motomondiale
Tarquinio Provini, l'immortale: 90 anni fa nasceva il "Toro di Cadeo"
Nello sport ogni campione ¨¨ figlio del suo tempo. Vale anche per il motociclismo. Tuttavia c¡¯¨¨ chi, per i risultati ottenuti e per il modo di gareggiare, oltrepassa i confini del proprio tempo. Fra i piloti ¡°immortali¡± c¡¯¨¨ Tarquinio Provini, nato a Roveleto, frazione di Cadeo di Piacenza novant¡¯anni fa, il 29 maggio 1933 e morto a Bologna il 6 gennaio 2005. Scriveva Indro Montanelli dopo la tragedia del Grande Torino a Superga: ¡°Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E cos¨¬ i ragazzi crederanno che il Torino non ¨¨ morto: ¨¨ soltanto in trasferta¡±. Altri tempi, altre storie, stesse emozioni.?
ex meccanico
¡ª ?L¡¯Emilia Romagna, si sa, ¨¨ terra di artisti del cacciavite, della chiave inglese e della manetta. Storie che vengono da lontano e vanno lontano. Gi¨¤ verso la met¨¤ dell¡¯800 c¡¯¨¨ nel piacentino un Provini ¡°maestro¡± del ferro battuto e della pinza, superato poi dal figlio Dante, futuro pap¨¤ di Tarquinio, provetto meccanico che passa dalla realizzazione di cancelli per abitazioni e aziende e degli zoccoli per cavalli alla messa a punto e al rifacimento dei primi motori di trattori, trebbiatrici, camion, auto e moto di ogni tipo. Cos¨¬ Tarquinio impara presto i primi rudimenti dell¡¯arte del meccanico. A 12 anni rimette in sesto una DKW abbandonata dai tedeschi a fine guerra. Poi sfreccia sulle strade sterrate sulle Guzzi, Benelli, Bianchi, Mondial, Norton, AJS dei clienti dell¡¯officina di famiglia e a 16 anni, con tuta e casco militari, fa la sua prima corsa a Fiorenzuola d¡¯Arda su un bicimotore Alpino 48. Vince, ma viene squalificato a causa dell¡¯et¨¤. Non si d¨¤ per vinto. Per ottenere la licenza FIM si iscrive con il nome di suo zio Cesare Provini. E¡¯ con questo nome che vince le sue prime gare ¡°ufficiali¡± e il titolo nel Campionato Provinciale.
la bacheca dei trionfi
¡ª ?Nel 1953, riappropriatosi del proprio nome, Tarquinio diventa subito famoso per come corre e per quanto vince. Il ¡°Toro di Cadeo¡± ¨¨ 1¡ã nel Campionato italiano 3¡ã categoria, 2¡ã al debutto nella terribile Milano-Taranto. Nel 1954 Campione Italiano 2¡ã categoria e trionfo al Motogiro d¡¯Italia di 3050 Km. Promosso in prima categoria, vince in Spagna il suo primo GP iridato 125 dopo il 2¡ã posto a Monza davanti a cinque MV Agusta. Il resto ¨¨ cronaca. Due volte Campione del Mondo, undici volte campione d¡¯Italia dal 1954 al 1965 quando il tricolore valeva un mondiale, 20 gran premi vinti, un'infinit¨¤ di podi e di giri record sulle piste di tutto il mondo: ma titoli, coppe e medaglie non sono in grado di tradurre il valore di un pilota come Tarquinio. Un corridore ¡°speciale¡± che ha traghettato il motociclismo del dopoguerra all¡¯era di Giacomo Agostini.?
