Il 15 marzo Moto Guzzi compie un secolo di vita: ripercorriamo le vicende dello storico marchio italiano. In questa puntata parleremo dei modelli da gara e delle vittorie della Casa di Mandello nel motociclismo sportivo: 14 Mondiali vinti, 11 trionfi al Tourist Trophy e una leggenda immortale
Per oltre trent¡¯anni, dal 1921 al 1957, la Moto Guzzi ¨¨ stata protagonista nelle corse nazionali e internazionali, uno dei simboli del Made in Italy nel mondo, oltre i confini del Motorsport. I numeri dei trionfi in pista e nei campionati, pur eclatanti, non riescono a esprimere appieno cosa ha significato la Casa di Mandello nell¡¯immaginario collettivo. I numeri non dicono tutto ma restano scolpiti negli albi d¡¯oro: in oltre tre decenni di corse, 3.329 vittorie nelle classi pi¨´ prestigiose 250, 350, 500; 14 campionati del Mondo vinti; 11 trionfi al Tourist Trophy, 5 al Circuito del Lario e 6 alla Milano-Taranto; 102 campionati nazionali nei vari Paesi; 20 primati mondiali, di cui alcuni rimasti imbattuti.
LEGGI ANCHE
ferrari a due ruote
¡ª ?Fino al termine della stagione 1957 (chiusa con il patto di astensione-harakiri fra Guzzi, Gilera, Mondial e MV Agusta) la Moto Guzzi ¨¨ stata la Casa motociclistica italiana pi¨´ importante e vincente a livello mondiale, la Ferrari delle due ruote a motore. I tre soci fondatori, Giorgio Parodi, Carlo Guzzi, Giovanni Ravelli, amavano la motocicletta e credevano nelle corse quale insostituibile banco di prova per lo sviluppo tecnico del prodotto e il pi¨´ valido strumento di promozione per il prestigio e il mercato aziendale. Il refrain, ripreso poi da altre grandi Case, era semplificativo della filosofia aziendale: le corse migliorano la razza e fanno vendere le moto.
LEGGI ANCHE
le prime gare
¡ª ?Cos¨¬, a meno di tre mesi dalla sua fondazione del 15 marzo 1921, il 28 maggio 1921 le uniche due Guzzi appena costruite partecipano al massacrante raid Milano-Napoli di 877 Km ottenendo alla media di 44 Km/h il ventesimo e ventiduesimo posto con Aldo Finzi (gi¨¤ gran corridore, uno dei trasvolatori del volo di D¡¯Annunzio su Vienna) e Mario Cavedini. Quattro mesi dopo arriva la prima vittoria: il 25 settembre 1921 la Moto Guzzi debutta nelle competizioni di ¡°velocit¨¤¡± dominando la Targa Florio con la ¡°Normale¡± 500 da 8 Cv e 80 Km/h pilotata dal fratello di Aldo Finzi, il funambolico Gino. Nel 1923, con la rinnovata 500 a due valvole in testa comandate da aste e bilancieri, ecco il trionfo al Circuito del Lario, il TT italiano. Nel 1924 la consacrazione: prima sui circuiti di Cremona (135,542 Km/h sui 10 Km lanciati) e dei Monti Peloritani, poi il bis del 6 settembre nel Primo GP d¡¯Europa a Monza dove la nuova 500 C 4V (tolto il freno anteriore e messo il freno a espansione sulla ruota posteriore) domina sui 400 Km alla media di oltre 130 Km/h e di 136,200 sul giro veloce con il primo (Mentasti), secondo (Visioli) e quinto posto (Ghersi) piegando nella ¡°classe regina¡± la concorrenza delle Case straniere, inglesi in testa.
