Il 25 maggio al Museo Checco Costa dell'Autodromo Enzo&Dino Ferrari di Imola si rievocano i 50 anni della gara di durata ideata da Checco Costa e la nascita del 'pronto soccorso in pista' creato da suo figlio, il famoso "Dottorcosta"?
Per celebrare il ricordo di due storiche invenzioni che mezzo secolo fa hanno cambiato l¡¯immagine e la sostanza del motociclismo internazionale, il 25 maggio 2022 presso il Museo Checco Costa dell¡¯Autodromo Enzo&Dino Ferrari di Imola, si terr¨¤ l¡¯evento rievocativo della prima edizione della 200 Miglia di Imola in cui debutt¨° in pista il nuovo servizio medico per i piloti. Sono infatti passati 50 anni da quando all¡¯autodromo di Imola il motociclismo diventava protagonista per due fatti straordinari rimasti nella storia, oltre i confini del Motorsport. Era il 23 aprile 1972 quando Checco Costa, patron del circuito imolese, inventore del Nurburgring italiano e di tante corse uniche, portava la 200 Miglia di Daytona dal mare della Florida alle rive del fiume Santerno, facendola diventare la ¡°corsa dei due mondi¡± e proiettando il motociclismo nel futuro dello show-business. Al contempo, in quello stesso week-end, Claudio Marcello Costa ¨C figlio maggiore di Checco ¨C rivoluzionava il concetto e il modo di soccorrere i piloti con una propria squadra d¡¯eccellenza: un 'pronto soccorso in pista' incentrato sulla figura dell¡¯anestesista rianimatore.?
la scintilla di barry sheene
¡ª ?Il ¡°Dottorcosta¡±, cos¨¬ da quel 23 aprile 1972 sar¨¤ chiamato da tutti e ovunque Claudio Costa, prima della gara visitava, uno per uno, tutti i piloti prendendo i loro gruppi sanguigni e verificando il loro stato di salute. Un solo pilota rifiut¨°: il 21enne capellone Barry Sheene che disse in inglese, sorridendo con la sigaretta in bocca: ¡°Io non mi faccio visitare perch¨¦ io sono fantastico¡±. Il giorno dopo in corsa Barry cadde rovinosamente alla Piratella rompendosi la clavicola e quando fu portato in ambulanza al Centro medico dell¡¯autodromo disse al Dottorcosta: ¡°Non sono cos¨¬ fantastico come ti ho detto ieri. Da oggi, tu sarai il medico che mi curer¨¤ tutte le fratture che mi far¨° in futuro, perch¨¦ io non accetto di correre con la ragione, corro con l¡¯emozione, con i rischi conseguenti¡±. In una successiva intervista pubblicata su una rivista inglese, Barry Sheene elogi¨° il servizio medico di Imola dicendo ai suoi colleghi corridori: ¡°Noi in pista andiamo forte e rischiamo e quindi possiamo cadere e riportare ferite. C¡¯¨¨ solo da sperare di cadere a Imola, dove c¡¯¨¨ un servizio unico con un medico speciale. Anzi, c¡¯¨¨ da sperare che quel servizio sanitario e il Dottorcosta ci accompagnino sempre e ovunque, in ogni corsa mondiale¡±. E¡¯ la scintilla che porta a mettere in pratica quel che Claudio Costa aveva gi¨¤ in testa per la realizzazione sui circuiti di una nuova struttura sanitaria, poi denominata ¡°Clinica Mobile¡±. Scriver¨¤ il dottore dei piloti: ¡°Questa clinica ¨¨ la casa che abbiamo donato agli eroi del mondo mitologico del motociclismo¡±.?
