯arco di pochi istanti per soccorrere i piloti caduti. Quest¡¯uomo si chiama Claudio Costa, ma per tutto il mondo dello sport motoristico ¨¨ semplicemente il dottorcosta, come lui stesso ama definirsi. Suo pap¨¤ Checco ¨¨ il creatore del circuito di Imola, il ¡®piccolo N¨¹rburgring¡¯, e lui, affascinato da quel mondo, si ¨¨ nutrito per tutta la vita di velocit¨¤ e adrenalina, applicandole alla scienza medica. E dando vita alla Clinica Mobile, che poche settimane fa, il 23 aprile, ha tagliato il traguardo dei 50 anni di vita, e che ¨¨ stata celebrata oggi nel corso di un evento all¡¯autodromo Enzo & Dino Ferrari di Imola.?
Dottor Costa, mezzo secolo ¨¨ volato via.?
¡°Cinquant¡¯anni fa vedevano la luce due invenzioni geniali. Checco dava vita alla 200 Miglia, trasferendola dalla Florida a Imola, dall¡¯oceano alle rive del Santerno, portando gli americani con le loro tute colorate a correre contro gli europei. Quel giorno mio padre invent¨° il futuro. E nella stessa corsa io ho rivoluzionato il servizio medico. Non era pi¨´ il pilota che andava a cercare il soccorso con una corsa sfrenata in un ospedale chiss¨¤ dove, ma era il soccorso che andava in pista per assisterlo. Nacque la figura del medico rianimatore, ovvero di chi, nei casi gravi, poteva dire qualcosa di salvifico nei confronti del pilota. E questo sistema fu talmente valido che venne messo nel regolamento della Fim e poi via via, pur con molta difficolt¨¤ e dopo molto tempo, adottato da tutte le piste¡±.
Quanti medici eravate quel 23 aprile a Imola?
¡°C¡¯erano nove anestesisti rianimatori, uno per ogni curva, visto che allora il circuito non aveva varianti. Provenivano tutti dalla scuola di anestesia e rianimazione nata in quei tempi al Sant¡¯Orsola di Bologna, tutti giovani entusiasti assetati di novit¨¤ e dalla voglia di poter lavorare fuori dalle mura dell¡¯ospedale. Era un 118¡ prima del 118. Fu l¡¯inizio di un¡¯avventura bellissima. Qualcuno mi segu¨¬, quando negli anni successivi la Clinica divent¨° una realt¨¤ itinerante lungo i circuiti del Mondiale, in quello che era una sorta di pronto soccorso, con il pilota che adesso poteva venire soccorso in circuito e, nei casi pi¨´ gravi, accompagnato da uno dei nostri medici negli ospedali pi¨´ lontani¡±.
La sua idea non venne capita subito.?
¡°Ci fu un ritardo, che definirei molto colpevole, nell¡¯adottare l¡¯idea di un servizio medico sulle piste di tutto il mondo. Per quello la creazione della Clinica fu una sorta di necessit¨¤ per compensare a queste carenze¡±.
Il caso di Salisburgo 1977, in quello che, di fatto, fu il vero debutto itinerante della Clinica Mobile, che era stata presentata poche settimane prima in Francia, fu emblematico, con l¡¯incidente nella gara della 350 che coinvolse tanti piloti, tra i quali Franco Uncini, Walter Villa, Johnny Cecotto e che provoc¨° la morte di Hans Stadelmann.?
¡°Quel giorno salvammo la vita a Uncini e Patrick Fernandez. Ma l¡¯immagine rimasta impressa nella mente di molti fu quella della polizia che aggred¨¬ con i cani lupo tutti i soccorritori che erano entrati in pista per soccorrere i piloti. Tutti tranne me¡±.
Avevano paura di lei??
¡°Probabilmente avevano capito che ci sapevo fare. Trasportavano i piloti come sacchi di patate verso le ambulanze che erano arrivate con un enorme ritardo di una decina di minuti, ma avevano visto che tra tutti quei feriti distesi a terra tra le balle di fieno su erba e asfalto, io sapevo muovermi con molta competenza. Il caos di quel giorno, per¨°, provoc¨° una forte reazione da parte dei piloti, che imposero che da quel momento la Clinica Mobile sarebbe sempre stata presente¡±.
Si ricorda il momento esatto in cui ha deciso di creare la Clinica Mobile??
¡°Un anno dopo quella prima 200 Miglia, il 20 maggio del 1973, quando a Monza morirono Renzo Pasolini e Jarno Saarinen. Io ero l¨¬ quel giorno, e capii della necessit¨¤ di creare un sistema di soccorso sulle piste. Ma il via definitivo arriv¨° da un¡¯altra tragedia, quella del 16 maggio 1976 al Mugello, quando morirono Otello Buscherini e Paolo Tordi¡±.