lustro internazionale
¡ª ?La Guzzi, con Pietro Ghersi, si ripeteva nella tana del lupo dell¡¯Avus a Berlino, nel Gran Premio di Germania chiudendo la splendida stagione con una sfilza di record mondiali sulle medie e lunghe distanze: sui 100 Km a 149 Km/h e sugli 800 Km a 130. La 498,7 cc 4 V monocilindrica 4 tempi monoalbero a 4 valvole a coppie parallele e inclinate sulla testa con richiamo ottenute con molle a spillo scoperte, 22 Cv a 5.500 giri e 150 Km/h con 140 Kg di peso, ¨¨ la prima vera moto da corsa di Mandello, capostipite di una nidiata di bolidi di successo. L¡¯evoluzione ¨¨ costante passando nei tre anni successivi a superare i 32 Cv di potenza e gli oltre 165 Km/h di velocit¨¤, incamerando vittorie ovunque e ancora record mondiali, fra i quali quello dei 100 Km a 154,980 di media e delle cinque ore a 136,247. Costruita in seguito per i corridori privati e gli ¡°sportsmen¡± (costava quasi 10.000 lire, come una Fiat Balilla) con la sigla ¡°4 VSS¡±, fa man bassa nelle gare di seconda categoria.
LEGGI ANCHE
il gioiello di guzzi
¡ª ?La 500 4 valvole rientra ufficialmente in corsa nel 1932, pi¨´ compatta e filante, con il motore rivisitato, sopra i 32 Cv a 6500 giri e 170 Km/h. L¡¯ultimo trionfo ¨¨ quello con Carlo Fumagalli nella Milano-Taranto a quasi 95 Km/h di media. Poi l¡¯ingresso in soffitta, sostituita nel 1933 dalla bicilindrica, forse la moto ¡°perfetta¡± di Mandello, vittoriosa in pista per quasi 15 anni, fino al termine della stagione 1951. Nel 1930 la Guzzi aveva gi¨¤ tentato in modo sperimentale e senza fortuna la via della mezzo litro 4 cilindri raffreddata ad acqua e dotata di compressore ma affid¨° le sue fortune agonistiche alla bicilindrica, sintesi fra le pi¨´ agili monocilindriche inglesi e le pi¨´ potenti pluricilindriche (a 2 cilindri come la Bmw sovralimentata e le 4 cilindri come Rondine e Gilera), moto ¡°semplicemente¡± perfetta su qualsiasi tipo di circuito: nel 1935 la storica vittoria al TT con Stanley Woods davanti alla Norton ufficiale di Jimmy Guthrie per soli 4 secondi dopo 425 Km infernali! Con questa moto trionfano nel ¡°tricolore¡± Omobono Tenni (1934-¡®35-1947), Guglielmo Sandri (1937), Bruno Bertacchini (1948), Enrico Lorenzetti (1949) infilando anche trionfi nel raid Nord-Sud nel 1934, ¡®35,¡¯36,¡¯37. Il 500 bicilindrico (a V) era nato dall¡¯accoppiamento del superbo monocilindrico orizzontale duemmezzo con cilindrata di 494,8 cc 50 Cv a 7500 giri, quasi 190 km/h (a Tripoli, Tenni gir¨° a una media sul giro di 177,962 orari!). Questa bicilindrica, ¡°rifatta¡± nel dopoguerra, nel 1948 domina al Senior TT, stavolta con Omobono Tenni nominato dagli inglesi ¡°The Black Devil¡± segnando il giro record a 141,670 Km/h. Quel Tenni che nel 1935 alla XI Coppa del Mare di Livorno (1.295 curve fra mare e monti) fa lo stesso tempo per tredici giri rifilando con la bicilindrica di Mandello 10 minuti di distacco al secondo Aldrighetti e quindici al terzo Bandini commentando laconicamente agli esterefatti Guzzi e Parodi: ¡°Sono contento di essere arrivato primo e con questi distacchi. Un¡¯altra volta spero di fare di pi¨´¡±.
