La graziosa finlandese dai capelli color rame fu la prima donna a prendere punti nella classe 125 del Motomondiale negli anni 1988 e 1989. Era nata a Turku la stessa cittadina dove nacque Jarno Saarinen ed era velocissima
Oggi ¨¨ normale vedere donne gareggiare in moto. C¡¯¨¨ la spagnola Ana Carrasco che addirittura nel 2018 ha fatto mangiare la polvere a tanti maschietti vincendo il mondiale Supersort 300. Mentre a livello nazionale da qualche anno c¡¯¨¨ una categoria interamente femminile nel Campionato Italiano Velocit¨¤. Tutto normale o quasi, ma prima non lo era affatto. In assoluto la prima donna che partecip¨° a una gara del mondiale fu la statunitense Gina Boivard, ma era inchiodata sull¡¯asfalto, tant'¨¨ che Franco Uncini la defin¨¬ una variante mobile e le fece la guerra perch¨¦, giustamente, la riteneva un pericolo per tutti gli altri piloti. Ma Taru Rinne, invece, non era cos¨¬. Tutt¡¯altro. Era velocissima. Pensare che una volta quando lo sport delle due ruote era un feudo incontrastato del sesso forte, tra i piloti maschi era un coro unanime: ¡°Il giorno in cui una donna dovesse battermi, strapper¨° la licenza in mille pezzi¡± dicevano all¡¯unisono. Ma quando ¡°Lei¡± si ¨¨ affacciata nel motomondiale, dopo un po¡¯ nessuno pronunci¨° pi¨´ questa frase.?
la sua storia
¡ª ?Era nata in Finlandia a Turku il 27 agosto 1968, nella cittadina che diede i natali a Jarno Saarinen. Inevitabilmente, alle sue prime apparizioni nel Motomondiale del 1987, non si ¨¨ salvata da qualche battuta sarcastica. Giovane, garbata, femminile e fin troppo graziosa per poterla immaginare nel ruolo di pilota. Di sgraziato aveva solo il nome di battesimo. Ben presto, per¨°, il circus itinerante del Motomondiale si ¨¨ dovuto subito ricredere di fronte a questa bella ragazza dai capelli color rame che veniva dal freddo. Cos¨¬ con i primi risultati hanno cominciato a considerarla una di loro e, soprattutto, a stimarla, ad apprezzare i sacrifici che aveva fatto e il sudore che aveva sparso sull¡¯asfalto per superare tanti ostacoli che per una donna apparivano insormontabili.?
passione ereditata dal padre
¡ª ?La febbre della velocit¨¤ gliele trasmise il padre, un ex pilota di rally che la aiut¨° ad andare avanti in questa strada che sembrava tutta in salita. Dolce e graziosa dicevamo, ma quando il semaforo emetteva luce verde la sua femminilit¨¤ spariva per far posto alla grinta di un mastino. Favori non ne ha mai ricevuti, anzi i maschi la temevano molto di pi¨´ rispetto agli altri piloti perch¨¦ quando vedevano spuntare la ruota della sua Honda 125, sapevano bene che dentro quella tuta c¡¯era una graziosissima ragazza. E, bene o male, era dura raccontare agli amici di essere stati battuti da una femminuccia.?
mai a podio ma velocissima
¡ª ?La graziosa valkiria quindi non era un fenomeno da baraccone, anzi era velocissima. Corse nelle gare iridate dal 1987 fino al 1990. Fu la prima donna a prendere punti nel Mondiale; pi¨´ di una volta ¨¨ partita in prima fila ed ha lottato per la vittoria con i pi¨´ blasonati piloti della categoria, anche se non ¨¨ mai salita sul podio di una gara mondiale.?
scherzava sul suo...seno
¡ª ?¡°Quando scendo in pista - diceva - non penso di essere una ragazza , ma mi reputo un pilota come tutti gli altri. Mi accorgo della mia femminilit¨¤ soltanto quando mi abbasso nella carenatura ed il mio seno urta sul serbatoio impedendomi di assumere una posizione aerodinamica ottimale¡±. 1. Segue
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