quel dramma all'isola di man
¡ª ?Tarquinio ¨¨ stato ¡°re¡± della 250; ha corso con moto ufficiali Mondial, MV Agusta, Morini, Kreidler, Benelli; ¨¨ stato l¡¯anti Ubbiali (9 volte campione del Mondo) e, almeno nella prima fase, l¡¯anti Agostini (15 titoli iridati). Scriveva Ezio Pirazzini: ¡°Tarquinio, nome di uno dei sette Re di Roma, calza proprio a pennello in quel tipo di lineamenti molto marcati, dal naso aquilino e dai capelli neri e ricciuti. Provini ha reso celebre questo nome in maniera rapida e sorprendente. ¡ Il centauro piacentino si affrett¨° a calzare gli stivali delle sette leghe per giungere in fretta al traguardo della notoriet¨¤. Classe ed irruenza erano le doti naturali che favorivano la sua ascesa¡±. Come non ricordare Tarquinio Provini dopo la caduta in prova al Tourist Trophy dell¡¯Isola di Man 1966 sopra i 200 Km/h finito poi dentro un fossato, privo di sensi, con i corridori che lo sfioravano ad alta velocit¨¤.? Oppure, pochi giorni dopo il suo trasferimento all¡¯ospedale Rizzoli di Bologna, tenuto appeso da corde mentre i medici lo ingessano (foto sopra) da ¡°capo a piedi¡±? Cos¨¬ Provini descrisse l¡¯accaduto: ¡°Sono volato via come sparato da un cannone. Subito ho avvertito un dolore lancinante nella parte terminale della spina dorsale e mi ¨¨ sembrato che le gambe non facessero pi¨´ parte del mio corpo, lontane da me, soverchiate da un peso enorme. Ero rosso di sangue ovunque. Sono rimasto almeno un¡¯ora con un tremendo dolore che mi spaccava a met¨¤. Invano, quando sentivo il suono assordante dei motori facevo un cenno alle meteore che mi sfrecciavano davanti. Passarono in tanti, ma nessuno si accorse di me. Il lungo calvario ¨¨ continuato fintanto che un buon samaritano con la barba mi si ¨¨ parato davanti. Con cinghia e bretelle ha tentato di unire alla parte pi¨´ viva, quella che non sentivo pi¨´. Molto tempo dopo, su una traballante vettura nera sono stato trasportato all¡¯ospedale di Douglas e l¨¬ sono rimasto fino al 5 settembre. Poi il volo in Italia e la difficile rinascita al Rizzoli di Bologna¡±.
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quel titolo sfumato
¡ª ?Provini aveva subito altri gravi incidenti, fra cui quello di Spa Francorchamps del 1960, con la rottura dell¡¯osso del collo. Stavolta era la frattura alla spina dorsale. Tarquinio si riprese piano piano e addirittura torn¨° ad esibirsi con la sua Benelli 250 quattro, regalatagli dalla casa pesarese. Quando a fine 1963 Provini approd¨° alla Benelli - dopo aver perso per un niente, in sella alla Morini nell¡¯ultimo round stagionale di Suzuka, il ¡°mondiale¡± 250 - provando per la prima volta sulla pista interna della Casa del Leone la 4 cilindri ex Silvio Grassetti, ci fu una tale ressa di popolo da bloccare la statale limitrofa. Fu l¡¯apoteosi, con ¡°mezza Pesaro¡± e appassionati della vicina Emilia-Romagna (arrivarono in moto anche dall¡¯estero) ad osannare Tarquinio e i fratelli Benelli pronti alla nuova avventura che porter¨¤ vittorie e giornate di gloria, ma non il titolo iridato, vero obiettivo per cui il fuoriclasse di Cadeo aveva lasciato la monocilindrica bolognese per la nuova ¡°4¡± pesarese. Quel titolo 250 che, comunque, grazie anche alla spinta morale data a tutta la fabbrica e allo sviluppo tecnico portato da Provini, arriver¨¤ nel 1969, con il coriaceo australiano Kel Carruthers, dopo averlo sfiorato con il mitico Renzo Pasolini. Ancora oggi c¡¯¨¨ rammarico per quel mondiale 1963 sfumato. Il titolo iridato 1963 con la Morini 250 sarebbe stato il giusto coronamento sia per Tarquinio (avrebbe fatto ¡°tris¡±!) che per la Casa bolognese (cui mancava il prestigioso alloro): un¡¯impresa straordinaria dati i valori in campo, con il binomio italiano nelle vesti di Davide contro il Golia giapponese, specie Honda e il suo squadrone di piloti. La sfortuna ha impedito che quel miracolo si traducesse in realt¨¤.?
uno dei pi¨´ amati
¡ª ?Provini ¨¨ stato uno dei pi¨´ grandi campioni di tutti i tempi, con Carletto Ubbiali e Libero Liberati il pilota italiano pi¨´ carismatico e amato degli Anni ¡¯50-¡¯60 e resta nel cuore soprattutto di chi lo ha conosciuto come persona di grande umanit¨¤ e umilt¨¤ e di chi lo ha visto correre in pista, nel suo decennio d¡¯oro da met¨¤ degli anni ¡¯50 a met¨¤ anni ¡¯60, stilista superbo e tecnico sopraffino, indomito e temerario guerriero, vero e proprio Re della foresta.
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