Nove spagnoli, sette italiani e zero britannici nella classe regina del motociclismo 2021. Sono invece presenti in forze nelle derivate di serie
Il mondiale MotoGP 2021 inizia il 28 marzo con la prima gara in Qatar replicando nel week end successivo con il secondo round - sempre a Losail - per le note problematiche legate alla pandemia. Ventidue i piloti iscritti quest¡¯anno (come nel 2020) in rappresentanza di sette nazioni: Spagna (9 piloti: Vi?ales, Lecuona, Mir, i due fratelli Espargaro, Rins, i due fratelli Marquez, Martin); Italia (7: Petrucci, Marini, Morbidelli, Bastianini, Savadori, Rossi, Bagnaia); Francia (Zarco e Quartararo); Australia (Miller); Portogallo (Oliveira); Sud Africa (Binder).
Rispetto al 2020 cresce di una unit¨¤ la pattuglia italiana, restano a 9 gli spagnoli, mentre scompaiono i piloti di Inghilterra e Cecoslovacchia, nel 2020 rappresentati da Crutchlow e Abraham.
la geografia della motogp
¡ª ?Cosa ¨¨ cambiato nella ¡°classe regina¡±, in relazione alla partecipazione complessiva e alla presenza per nazioni, rispetto al passato? Alla sua prima edizione del 1949, con solo sei round (Inghilterra/Tourist Trophy, Svizzera/Bremgarten, Olanda/Assen, Belgio/Spa, Ulster/Clady, Italia/Monza), in 500 ci fu una partecipazione media di 30 piloti, oltre ai 60 del TT (sei le Case ufficiali: AJS, Gilera, Norton, Guzzi, Velocette, Triumph), con 5-6 italiani in ogni gara fatta eccezione per l¡¯ultimo GP stagionale di Monza con in pista ben 18 nostri corridori (vinse Pagani su Gilera davanti ad Artesiani su identica moto). Cinque gli inglesi allo start sul circuito brianzolo, a podio con William Doran (AJS). Dei 14 piloti a punti in quel mondiale composto da sei gare, otto erano del Regno Unito e cinque italiani.
dominio e declino britannico
¡ª ?Nelle 17 stagioni successive i piloti inglesi hanno sempre vinto il Mondiale 500 con le eccezioni degli italiani Masetti e Liberati e del rhodesiano Gary Hocking, comunque di lingua inglese. Quindi, per diversi lustri, una classe regina ridotta a una ¡°questione¡± fra corridori italiani e di Sua Maest¨¤. Dopo il poker di Hailwood su MV (dal 1962 al 1965) e il filotto dei sette titoli di Agostini (MV) dal 1966 al 1972, riecco gli inglesi prima con Phil Read (1973-1974) e poi con Barry Sheene (1976 e 1977) con nel mezzo Ago su Yamaha (1975). Nell¡¯era moderna, per¨°, in 19 anni di MotoGP nessun inglese ha vinto, idem in 11 anni di Moto2, e solo una volta, con Danny Kent nel 2015, hanno vinto in Moto3. Quello di Kent ¨¨ stato il 44¡ã titolo iridato conquistato da un pilota inglese. Erano 38 anni, dal secondo titolo 500 di Barry Sheene nel ¡¯77, che un britannico non conquistava un Mondiale. Addirittura sono passati ben 44 anni dall¡¯ultima vittoria di un pilota della Gran Bretagna nel mondiale della classe regina, grazie appunto al bis di Barry Sheene nel 1976 e 1977.
