la storia
Motociclismo: la prima corsa di 130 anni fa, due visionari sotto il diluvio di Parigi
Centotrenta anni fa, il 10 maggio 1891, si disputava a Parigi su un dedalo di strade sterrate e piene di buche attorno a Longchamps, la prima corsa di motociclette. Il termine Motocyclette ¨¨ il nome definitivo e tutt¡¯ora attuale della motocicletta coniato nel 1898 dai fratelli Michel ed Eug¨¨ne Werner, due giornalisti russi con la vocazione della meccanica emigrati a Parigi che per un decennio, fino al 1908, costruiscono e corrono mietendo record con un loro prototipo che alla fine del primo decennio del Novecento monta un motore anteriore da 4 Cv con una velocit¨¤ massima di 40 Km/h! Le cronache riportano anche di una gara ancora precedente a quella di Longchamps, sempre a Parigi nei pressi di Neuilly, il 28 aprile 1887, non omologata perch¨¦ alla partenza c¡¯era solo un concorrente, mentre in quella di quattro anni dopo i corridori allo start erano... due. E, comunque, quell¡¯unico concorrente in quella corsa non scritta in alcun albo d¡¯oro era il 40enne ingegnere George Bouton che nel 1893 aveva fondato con il marchese Jules-Albert de Dion l¡¯azienda De Dion-Bouton e che in quel 28 aprile sul tre ruote aziendale copr¨¬ la distanza di 31,811 Km a una media superiore ai 25 Km/h.
moto uguale modernit¨¤
¡ª ?La moto, il motociclismo, diventano cos¨¬ una delle espressioni della Belle Epoque, con Parigi centro e volano di un mondo che, non senza limiti e contraddizioni, cambia su ogni fronte, spinto dalle invenzioni e dalle scoperte: un progresso economico, scientifico e tecnico mai raggiunto prima dall¡¯uomo. Francia, Germania, Inghilterra, Italia rivendicano la paternit¨¤ del primo velocipede con motore (il motociclo) e nel ventennio che precede la fine dell¡¯Ottocento i creatori di brevetti sono diverse decine. Il 16 marzo 1869 l¡¯ingegnere transalpino Louis-Guillaume Perreaux depositava il brevetto del suo Velocipede ¨¤ grande vitesse realizzando pochi mesi dopo il suo prototipo, una bicicletta a pedalata assistita prima con motore elettrico poi a vapore, vera antesignana delle due ruote a motore.
la prima vera moto
¡ª ?Passeranno per¨° altri 16 anni per la ¡°prima moto della storia¡± con motore a scoppio quando il 10 novembre 1885 viene messa in strada dagli ingegneri tedeschi Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach la ¡°Reitrad¡± o ¡°Reitwagen-Einspur¡±, l¡¯inedito veicolo interamente in legno, dal telaio alle ruote, sella di cuoio, senza sospensioni, alimentato da un motore a benzina monocilindrico 4 tempi di 264 cc da 0,25 Cv a 600 giri e una velocit¨¤ massima di 12 Km/h! Non si pu¨° non ricordare il contributo dell¡¯ingegnere bergamasco Giuseppe Murnigotti che il 4 febbraio 1879 aveva depositato il brevetto di un mezzo a due ruote con motore a combustione interna: un progetto completo di una motocicletta biposto mossa da un propulsore 2 tempi a combustione gassosa che per¨° rester¨¤ sulla carta, realizzato dopo diverse modifiche sei anni dopo da Daimler e Maybach in una modesta officina presso Stoccarda.
quel giorno a longchamps
¡ª ?Ma torniamo a quel 10 maggio 1891 quando una piccola folla di un centinaio di persone, incurante del temporale, si porta sin dal mattino nei pressi dell¡¯ippodromo parigino di Longchamps (inaugurato nel 1857 e con il primo Gran Premio del 1863 stellare per i suoi 100.000 franchi al fantino vincitore) c¡¯¨¨ gran fermento attorno ai due corridori Merelle e Serpollet che armeggiano sui loro bolidi, i tricicli De Dion-Bouton che di originale avevano solo il propulsore di 211 cc sui 2 Cv con velocit¨¤ massima attorno ai 30 Km/h anche perch¨¦ Serpollet alla fine aveva deciso di utilizzare un mezzo proprio, pi¨´ potente e veloce, pur se meno affidabile. Lo start viene rinviato pi¨´ volte perch¨¦ corridori, staff, organizzatori, pubblico non sono d¡¯accordo su niente e s¡¯accapigliano su tutto. A mezzogiorno in punto, al suono della campana, viene dato il via ma la delusione ¨¨ forte perch¨¦ i due mezzi non ne vogliono sapere di avviarsi... a spinta sotto la pioggia battente. Si traffica convulsamente sui motori e dopo poco pi¨´ di un¡¯ora i due centauri, berrette in testa e pantaloni alla zuava, si danno battaglia su un tracciato ridotto a un pantano di quattro chilometri da ripetersi cinque volte.