guzzi, benzina e tragedia
¡ª ?Quel Tenni che il 28 aprile 1935 nella Coppa d¡¯Oro Mussolini (Milano-Napoli la corsa pi¨´ lunga e massacrante), in largo vantaggio a met¨¤ percorso, cade sugli Appennini perdendosi nel nebbione, poi rimane a secco di benzina e fa sette chilometri a piedi, a Frosinone il serbatoio perde ancora e a Cassino il pilota riparte con una latta di benzina legata sulle spalle, sbattendolo a terra pi¨´ volte. Ammaccato e stremato taglia infine per primo il traguardo di Capodichino con la folla che lo porta in trionfo. Ma il ¡°diavolo nero¡± non fa festa perch¨¦ sceso dal podio una zingara gli legge la mano: ¡°Sarai il pi¨´ grande di tutti ma morirai presto in moto¡±. La moglie Ilda va in chiesa, accende un cero e prega: ma ci¨° non baster¨¤ per cambiare il tragico destino del ¡°diavolo nero¡±, il corridore pi¨´ amato dell¡¯Aquila che la penna di De Deo Ceccarelli definir¨¤ ¡°La sorgente del vento¡±.
LEGGI ANCHE
il genio delle corse
¡ª ?Dal 1936 era giunto a Mandello, 26enne, Giulio Cesare Carcano, il Leonardo da Vinci della motocicletta, eccelso ingegnere che, con l¡¯ok di Parodi e Guzzi, e il supporto di due meccanici di qualit¨¤ e votati alla causa quali il Mur¨¦tt (il ¡°Moretto¡± Carl¨¦tu) Carlo Agostini capo motorista e di fatto number one nel box e il capo della sala prova motori Carlo Bacchi, dar¨¤ un impulso straordinario al reparto corse e alla produzione di serie. Carcano ha l¡¯orecchio e il tocco del ¡°mago¡± trasformando in bolidi vincenti anche i ¡°barattoli¡±. L¡¯elenco ¨¨ lungo e prezioso e alla Guzzi termina nel settore racing con la 500 8 cilindri, il ¡° bolide dei bolidi¡± (nel settore delle moto di serie Carcano ¨¨ anche il padre della mitica stradale V7 bicilindrica) pensata e disegnata da Carcano fin dal 1954 (nel ¡¯55 il motore gira gi¨¤ sul banco), portata per la prima volta in pista per un test-k.o. (Furgoson Anderson cade alla prima tornata e la squadra riparte subito per Mandello¡) a porte chiuse a Modena il 2 maggio 1955, poi il 30 giugno ¡¯55 ancora in prova a Spa-Francorchamps, quindi ancora tentativi infruttuosi sui circuiti di Senigallia e di Monza e per la prima volta in gara alla Coppa d¡¯Oro Shell di Imola del 1956.
LEGGI ANCHE
intuizioni vincenti
¡ª ?Ma l¡¯avventura di Carcano a Mandello era iniziata ben prima. L¡¯ingegnere, ad esempio, cambia il Condor in Dondolino, aumentando potenza, giri del motore, velocit¨¤, tenuta e si sincronizza ¨C spesso mettendoli in riga ¨C con i piloti dell¡¯Aquila che, come Lorenzetti, vive nel box e corre ¡°a modo suo¡± pendendo dalle labbra del suocero, ma diventa l¡¯uomo di punta Guzzi perch¨¨ sa costruire la vittoria e vince pur partendo sempre fra gli ultimi. L¡¯ingegnere passa anche le notti alla vigilia di ogni corsa con i suoi meccanici intenti a smontare e rimontare e con i suoi corridori: con Tenni che filosofeggia in dialetto valtellinese sul perch¨¦ la gente viene alle corse, sul valore della vittoria e della vita, sul come non tradire i tifosi, mettendo sul piatto anche la pelle. E Tenni, black devil, morir¨¤ al Bremgarten di Berna, quel tragico 1 luglio 1948 in cui perse la vita anche Achille Varzi. ? Carcano che, con le tedesche NSU bicilindriche diventate imprendibili, spinge la propriet¨¤ ad abbandonare il monocilindrico buttandosi sul 2 cilindri. ? Carcano che, abbagliato da Duke al TT, lo vuole portare a Mandello dove si tergiversa e l¡¯asso inglese passa alla Gilera. ? Carcano che, con la Guzzi assente pro tempore nella duemmezzo del 1950, non vuol perdere il talentuoso freddo calcolatore e gran professionista Bruno Ruffo gi¨¤ iridato 250 1949 col ¡°Gambalunghino¡±, indicandogli un anno di passaggio in 125 (con la Mondial) prima di rientrare a Mandello nel 1951 e vincere di nuovo il titolo della quarto di litro. ? Carcano che inventa un particolare motore per testare in un antro segreto del reparto corse tutto il contrario di tutto, chiamandolo ¡°Esagera¡±.