inglesi e italiani nel motomondiale
¡ª ?Inglesi e italiani, ben prima di americani e australiani e quindi spagnoli, hanno fatto la parte del leone nella classe regina. Spagnoli e italiani sono ancora favoriti mentre americani e inglesi sono addirittura scomparsi. Qui affrontiamo la ¡°questione¡± degli inglesi rimandando il ¡°punto¡± sugli americani. In 500 i corridori inglesi hanno conquistato la corona iridata ben 17 volte (Graham- AJS nel 1949, Duke-Norton nel 1951 poi su Gilera nel 1953-54-55, Surtees-MV Agusta nel 1956-58-59-60, Hailwood-MV nel 1962-63-64-65, Read-MV nel 1973-74, Sheene-Suzuki nel 1976-77) e altri (sempre in 500) ci sono andati vicini come Ray Amm, Dickie Dale, Bill Lomas, Cecil Sandford, Bob McIntyre, John Artle, Derek Minter, Alan Shepherd, John Cooper, Dave Simmonds. In MotoGP nessun pilota inglese ha mai vinto ancora il mondiale. Quando i corridori britannici ci sono stati (Lowes, Redding, Smith, lo stesso Cal Crutchlow che in nove stagioni dal 2011 ha vinto 3 gare, fatto 4 pole e 19 podi) sono andati a zig-zag, qualche lampo di illusione, ma mai portata a casa l¡¯ambita corona. E quest¡¯anno, addirittura, nessun inglese ¡ª cos¨¬ come nel 2010 ¡ª ¨¨ fra i 22 iscritti MotoGP. Perch¨¦?
le ragioni di una crisi motociclistica
¡ª ?Presenti in forze nel mondiale SBK (il nordirlandese Jonathan Rea ha dominato gli ultimi sei mondiali delle derivate di serie e altri esponenti della Union Jack sono stati sempre protagonisti), i piloti britannici sembrano essersi chiusi in un proprio guscio, non si capisce se per supponenza isolazionista, per sterile appagamento o per timore di varcare la Manica e misurarsi con quelli ¡°veri¡±, su moto ¡°vere¡±, nel campionato che conta. Questione di vivaio scarso, di penuria di soldi, di mancanza di sponsor? Il problema economico, di questi tempi, ce l¡¯hanno tutti ma il Motomondiale c¡¯¨¨, con la MotoGP che, ovunque, attira e fa show-business. In Inghilterra, da anni, la passione per il motociclismo ¨¨ calata e lo stesso British Superbike Championship (il massimo campionato del Regno Unito), pur seguito con passione dagli aficionados che vanno in moto sui circuiti con qualsiasi meteo, resta un campionato di nicchia, per i fedelissimi ¡°puri e duri¡±: non fa notizia, non buca lo schermo tv, non attira i grandi sponsor, lascia indifferente il grande pubblico che sa chi ¨¨ Valentino Rossi e chi ¨¨ Marc Marquez ma non sa di avere in casa un dominatore come Jonathan Rea, figuriamoci gli altri. Da troppo tempo gli stessi corridori inglesi ¨C con l¡¯eccezione di Crutchlow ¨C hanno preferito gestire la propria carriera in SBK senza neppure tentare il gran salto in MotoGP.
aspettando la motogp
¡ª ?In altre parole hanno seguito l¡¯antico adagio italico ¡°Meglio un uovo oggi che una gallina domani¡± che pare esprimere sfiducia nel realizzare maggiori vantaggi in avvenire, per cui ¨¨ pi¨´ conveniente accontentarsi del poco certo dell¡¯oggi senza correre rischi. Assenti, dunque, nella MotoGp 2021, gli inglesi pesano poco quantitativamente e qualitativamente anche in Moto3 e in Moto2. Solo un loro pilota in Moto3, quel John McPhee che a 27 anni affronta la sua dodicesima stagione agonistica nella categoria d¡¯ingresso del mondiale vantando quale miglior risultato finale solo un quinto posto nel 2019. Due i piloti in Moto2: il 31enne Sam Lowes, gi¨¤ iridato Supersport nel 2013 e in Moto2 dal 2014 con la sua miglior posizione (3¡ã) in campionato lo scorso anno e il 25enne Jake Dixon, figlio d¡¯arte, 18esimo posto la scorsa stagione. Che dire? Il presente non promette niente di buono. Quando torner¨¤ a sventolare sul pennone pi¨´ alto la Union Jack? Non c¡¯¨¨ da aspettare che la nuova semina avviata dal 2018 con la British Talent Cup (BTC) ¨C monomarca Moto3 Honda NSF 250 R standard per pilotini da 12 a 17 anni ¡ª grazie al supporto della Dorna e di Jeremy Mc Williams in veste di talent scout, dia i suoi frutti. Se son rose, fioriranno.
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