Chi tir¨° fuori i soldi per acquistare la prima Clinica Mobile??
¡°Quando decisi di crearla, l¡¯unico che mi cap¨¬ fu mio padre Checco, ovviamente. Ma chi ne permise l¡¯acquisto fu Gino Amisano dell¡¯AGV, che sponsorizzandola fece uno dei gesti pi¨´ belli nella storia del motociclismo¡±.
Si sente un po¡¯ dimenticato da quello che ¨¨ stato per oltre quarant¡¯anni il suo mondo?
¡°Mi sento dimenticato, perch¨¦ il tempo oggi ¨¨ cos¨¬ accelerato che basta un anno per dimenticare tutto. Ci vorr¨¤ forse di pi¨´ per scordare gli orrori di questa guerra o della pandemia, per¨° tutte le cose, buone o cattive che siano, svaniscono velocemente. Per¨° aver fatto del bene, un¡¯attivit¨¤ cos¨¬ importante nel mondo del motociclismo ¨¨ il mio orgoglio, ma ormai sono passati tanti anni e io rappresento solo una piccola storia del passato¡±.
La Clinica Mobile attuale ¨¨ molto diversa dalla sua.
¡°Io non voglio parlare, n¨¦ dare giudizi. Io sono contento che continui a essere sulle piste perch¨¦ ¨¨ la mia figlia prediletta. Sicuramente, per¨°, oggi manca una cosa che c¡¯era ai miei tempi, quell¡¯aspetto mitico, dove il pilota celebrava la sua resurrezione dalle ferite, dalle fratture e malattie, per continuare a inseguire i suoi sogni. Oggi non c¡¯¨¨ pi¨´ nessuno che provi a riconoscere questo gesto del pilota ferito che tenta di superare le avversit¨¤. Che non ne fa un extraterrestre, semmai ¨¨ un messaggio di speranza, perch¨¦ fa capire come tutti gli esseri umani hanno nella loro profondit¨¤ un qualcosa che, quando tutto crolla o non ci sono vie di scampo, ti permette di trovare delle risorse quasi magiche per superare le avversit¨¤. C¡¯¨¨ stato un tempo della Clinica Mobile del dottorcosta, e un tempo del dopo dottorcosta. Io vivevo al tempo degli eroi, quelli in cui nessuno si opponeva al fatto che un pilota ferito potesse correre. C¡¯era molta pi¨´ libert¨¤ per fare queste pazzie. Oggi prevale la ragione¡±.
Crede di aver pagato l¡¯operazione e rientro lampo di Jorge Lorenzo ad Assen 2013??
¡°Non credo. Io non accuso nessuno del mio ritiro. L¡¯ho maturato quando mi sono accorto che il mondo stava cambiando, e che avevo pi¨´ difficolt¨¤ a far correre i piloti feriti¡±.
C¡¯¨¨ qualcosa che, potendo tornare indietro, non rifarebbe??
¡°Sicuramente ho fatto delle cose che guardandole con distacco, razionalit¨¤ e obiettivit¨¤, sono state figlie dell¡¯emozione, di un pilota che voleva inseguire il suo sogno, di una medicina eretica che voleva aiutare il pilota non a farlo guarire appoggiato a un guanciale, ma a farlo risalire in moto. A pensarci mi intimoriscono e mi fanno un po¡¯ paura, per¨° le rifarei tutte¡±.
Il pilota pi¨´ speciale??
¡°Fino a un certo punto della mia vita non ho mai fatto delle scelte o mostrato le mie preferenze, come una mamma che non vuole distinzioni tra i suoi figli. Per¨° non ce l¡¯ho fatta con Mick Doohan. Lui mi ha trascinato in un inferno-paradiso dal quale non uscir¨° mai fino a quando rester¨° in vita¡±.
E invece chi l¡¯ha delusa??
¡°Quei piloti non esistono, se ¨¨ successo ¨¨ perch¨¦ io ho sbagliato, lasciandogli questa possibilit¨¤¡±.
Ce lo faccia dire: lei ¨¨ una persona molto buona.?
¡°Si dice che chi salva una vita ha salvato il mondo. Io il mondo l¡¯ho salvato tante volte, spero che adesso, chi pu¨°, faccia lo stesso per terminare l¡¯orrore di questa guerra¡±.
Si descriva con tre aggettivi.?
¡°Sono un eretico¡±.
Non sono tre aggettivi ma va bene lo stesso.
¡°Lo sono perch¨¦ la mia medicina non ha guardato la scienza, le sillabe della ragione, ma l¡¯emozione, il sogno, il desiderio. Il desiderio ¨¨ un interruttore che tutti gli esseri umani hanno, e se lo sanno girare dalla parte giusta, possono andare a conquistare tutti i mondi che vogliono¡±.
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