altri successi
¡ª ?Nella prima mondiale al TT del 1949 la rossa bicilindrica 250 affidata a Robert Foster fa il giro record sopra i 144 Km/h di media e domina fino all¡¯ultimo giro quando la rottura del mozzo del volano la costringe al box. La moto migliora ancora nel 1950 e nel 1951 (48 Cv a 8500 giri e 210 Km/h): Fergus Anderson vince la gara mondiale di Berna, Lorenzetti domina nell¡¯ultima tricolore di Senigallia, Bruno Ruffo segna il giro record a Monza a 171,330 Km/h, gara dove nella 250 le Guzzi fanno cappotto: 1¡ã Lorenzetti, 2¡ã Wood, 3¡ã Ruffo, 4¡ã Montanari, 5¡ã Francisci, 6¡ã Paclocca, tutti in... parata. Dopo 18 anni gloriosi, per la bicilindrica 500 di Mandello ¨¨ l¡¯ora del meritato riposo.
LEGGI ANCHE
nuova era guzzi
¡ª ?A fine 1951 a Mandello si volta pagina lavorando su un nuovo 500 4 cilindri longitudinali (di derivazione automobilistica): ultraquadro con alesaggio e corsa di ogni cilindro 56X50 mm da 492,3 cc, distribuzione a doppio albero delle camme in testa comandato da un treno di ingranaggi cilindrici posteriore, raffreddamento ad acqua con circolazione a termosifone e radiatore ad alveare, posto davanti. La novit¨¤ assoluta ¨¨ data dal sistema di alimentazione con iniezione indiretta di carburante nel condotto di ammissione a monte della valvola di aspirazione, come gi¨¤ sperimentato nel 1940 sulla 250 monocilindrica sovralimentata. Il nuovo bolide, vicino ai 150 Kg, con forcella tipo ¡°gambalunga¡± e carenatura a ¡°becco d¡¯uccello¡± spinto da un motore da 55 Cv a 9000 giri con velocit¨¤ oltre 230 Km/h debutta trionfalmente con Lorenzetti nel 1953 al GP di Germania a Hockenheim alla media di 176,600 Km/h. A Monza la moto ha un telaio pi¨´ basso e monta la prima carenatura ¡°a campana¡±: solo la sfortuna rallenta Anderson che comunque fa il giro record della corsa a 172,300 di media. L¡¯anno dopo, con la moto ancora migliorata, Fergus Anderson vince a Mettet in Belgio e a Hockenheim strabilia, con il primato sul giro record a 188,200 Km/h!
