La gara finale della stagione, al di l¨¤ della vittoria di Oliveira, ha confermato la crescita dell'italiano della Petronas e offerto molti temi di interesse. Vediamoli
La gara di Portimao ha messo in ghiaccio l'anomalo mondiale 2020, con il successo del padrone di casa, il portoghese Miguel Olivera, a suggello di un'annata di netta crescita per la Ktm. Il GP di Portogallo ha offerto vari spunti, vediamoli.
Ktm attesa alla conferma
¡ª ?La Ktm in Portogallo ha vinto il terzo GP stagionale, uno in pi¨´ della Suzuki iridata con Mir nel mondiale piloti. La Casa di Mattighofen ¨¨ stata la rivelazione, ha piazzato un pilota al 5¡ã posto nel mondiale, il partente Pol Espargaro, e lucidato la sobria efficienza di Miguel Oliveira. Il 2021, quando la Ktm accoglier¨¤ Danilo Petrucci nel Team Tech3, sar¨¤ un banco di prova: senza concessioni e test, sfruttati al meglio con Pedrosa e decisivi per far progredire la moto, si capir¨¤ quanto in alto potranno piazzare l'asticella.
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Puntare su Morbidelli
¡ª ?N¨¦ Andrea Dovizioso, n¨¦ Valentino Rossi: l'Italia della MotoGP ha in Franco Morbidelli la sua punta di diamante e deve credere in lui, esattamente come lui ha creduto in se stesso. Partito da underdog in casa Yamaha, "menomato" dall'avere la moto spec-A del 2019, Frankie ¨¨ cresciuto di testa e consapevolezza, plasmato dal rude, ma ottimo, capotecnico Ramon Forcada. Per capire che peso abbia in un box una grande guida tecnica si veda cosa ha fatto in Moto2 Bastianini sotto la bussola di Giovanni Sandi: quel titolo vinto da Enea nella classe di mezzo deve e pu¨° essere l'obettivo di Morbidelli, in top class, l'anno prossimo.
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Ducati regina squadre, ma...
¡ª ?La Ducati ha vinto il titolo costruttori, che non ha il peso specifico di quello piloti, ma d¨¤ spessore alla qualit¨¤ di Borgo Panigale. Il direttore generale corse, Gigi Dall'Igna, fa "parlare solo la classifica", ma a un'analisi pi¨´ profonda non pu¨° sfuggire che la Desmosedici, vittima di tanti alti e bassi legati principalmente, ma non solo, alle gomme, non sia stata certo la moto migliore. Lo dicono le 2 sole vittorie - a fronte delle 7 colte dalla Yamaha - fra l'altro con i partenti dal team ufficiale Dovizioso e Petrucci: ¨¨ tutto da dimostrare per¨° che i loro giovani sostituti, Jack Miller e Francesco Bagnaia, possano fare meglio. Fra l'altro il loro rendimento nel finale ¨¨ stato opposto: l'australiano ha chiuso alla grande - due secondi posti di fila e su piste non proprio cucite addosso alla Desmosedici -, mentre 'Pecco' dopo la firma si ¨¨ pericolosamente eclissato.
Le incognite Yamaha
¡ª ?La Yamaha ha vinto pi¨´ gare di tutti, 7 (3 Morbidelli e Quartararo, 1 Vinales), ma tutti i suoi piloti 'calzati' con le M1 2020 hanno spesso zoppicato e il fatto che un solo trionfo sia arrivato dal team ufficiale accende una spia. Nel 2021 in quel box non ci sar¨¤ pi¨´ Valentino Rossi, ma due piloti, Vinales e Quartararo, che hanno talento a dismisura, ma tutt'altro che incanalato nei binari della continuit¨¤: se la M1 sar¨¤ a posto faranno faville, altrimenti la situazione potrebbe diventare incendiaria.
Arenas e Bastianini, regolarit¨¤ al potere
¡ª ?Chiusura con le classi minori, che a Portimao hanno letto i loro campioni. Sia Albert Arenas, iridato Moto3 con la Ktm del team Aspar, sia Enea Bastianini, campione Moto2 con la Kalex Italtrans, hanno sigillato i loro meritati allori con gare accorte (12¡ã lo spagnolo, 5¡ã l'italiano), ma sofferte. Identica la chiave dei loro successi: la continuit¨¤. A tratti sono stati battuti da chi aveva pi¨´ spunto (Arbolino, Vietti, Fernandes, Masia in Moto3; Lowes, Marini, Bezzecchi in Moto2), ma alla lunga hanno applicato il principio cardine di una stagione corta e quindi doppiamente penalizzante per le battute a vuoto: la regolarit¨¤. Onore al merito e all'intelligenza di aver gestito il campionato non solo con il polso, ma soprattutto con la testa.
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