il primo ospedale viaggiante
¡ª ?Cos¨¬ come il pilota tenta e rischia in pista per raggiungere il suo traguardo, cos¨¬ il Dottorcosta e il suo staff tenteranno e rischieranno per ridare al pilota quello che vuole di pi¨´ di ogni altra cosa dopo una caduta: tornare a correre. ¡°Per tornare a risorgere ¨C dice Claudio - per tornare a inseguire il suo sogno che ¨¨ quello di correre. In quei momenti ¨¨ l¡¯emozione che diventa la padrona delle decisioni, sia per il pilota, sia per il medico che vuole esaudire l¡¯obiettivo di quel pilota¡±. Da ci¨°, anche imprese considerate impossibili diventano possibili alimentando la favola delle corse, con il pilota-eroe supportato dal ¡°suo¡± dottore-amico che vive le stesse emozioni del corridore ferito. Poi c¡¯¨¨ l¡¯ineluttabilit¨¤ del ¡°fato¡± avverso, la signora in nero con la falce, di fronte alla quale non resta che riportarsi alla caducit¨¤ della condizione umana. Sar¨¤ proprio dopo la tragedia del Mugello del 16 maggio 1976 con gli incidenti mortali di Otello Buscherini e di Paolo Tordi che il progetto Clinica Mobile, intesa come struttura medica permanente presente in ogni circuito, diventa realt¨¤. Il primo ¡°ospedale viaggiante¡± viene presentato ai piloti e alla stampa il 3 febbraio 1977 a Bendor, sulla Costa Azzurra, in occasione della gara francese del Paul Ricard. Il 1 maggio dello stesso anno c¡¯¨¨ l¡¯esordio operativo in occasione del GP d¡¯Austria sul velocissimo e pericolosissimo Salzburgring. Fra le tante cadute, particolarmente grave, quella che al primo giro della 350 coinvolge numerosi piloti fra cui Uncini, Villa, Cecotto, Braun, Fernandez e Hans Stadelmann che, dopo aver investito una moto gi¨¤ a terra, muore sul colpo. Caos sul circuito, con la corsa che proseguiva e con i soccorsi ritardati dall¡¯intervento del servizio d¡¯ordine con cani poliziotto a bordo pista che attaccavano e azzannavano i soccorritori, in primis i dottori italiani della nuova Clinica Mobile al suo battesimo del fuoco. Pur ostacolati e addirittura feriti loro stessi, i medici con in testa Claudio Costa riuscirono a portare soccorso ai corridori rimasti sull¡¯asfalto privi di conoscenza salvando la vita a Franco Uncini. L¡¯intralcio ai soccorsi causato dalla disorganizzazione del circuito provoc¨° la dura protesta di tutti i corridori che imposero da l¨¬ in avanti la presenza ufficiale della Clinica Mobile. Una rivoluzione.??
le evoluzioni della clinica mobile
¡ª ?Il corridore incidentato veniva immediatamente curato sul posto e solo in casi eccezionali trasportato in ospedale. Specialisti, anestesisti, rianimatori e personale paramedico erano presenti in ogni curva di ogni circuito, cos¨¬ da garantire una efficacia pari a quella di una sala operatoria in ospedale, ma ¡°in tempo reale¡±, entro poche decine di secondi. L¡¯ospedale viaggiante del Dottorcosta diventava il simbolo della rivoluzione delle corse, una istituzione voluta e amata da tutti i piloti e dal Circus ovunque nel mondo. Migliaia gli interventi in ogni stagione con tante vite umane salvate. Nel 1981 debutta la Clinica Mobile numero due, la struttura ristrutturata e potenziata che nella corsa imolese del 1982 salver¨¤ la vita al pap¨¤ di Valentino Rossi, Graziano, caduto al Tamburello a quasi 300 km/h, entrato in coma, intubato e operato a bordo pista. Il 22 maggio 1988 viene inaugurata la terza evoluzione della Clinica e il 1 maggio 1997, la quarta. Nel 2002 la quinta versione, una struttura iper professionale e iper tecnologica, tuttora fiore all¡¯occhiello nel Motomondiale. Sempre attuali le parole del Dottorcosta: ¡°La creazione della Clinica Mobile somiglia a una forma d¡¯arte, una creazione per ricompensare gli eroi del motociclismo per averci insegnato che il dolore pu¨° essere sconfitto e che al mondo artificiale e senza senso che la societ¨¤ di oggi si impone ci pu¨° essere l¡¯alternativa di un mondo che, pur avversato dalle stesse macerie, si distacca da quello quotidiano per avere un senso vero e profondo...¡±.?
vita, sogni e piloti
¡ª ?Il resto ¨¨ cronaca. Tanti miracoli in pista, tanti corridori salvati, tanti campioni riportati sugli altari del trionfo dopo il purgatorio. E, purtroppo, anche giornate di lutto. Emblematica la tragedia di Marco Simoncelli del 23 ottobre 2011 a Sepang, il pilota che vive e sempre vivr¨¤ nel cuore di tutti. Il 17 marzo 2014, all¡¯et¨¤ di 73 anni, Claudio Costa lascia il mondo delle corse designando come suo successore il medico parmigiano Michele Zasa, classe 1979. La lezione del Dottocosta resta tutt¡¯ora viva e va al di l¨¤ del motociclismo e delle corse, ed ¨¨ una sola: ¡°La vita va vissuta e questo ¨¨ possibile solo cercando ognuno i propri sogni¡±. Senza arroganza, non andando allo sbaraglio, ma cercando ognuno dentro se stesso le proprie possibilit¨¤ ed energie, le nostre virt¨´ potenziali di quello che possiamo fare per trovare ognuno la propria felicit¨¤. Il pilota, anche ferito su un lettino della Clinica Mobile, la prima parola che dice ¨¨ : ¡°Voglio correre¡±. Non sar¨¤ il dolore a fermarlo per tornare a raggiungere il suo sogno. Non ¨¨ cos¨¬ per tutti i ¡°feriti¡± della vita quotidiana che dopo una ¡°caduta¡± vogliono riprendere il cammino della vita?