ritocchi e trionfi
¡ª ?La 500 4 cilindri di Mandello ha un gran motore che per¨° crea problemi di stabilit¨¤ dovuti alla coppia di rovesciamento per la posizione longitudinale dell¡¯albero motore. Indietro non si pu¨° tornare e allora si alza ancora di pi¨´ l¡¯asticella pensando all¡¯8 cilindri, lo straordinario bolide dell¡¯ingegner Carcano, protagonista del prossimo pezzo. Presi dalla 500, abbiamo lasciato indietro, oltre alla 350 (cinque mondiali vinti con Fergus Anderson nel 1953-54, con Bill Lomas nel 1955-56, con Keith Campbell nel 1957) la superba 250, trionfatrice con lo splendido Bruno Ruffo del primo mondiale 1949 (l¡¯asso veronese bisser¨¤ l¡¯iride della quarto di litro sempre su Guzzi nel ¡¯51 dopo aver vinto anche quello della 125 nel 1950) e ancora campione del mondo con Enrico Lorenzetti nel 1952. La duemmezzo Guzzi viene da lontano, nata nel 1925 (rester¨¤ sulla scena agonistica per quasi trent¡¯anni!) sulla falsariga della sorella maggiore 500. Anche qui i dati parlano da soli: tre campionati mondiali vinti, sedici campionati italiani seniores, sedici vittorie al GP delle Nazioni di Monza, sette trionfi al Tourist Trophy e nove al circuito del Lario e altrettanti al GP di Svizzera, oltre cento campionati nazionali in tutto il mondo, record mondiali di motociclismo, automobilismo e motonautica. ? il motore duemmezzo pi¨´ longevo e vittorioso di sempre! Partito con 15 Cv di potenza e 140 Km/h di velocit¨¤, gi¨¤ nel 1926, dopo prestazioni superbe a Monza e al TT, stabilisce record mondiali di velocit¨¤ sulle medie distanze, con l¡¯ora a 131 di media. La moto ¨¨ oggetto di continue migliorie (nel 1935 ¨C anno del doppio trionfo Guzzi al TT nella 250 e nella 500 - si presenta al Mountain Circuit dell¡¯Isola di Man, derisi dagli avversari convinti della bont¨¤ del telaio rigido, con la sospensione elastica posteriore con forcellone oscillante, elementi telescopici in foderi orizzontali e ammortizzatori a frizione regolabili) passando dai 22 Cv a 7.500 giri sui 170 Km/h del 1935 (152,284 sul giro a Monza; 125,051 nel 1937 al TT) ai 38 Cv a 7800 giri e 200 Km/h dopo il 1937, con l¡¯impiego del ¡°compressore¡±.
primati planetari
¡ª ?Era davvero la moto dei record mondiali: 188 Km/h di media sui 5 Km; 180,502 nell¡¯ora, 182,629 sui 50 Km; 141,672 sul Km da fermo; 213 sul Km lanciato (portato poi nel 1952 a 221 Km). L¡¯Albatros 250 ad alimentazione ¡°normale¡± domina nelle gare minori mentre il duemmezzo sovralimentato continua a vincere fra i big, come nel ¡®39 al Sachsenring dove davanti a 300 mila spettatori Pagani e Sandri mettono k.o. le DKW sovralimentate e raffreddate ad acqua, vanto della Germania nazista. Dopo la Guerra, aboliti i compressori, a Mandello, nella 250 si riparte dall¡¯Albatros, sotto i 25 Cv causa la benzina di 70 NO. Dal 1949, aria nuova con il ¡°Gambalunghino¡± che dopo i debutti trionfali nel nascente Motomondiale continua ad essere sviluppato. Nel 1952 dispone del cambio in blocco a 5 rapporti, freni in lega leggera a tamburo centrale, ruote da 19¡¯¡¯, sotto i 120 di peso, motore poco sotto i 30 Cv a quasi 9000 giri vicino a 190 km/h di velocit¨¤: nel 1957 la moto con carenatura a campana tocca i 220 Km/h superando a Monza i 176 Km/h sul giro. In definitiva, pur superba nei motori da corsa pluri frazionati, la Guzzi ¨¨ stata insuperabile con le sue ¡°monocilindriche¡± capaci di vincere tutto sui circuiti e di rendere vincenti anche le moto di serie, sui mercati, non solo in Italia. Ma sar¨¤ la 500 8 cilindri l¡¯emblema della Casa di Mandello.
? RIPRODUZIONE RISERVATA