Stoner duro: "Basta elettronica, le vere moto erano le 500. Le Sprint? Una barzelletta"

Casey Stoner oggi come ieri è sempre diretto nell'esporre le sue idee, ha una visione chiara, non fa giri di parole e se ne frega del politically correct. Non a caso ci ricorda da subito un concetto:?“si fai sport per la passione. I soldi vengono solo dopo, molto dopo”. Casey Stoner non è cambiato e, per fortuna, non cambierà mai. Perché non importa cosa tu gli possa chiedere, facile o scomodo che sia, lui risponderà sempre dicendo esattamente quello che pensa.?

“Quando correvo, la gente pensava ci fosse una strategia dietro a tutto quello che dicevo. Poi, quando ho smesso, si è accorta che, invece, io sono fatto proprio così, non dico mai nulla per un tornaconto, ma solo perché è quello che penso” sorride il Canguro Mannaro lo stesso che a volte poteva permettersi di fare la pole facendo solo due o tre giri in qualifica e guardando gli altri dal box per il resto del turno.?

Nell'olimpo?

Uno dei più grandi piloti che il motociclismo abbia mai visto correre, che ha smesso troppo presto di gareggiare (e vincere) perché non ne poteva più di tutto quello che non avesse a che fare con le gare vere e proprie. Mal digeriva i rapporti istituzionali, gli impegni con i team extra gare, gli impegni con gli sponsor, i vincoli dei contratti, non amava? quel modo nuovo e meno romantico o a volte troppo tecnico di approcciare alle gare e al mondo delle corse che però? (inevitabilmente) il crescente professionismo e il sistema dello show business portava con se ma che su di lui a volte faceva uno strano effetto.

le 500, che passione

Anche oggi non nasconde la sua passione e ci ricorda che alla fine ha smesso perché in sella non si divertiva poi troppo.?

“Per me le moto più belle, le vere moto, sono le 500, mi spiace un sacco non avere mai potuto correrci. Perché guidare quelle moto era un’arte. Poi è iniziata l’era dell’elettronica, fino al 2006-2007 con la Ducati eravamo ancora ai limiti di utilizzo del controllo di trazione, ma poi si è superato il limite, non ho più potuto guidare come mi piaceva”.?

C’è anche Casey tra le grandi star che popolano la quattro giorni di Goodwood, e il 37enne australiano si gode ogni momento.?

Casey, le piace il Festival of Speed??

“Lo trovo un evento fantastico, fenomenale, qui respiri la passione pura e credo che alla MotoGP servirebbe essere più presente, per crescere ancora di più. Per un tifoso di motori venire qui e vedere auto e moto di ogni epoca e tipo, non solo statiche, ma anche in movimento, è qualcosa di imperdibile. Qui respiri davvero passione pura”.?

Erano quasi due anni che non tornava in Europa. Prima di tutto, come sta fisicamente: ha risolto i problemi di fatica cronica??

“Non proprio, c’è stato un periodo in cui le cose sembravano essere migliorate, poi al ritorno in Australia ho ricominciato ad avere problemi, tra Phillip Island e Natale 2021 ho avuto tre volte il Covid, il mio corpo è debole, passo da momenti in cui mi sento bene ad altri in cui devo solo stare sdraiato sul divano. Però non sono stato più male come all’inizio. E le scorse settimane sono riuscito anche a girare in moto in Andorra assieme a Leon (Camier; n.d.r.), come non facevo da non so quanti anni, ed è stato semplicemente fantastico. All’inizio avevo un male tremendo agli avambracci, ma poi mi sono goduto ogni momento”.?

Le mancava guidare la moto??

“Non si può dire quanto”.?

Qui a Goodwood ha ritrovato un po’ del suo mondo.?

“Quello che a me manca sono le persone, non il campionato in sé, sapete come la penso in proposito”.?

Ma le gare le guarda in televisione??

“Quando posso. Anche perché stiamo rinnovando casa in Australia e al momento viviamo in un capanno dove non c’è la televisione”.?

Avete l’elettricità, almeno??

“Sì, ma non sempre, perché a volte devono toglierla per andare avanti con i lavori. Per fortuna da noi, tranne qualche giorno, l’inverno non è mai troppo estremo”.?

Le piace questa MotoGP??

“Io farei dei cambiamenti, ma questo lo sanno tutti”.?

Tipo?

“Ali, via. Abbassatore, via. Anti-impennamento, via. Controllo di trazione limitato per ragioni di sicurezza, non invasivo come adesso. I costi devono scendere e farei un regolamento valido per una decina d’anni, così che tutte le Case possano essere competitive, senza continui adattamenti e cambiamenti. Tutto questo ha alzato tantissimo i costi, e quando hai metà delle moto sulla griglia che dettano legge non è giusto, non è quello che dovrebbe essere un campionato”.?

Difficile pensare di tornare indietro.

“Certo che puoi, la Formula 1 l’ha fatto. Si tratta solo di avere regole certe che nessuno può oltrepassare. Ci fosse un regolamento stabile e a lungo termine sono convinto che la Suzuki sarebbe ancora in MotoGP. E ogni Casa svilupperebbe una moto con i suoi lati distintivi, mentre oggi le moto si assomigliano tutte. Oggi vedi queste riprese al rallentatore dove tutti fanno la stessa cosa. Non c’è nessuno che derapa, che fa qualcosa di diverso, tutti hanno un controllo perfetto, apri il gas e la moto non ha il minimo sbandamento. ? frustrante. E per quanto io ami questo sport e le gare, sono deluso dal vedere a che punto siamo arrivati. Abbiamo più elettronica della Formula 1 e per me questo è qualcosa che va fermato. Anche perché non sono solo quelli dello sviluppo, ma i costi aumentano anche per le tantissime cadute. Io voglio vedere piloti che fanno errori, non che guidano tutti uguali, oggi la differenza la fai solo frenando il più tardi possibile, sperando che la tua moto giri. Ma così aumenti i rischi e vedi più cadute”.?