i trionfi di agostini
¡ª ?Ma torniamo a quel 23 aprile 1972, quando sul circuito di Imola si svolgeva la prima edizione della ¡°200 Miglia Shell¡± denominata la ¡°Daytona d¡¯Europa¡± per accostarla alla prestigiosa gara americana teatro di duelli epici fra campioni d¡¯Oltreoceano nonch¨¦ banco di prova e di promozione per le maxi moto 750, all¡¯epoca ritenute ¡°mostri¡± rombanti su due ruote per dimensioni, potenze, velocit¨¤. Gli americani scopriranno i piloti italiani nel 1974, quando Giacomo Agostini, al debutto con la Yamaha 750 4 cilindri 2 tempi, domin¨° alla 200 Miglia di Daytona con i giornali che titolarono ¡°Ago come Cristoforo Colombo: conquista l¡¯America!¡±. In quello stesso anno Agostini far¨¤ il bis dominando anche le due manche della 200 Miglia di Imola, alla sua terza edizione, battendo proprio il marziano texano Kenny Roberts e altri campioni statunitensi per la prima volta in Europa. Cos¨¬ Agostini diventa per il motociclismo l¡¯ ¡±eroe dei due mondi¡±. Senza nulla togliere al valore delle 200 Miglia Made in Usa, cui spetta la primogenitura di questo tipo di corse-show, ¨¨ per¨° stata la 200 Miglia di Imola, con le sue tredici edizioni tra il 1972 e il 1985 a segnare la storia del motociclismo mondiale, sviluppando in meglio, con il tocco del Made in Italy, quanto gi¨¤ fatto di buono in America. Ci¨° grazie alla passione e alla genialit¨¤ del Dottor Checco Costa (pap¨¤ di Claudio Costa ideatore e capo della Clinica mobile e dell¡¯avvocato Carlo Costa la ¡°voce¡± storica del circuito del Santerno e del motociclismo de ¡°I giorni del coraggio¡±, inventore del modo diverso di raccontare la corsa) che ha fatto di Imola ¡°il circuito pi¨´ bello del mondo¡± (Enzo Ferrari dixit), la capitale mondiale del motociclismo, organizzando corse-kermesse innovative, avvincenti, con la presenza dei pi¨´ grandi campioni di tutti i continenti in sella ai bolidi delle principali Case mondiali, e la cornice di un pubblico da record.
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checco costa, un precursore
¡ª ?Per capire chi ¨¨ stato il Dottor Checco Costa basta ricordare uno striscione issato in circuito sulla collina del batticuore in cima alla curva Tosa: ¡°Checco Costa, il pi¨´ grande organizzatore del passato, del presente e del futuro¡±. Costa ¨¨ l¡¯inventore, oltre che dell¡¯autodromo di Imola, del motociclismo moderno. Ha scritto Marino Bartoletti nella prefazione dello splendido volume di Angelo Dal Pozzo e Claudio Ghini (Bacchilega Editore): ¡°Sapeva vedere lontano, Checco: forse perch¨¦ era figlio dei campi, aveva il senso di un orizzonte che non finisce mai. E soprattutto sapeva vedere ¡°avanti¡±, molto avanti. Perch¨¦ abbinava le sue passioni alla genialit¨¤; le sue speranze alla concretezza; la sua apparente lucida follia alla pi¨´ disarmante facilit¨¤ nel trasformarla in fatti reali. E sarebbe nulla se, nel suo ineguagliabile percorso di vita e di lavoro, non avesse abbinato tutto questo a un candore e a un entusiasmo quasi infantili, a un¡¯onest¨¤ e un rigore praticamente inimitabili. Checco era un bambino con i baffi da adulto; un cucciolo saggio e responsabile, un Peter Pan che aveva trasformato l¡¯Isola che non c¡¯¨¨ in un Castello che solo lui poteva immaginare¡±. Le qualit¨¤ umane e le capacit¨¤ professionali, unite alla smisurata passione per le corse e a una genialit¨¤ esaltata da una dose di sana pazzia, hanno fatto dei Costa, padre e figli, un tris d¡¯assi d¡¯eccellenza cui il motociclismo e il Motorsport italiano e internazionale devono molto. Checco Costa e i figli Claudio e Carlo in pista hanno vissuto di professionalit¨¤, di passioni, di emozioni: qualit¨¤ e valori recepiti e riconosciuti da tutti, in particolare dagli sportivi di ogni bandiera sempre in festa sulle colline del ¡°batticuore¡± e della ¡°passione¡± attorno al circuito del placido Santerno.
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