il cambio
Marquez in Ducati: per Rossi e Lorenzo non fu una scelta felice, ma per il team...
L'armata Ducati potr¨¤ contare anche su Marc Marquez nella MotoGP 2024. Cos¨¬, dopo gli ingaggi di Valentino Rossi nel 2011 e Jorge Lorenzo sette anni dopo, il marchio di Borgo Panigale accoglie un nuovo pluricampione. Lo spagnolo, otto volte iridato nel Motomondiale, sogna di tornare al vertice nella top class dopo quattro stagioni complicate, ma sono proprio le esperienze dei suoi ex rivali in sella alla moto italiana che devono farlo riflettere. In entrambi i casi, infatti, si tratt¨° di matrimoni poco redditizi, se non addirittura fallimentari. Una sfida nella sfida per Marquez e per la Ducati stessa, finora poco avvezza a trovare il feeling coi campioni venuti da fuori e pi¨´ abile a costruirsi in casa le nuove stelle.
la ducati di valentino rossi
¡ª ?Nell'estate 2010, la Ducati annunciava l'ingaggio di Valentino Rossi, sostituto designato di Casey Stoner in vista delle due stagioni seguenti. Da ex rivale in diverse battaglie, come nel celebre Mondiale 2008, quello della battaglia di Laguna Seca, il nove volte iridato si trasformava nel jolly su cui puntare per avviare un nuovo ciclo, col sogno di un trionfo tutto italiano. Eppure, fin dall'inizio, i risultati furono deludenti. Lo stesso Rossi ammise negli anni seguenti di aver intuito le difficolt¨¤ nella messa a punto della moto gi¨¤ durante i primi test invernali. Pessime sensazioni confermate dalla stagione 2011: un solo podio, il terzo posto in Francia, in 18 gare. Appena due gli altri piazzamenti in top 5, tutti arrivati nelle prime uscite, calando nettamente nel finale. Per la prima volta da quando gareggiava nel Motomondiale, Valentino non coglieva alcun successo. Copione simile nel 2012: Rossi ottenne due podi, sotto la pioggia di Le Mans e il sole di Misano. In entrambi i casi si tratt¨° di secondi posti. Gli unici lampi di una stagione anonima. Valentino lasci¨° la Ducati dopo due anni, chiusi al sesto e settimo posto, tornando in Yamaha. Da questo fallimento, per¨°, la scuderia italiana inizi¨° la sua lenta ricostruzione.
la ducati di jorge lorenzo
¡ª ?Le scorie di una difficile convivenza con Rossi nel 2015 spinsero Lorenzo a imitare l'italiano, lasciando la Yamaha per abbracciare la Ducati due anni pi¨´ tardi. Il nuovo binomio non brill¨° particolarmente nella prima stagione, totalizzando appena tre podi: terzo a Jerez e Aragon, lo spagnolo, cinque volte iridato, chiuse secondo in Malesia. I risultati vennero oscurati dall'ottima annata di Andrea Dovizioso, che contese proprio a Marquez il titolo 2017, fino all'ultima gara. L'idillio tra Lorenzo e la Ducati si interruppe presto, a nemmeno met¨¤ 2018. Alla vigilia del GP d'Italia, sesta prova della stagione, lo spagnolo annunci¨° il passaggio alla Honda. Ironia della sorte, Jorge vinse proprio la gara del Mugello, concedendo il bis immediato a Barcellona. Vittorie nette, mostrando un potenziale clamoroso inespresso per un anno e mezzo. Ancor pi¨´ impressionante l'ultimo acuto, in Austria, battendo Marquez sul suo terreno preferito, il corpo a corpo. L'esperienza di Lorenzo si concluse con gli infortuni rimediati nelle tappe in Aragona e Thailandia. Un matrimonio non soddisfacente nei risultati, ma determinante per il futuro della Ducati. Infatti con lo spagnolo si inizi¨° a delineare la base di quell'aerodinamica capace di spostare gli equilibri al punto da convincere il vecchio rivale Marc a lasciare Honda. L'inizio della grande rivoluzione.
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