A Misano dopo il GP girano i piloti della MotoGP. Negli Anni 50 e 70 le sessioni erano attesissime dagli appassionati che potevano toccare con mano la storia??
Sul circuito di Misano sono in corso le due giornate di test ufficiali della MotoGP particolarmente attesi, sia per le novit¨¤ tecniche sia anche per verificare il livello di competitivit¨¤ del rientrante Marc Marquez dopo i tre mesi di stop in seguito alle conseguenze della quarta operazione all¡¯omero del braccio destro. Nell¡¯epopea MotoGP, come noto, i test sono disciplinati dal promoter Dorna e Team e piloti scendono in pista in date uguali per tutti. Dal 2023, per il crescente numero di Gran Premi in calendario, i test saranno ancora numericamente pi¨´ ridotti contandosi sulle dita di una mano. Fuori da questa rigida programmazione non si pu¨° scendere in pista. In passato, sin dai primi anni del dopoguerra, non era cos¨¬: case e piloti potevano fare test a proprio piacimento anche nel periodo invernale. Ci¨° comunque riguardava solo una ¨¦lite perch¨¦ nessun pilota privato, ovverosia la stragrande maggioranza dei corridori, scendeva in pista prima dell'inizio del Campionato italiano il 19 marzo a Modena. Provare non era ritenuto cos¨¬ necessario e, soprattutto, mancavano le risorse economiche.
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quattro gatti
¡ª ?Per oltre un ventennio, dalla fine degli anni '50 alla met¨¤ degli anni ¡®70, i piloti italiani partecipanti al Motomondiale erano davvero ¡°quattro gatti¡±: e solo questi pochi fortunati riuscivano a provare fuori dalle gare. Inoltre, i circuiti permanenti dove si poteva girare erano ancor meno dei piloti: si andava o a Monza - pochi giorni all'anno e mai in inverno ¨C o a Modena - spesso occupato dalla Ferrari e immerso nella nebbia per mesi ¨C o nella sperduta campagna romana presso il lago di Bracciano, a Vallelunga. Nessuno andava a provare in Spagna dove non c'erano circuiti permanenti, o altrove. Solo Mike Hailwood passava l'inverno con qualche amico a gareggiare, con proprie moto, in Sud Africa. Alcuni piloti si allenavano su strada con moto di serie ¡°truccate¡± e anche con i bolidi Grand Prix e non pochi di questi hanno sub¨¬to incidenti, anche gravi, addirittura mortali. Lo stesso triste epilogo era accaduto al campione del Mondo delle 500 Libero Liberati, il 5 marzo 1962 sulla strada statale Valnerina mentre provava sul bagnato la sua Gilera Saturno 500 per prepararsi alla ¡°prima¡± tricolore del 19 marzo a Modena. La MV Agusta faceva sgranchire i suoi piloti lanciando le pluricilindriche rosso-argento nei viali dietro la fabbrica di Cascina Costa, a ridosso dell'aeroporto Malpensa. La Morini usciva con le sue monocilindriche bialbero ai primi di Marzo a Modena e, in caso di scarsa visibilit¨¤, puntava su Vallelunga.?
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riscaldamento
¡ª ?La Benelli, anche d¡¯inverno, faceva qualche giro di riscaldamento sulla pistina interna - con una curva sopraelevata - della fabbrica di via Mameli al centro di Pesaro. Poi, dopo l'ok, sistemate le moto dentro il camion, filava fuori citt¨¤ verso Urbino, a 10 km, dove oggi c'¨¨ l'ingresso dell'autostrada. E l¨¬, da fine anni ¡¯50 ai primi anni ¡¯60, Silvio Grassetti - lo stesso far¨¤ poi dal 1964 Tarquinio Provini e in seguito Renzo Pasolini - lanciava su un rettilineo i bolidi della Casa del leoncino, prima le monocilindriche 250 bialbero e poi le 4 cilindri. Il rettilineo era una parte della strada provinciale aperta al traffico. Certo, non era neanche lontanamente paragonabile quel traffico a quello di oggi: ma qualcuno passava sempre. Soltanto nel mese di agosto, periodo turistico, la polizia chiudeva per pi¨´ di un'ora l¡¯intero tracciato.?Agosto era il mese con pi¨´ test, anche perch¨¦ c¡¯era l¡¯imminente Gran Premio delle Nazioni a Monza, ai primi di Settembre, proprio come oggi l¡¯ultimo round iridato di Misano del 3-4 settembre e i test sullo stesso circuito del 6-7 settembre. Su quel rettilineo fuori citt¨¤, le prove iniziavano senza preavviso. Ma si sentiva, era nell¡¯aria: e allora c'era chi faceva la spola in bicicletta o in motorino o su mezzi di fortuna, da ogni contrada fino al rettifilo di Pozzo aspettando l'arrivo del furgone della Benelli.?
in attesa del camion
¡ª ?A disposizione di tutti c'era la storia, con la possibilit¨¤ di toccare con mano il pilota, i meccanici dell'era di Dario Ambrosini, lo staff del reparto corse, e c¡¯erano loro: Mimmo e Giovanni Benelli sempre preoccupatissimi di quel che poteva succedere in quel caos. I padroni all'epoca facevano i padroni ma restavano in mezzo agli altri, appassionati fra appassionati. Su quel rettilineo, per i test della Benelli - e anche delle MotoBI ufficiali 125, 175, 250 monocilindriche 4 tempi ad aste e bilancieri del mitico Primo Zanzani ¨C appassionati e semplici curiosi calavano anche dalla vicina Romagna come seguissero la voce di un flauto magico. Poco lontano dall'attuale circuito di Misano, su quel rettifilo di Pozzo, fra il traffico delle giornate comuni, si visse non soltanto una passione sportiva ma si scolp¨¬ un pezzo di memoria e di cultura d¡¯un epoca storica.
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