Quest’anno le assenze per infortunio sono quattro volte e mezzo di più rispetto agli ultimi dieci anni.

“Ed è solo perché tu devi forzare sempre di più. Non è una questione di essere più veloce, ma di quanti rischi ti prendi nel frenare più tardi”.?

Sono dieci, finora, i piloti che si sono infortunati.?

“? ridicolo!”.?

Le piacciono le Gare Sprint??

“Sono una barzelletta. La MotoGP sta diventando come la Superbike, io non darei punti validi per il campionato, la gara è quella della domenica. Le Sprint hanno contribuito ad alzare i costi, e tanti piloti si infortunano perché ormai non hai più tempo di girare, trovare il ritmo, sistemare la moto, mentre invece sei costretto a spingere subito, prendendoti molti più rischi”.?

Lei si sarebbe trovato bene con questo sistema..?

“Forse, ma avrei detto ugualmente che non mi piaceva. Non sono mai stato zitto perché qualcosa andava a mio vantaggio, ho sempre detto la verità su quello che pensavo. Per me è sempre stata una questione tra quello che è giusto o sbagliato, sicuro o meno. Io oggi proverei a cambiare le cose, metterei assieme un po’ di ingegneri e cercherei una soluzione per creare un regolamento stabile a lungo termine”.?

Se le chiedessero di diventare il rappresentante dei piloti sarebbe interessato??

“Per certi aspetti sì. Ma sto molto attento a non assumere una posizione dove verrei semplicemente usato e manipolato. Preferisco causare problemi dicendo quel che penso da esterno (ride; n.d.r.). Ma se si creasse la situazione giusta, nella quale avessi sufficiente potere, potrei pensarci”.?

Secondo lei, con i valori in campo che vediamo, è corretto pensare che Bagnaia sia il riferimento della MotoGP di oggi??

“Sarebbe da dire di sì, è il campione del mondo è il leader del campionato, sta facendo un lavoro straordinario. Lo si era visto già nel finale di due anni fa quando è diventato sempre più competitivo, gli serviva solo mettere un paio di cose a posto, ha imparato tanto e il risultato lo vediamo tutti. Sta facendo un gran lavoro, così come Bezzecchi, fantastico”.?

A lei piace tanto Marco.?

“Lo seguo già da quando era in Moto2, per me lui ha qualcosa che gli altri non hanno, e se togliessimo il controllo di trazione lui sarebbe uno dei pochi a essere sempre davanti. Ha questo stile che gli permette di sfruttare il grip non solo fidandosi dei controlli, come fanno tanti altri. I migliori della griglia sarebbero probabilmente comunque davanti ma, secondo me, Marco con meno elettronica avrebbe un vantaggio superiore”.?

Marc Marquez ha sempre più dubbi sulla Honda. Cosa dovrebbe fare secondo lei e cosa gli consiglierebbe: restare, andare via…??

“Capisco completamente la sua situazione, non credo sia colpa della Honda o della Yamaha, ma le regole sono state piegate per aiutare le Case europee. Sei anni fa le ali erano state vietate, l’anno dopo sono rientrate della finestra. Suzuki è andata via e io ho paura che Honda e Yamaha possano fare lo stesso, perché non avevano firmato per far sì che le moto diventassero delle Formula 1”.?

Ma non crede che invece le Case europee abbiano lavorato meglio delle giapponesi??

“Usano le gallerie del vento e tutto il possibile, ma l’ultima volta che ho controllato questo era motociclismo, non la Formula 1. Non erano preparati a questo, a spendere tutti quei soldi per imboccare questa strada. In questo momento è Europa contro Giappone e in Giappone non sono abituati a sviluppare così velocemente”.?

Così, se ti oggi lei fosse Marc… cosa farebbe??

“Dipenderebbe dall’impegno che la Honda metterebbe nel progetto. Non puoi mai scartare Honda e Yamaha, che in passato sono sempre state davanti. Lo scorso anno Quartararo ha perso il Mondiale solo all’ultimo ed è servito un certo sforzo per perderlo. Credo che in Yamaha abbiano pagato quella rimonta e che abbiano perso un po’ di motivazione. Ma tornando a Marc, dovrà decidere in base a quello che saprà promettergli la Honda”.

BIOGRAFIA DI CASEY STONER

Stoner ha iniziato a correre nei campionati Dirt e Short Track in Australia poi, nel 2001 ha esordito nel Motomondiale nella classe 125; nel 2002 ha gareggiato con l’Aprilia in classe 250. Debutta nel 2006 in MotoGP ma al termine del 2012 Stoner annunciò il suo ritiro che per molti versi fu inaspettato vista la giovane età, 27 anni. Partecipò ad alcune corse automobilistiche in Australia e nelle stagioni 2014 e 2015 diventò collaudatore del tema HRC. Un ruolo che tenne fino al suo ritorno alle competizioni correndo con Honda la 8 Ore di Suzuka. Mentre si trovava al comando nei primi passaggi cadde a causa di un guasto tecnico sulla sua CBR e si ruppe un polso. Il 2016 di Stoner è nel segno del ritorno a Borgo Panigale, con il ruolo di collaudatore e ambasciatore Ducati.