la moto, il cadere e il rialzarsi
¡ª ?Entrambi i corridori cadono pi¨´ volte e vengono rimessi in strada aiutati dalla gente che nel frattempo, incurante, del tempaccio, incita i due a non mollare. Alla fine, davanti a un fazzoletto sventolato dall¡¯unica persona rimasta sul campo, ¨¨ Marelle a vincere davanti a nessuno perch¨¦ Serpollet ¨¨ ancora gambe all¡¯aria. Marelle, per¨°, va in cerca del proprio avversario e lo incita a tagliare comunque il traguardo, spingendo il triciclo a piedi e finendo cos¨¬... secondo come recita l¡¯ordine d¡¯arrivo ufficiale della Course de tricicle ¨¤ moteur automatique: secondo, Serpollet su Serpollet. Di Marelle si perderanno poi le tracce mentre Leon Serpollet (nel 1878 assieme al fratello Henri aveva realizzato un motore a vapore con sistema di vaporizzazione istantanea con accensione quasi immediata della macchina dove veniva montato) porter¨¤ avanti, fra alti e bassi, i suoi importanti progetti tecnici e imprenditoriali, entrando in societ¨¤ con Armand Peugeot (il primo triciclo Peugeot Type 1 o Serpollet-Peugeot viene presentato all¡¯esposizione universale di Parigi del 1889 quando si inaugura la Torre Eiffel), poi di nuovo solo, nel 1890 ¨¨ protagonista con l¡¯amico Ernest Archdeacon del raid Parigi-Lione con il nuovo triciclo da sette posti con telaio a scocca spinto dal nuovo bicilindrico a vapore da quasi 5 Cv e velocit¨¤ di 30 Km/h; quindi la Serpollet a 4 ruote, che presto diverr¨¤ la nuova azienda Renault.
vapore o scoppio?
¡ª ?Nel frattempo le dispute fra motore a vapore, motore elettrico, motore a scoppio per quel che concerneva la motocicletta ¡ª ma anche l¡¯auto e i mezzi del trasporto pubblico ¡ª si risolveva a favore del motore a scoppio. Oltre alle case automobilistiche, fioriscono ovunque i produttori di motocicli e di pari passo si sviluppano le competizioni viste subito come decisivo strumento di pubblicit¨¤ e di promozione per il mezzo e per la marca. ? ancora Parigi a dare l¡¯esempio eclatante: nel 1904 al Parco dei Principi si organizza la prima corsa internazionale per moto di 250 cc che superano i 70 Km/h e nel 1905 serve la selezione il sabato per la gara delle 350 della domenica con moto sui 10 Cv oramai vicine al fatidico tetto dei 100 Km/h. Anche in Italia inizia e si sviluppa l¡¯era del ¡°biciclo a motore¡±, con case, moto, piloti e corse che diventeranno famose e vincenti, ovunque nel mondo.
in italia
¡ª ?L¡¯8 ottobre 1911 solo sette corridori, novelli D¡¯Artagnan, tagliano il traguardo nella prima massacrante edizione del Campionato Italiano di Motociclismo. Nel 1912 ecco la cavalcata della Roma-Napoli-Roma, 500 Km di infidi saliscendi in una sola tappa, antesignana dal 1914 del Giro d¡¯Italia con i suoi 2.300 Km, le sue straordinarie vicende tecniche e agonistiche durate oltre 40 anni. E dal 1937 al 1956 la Milano-Taranto, fiore all¡¯occhiello di tutte le ¡°gran fondo¡±. Per non parlare del circuito del Lario (il TT italiano) di cui quest¡¯anno ricorre il centenario della prima edizione; dei circuiti di velocit¨¤ cittadini fino alla fine degli anni Settanta; della Mototemporada; delle 200 Miglia di Imola; dei round mondiali imolesi; di Monza, del Mugello, di Misano. Per non parlare delle Grandi Case italiane, dei grandi piloti, della grande scuola italiana di meccanici, tecnici, ingegneri e del grande pubblico di appassionati con l¡¯amore infinito per la motocicletta, le corse, i suoi campioni.
alle origini di tutto
¡ª ?Da quel 10 maggio 1891, da quegli anni ruggenti di fine Ottocento e di tutto il Novecento a oggi, il motociclismo ha vissuto con intensit¨¤ il proprio cammino, fra giornate radiose e momenti bui. I bolidi da corsa, da sempre, rappresentano la punta massima dell¡¯evoluzione e del progresso di questo importante settore, con i piloti assurti a emblema dei ¡°giorni del coraggio¡±: un esempio per l¡¯uomo in cerca di sfide e di gloria, proteso alla conquista dello spazio e del tempo, ieri come oggi.
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