l'intervista
F1, Mick Schumacher: "Ferrari dolce casa. Adoro pap¨¤, ora cerco la mia via"
Una nuova era Schumacher: ¨¨ quello che milioni di appassionati si augurano, vedendo Mick calarsi nell¡¯abitacolo bianco, blu e rosso della Haas. Figli che seguono le orme dei padri, la lista ¨¨ lunga: da Graham a Damon Hill, entrambe campioni del mondo, da Gilles a Jacques Villeneuve, da Jos a Max Verstappen e ancora Nelson e Nelsinho Piquet. Ma ci vuole lo stesso tanto coraggio per confrontarsi seppure a distanza con un genitore che non ha solo vinto, ma pure scritto pagine di storia del motosport con 7 titoli iridati e 91 vittorie, una serie di record che hanno resistito per oltre vent¡¯anni e che ora stanno crollando sotto il binomio Hamilton-Mercedes. Mick Schumacher ha preso dal padre la determinazione e un senso di timidezza da mamma Corinna.
Mick, come giudica il suo debutto nel Mondiale?
"In Bahrain a parte il testa coda iniziale mi sono ritenuto soddisfatto, diciamo al 90 per cento. A Imola era la prima volta che guidavo una Formula 1 sul bagnato, anche l¨¬ mi sono girato e me la sono un po¡¯ presa con me stesso, anche perch¨¦ ero in una buona posizione sino a quel momento. Ma alla fine sono arrivato al traguardo che poi era il mio obiettivo".
Che cosa sinora l¡¯ha sorpresa di pi¨´ del pianeta F1?
"Alla fine la F1 non ¨¨ molto differente dalle categorie propedeutiche, quando me lo chiedono, mi piace ricordare che quando uno va in kart impara a usare il volante, impara anche come usare il proprio talento, a gestirsi in gara, come lavorare con i meccanici. Quindi in Formula 4 ¨¨ tutto un po¡¯ pi¨´ grande, hai un ingegnere due meccanici, un team. Lo stesso in F3 solo che appunto le squadre sono ancora pi¨´ grandi e professionali e le macchine pi¨´ veloci. Crescono il carico aerodinamico e gli ingegneri. In F2 sei gi¨¤ a un livello professionale molto alto. Tutti i team sono buoni, cio¨¨ sono in grado di fare un buon lavoro. Si tratta solo di adattarsi alla squadra, di trovare la direzione che ti consenta di migliorare, andare veloce e regolare bene la macchina. In sostanza ogni cosa che impari in questi stadi di crescita, dai kart in poi, fa parte del tuo bagaglio e di permette di ottenere prestazioni anche in F1. Ora dobbiamo lavorare insieme al team, sviluppare la macchina".
Che cosa si aspetta?
"Voglio vedere un miglioramento dall¡¯inizio alla fine della stagione. Questo ¨¨ un anno un po¡¯ particolare perch¨¦ si guidano le vetture del 2020. A livello di team bisogna imparare il pi¨´ rapidamente possibile che cosa bisogna fare quest¡¯anno. E che cosa pu¨° aiutare per iniziare a sviluppare la macchina per il 2022, che sar¨¤ una stagione cruciale".
Facciamo un passo indietro. Qual ¨¨ stata la reazione dei suoi genitori quando ha comunicato loro che sarebbe voluto diventare un pilota professionista?
"Ero con mio padre, lo ricordo bene: eravamo a Kerpen, alla pista di kart. Stavamo chiacchierando e mi ha chiesto se considerassi le corse come un semplice hobby o una cosa seria. Io fui chiaro: per me era una cosa seria. Sia lui sia mia madre mi hanno sostenuto in questa scelta".
Qual ¨¨ stato il consiglio che suo padre le dava ai tempi del kart?
"La cosa pi¨´ importante che mi ha detto ¨¨ che mi divertissi in quello che facevo. E vedere che mettevo in pratica quel suggerimento era molto importante per lui allora. Se ami ci¨° che fai, lo fai bene".
Chi ¨¨ per lei Jean Todt? Un amico, un secondo padre?
"Lo conosco da quando ero bambino, ho un immenso rispetto per lui sia dal punto di vista umano sia professionale. I suoi consigli sono preziosi. E s¨¬ per me ¨¨ un caro amico".
Lei ha corso con la Prema e prima ancora con i kart della Tony: che opinione si ¨¨ fatto dell¡¯Italia?
"Sono venuto da voi quando avevo 12 anni, direi che ho un buon rapporto con l¡¯Italia in generale, ho vissuto alcuni dei momenti pi¨´ belli come la vittoria a Monza dell¡¯anno scorso. Ho tante relazioni con l¡¯Italia senza dimenticare che conosco la Ferrari da quando ero bambino...".
Ricorda il primo gran premio a cui ha assistito dal vivo?
"Beh, quello che ricordo bene ¨¨ quando accompagnavo mio padre a Fiorano per i test, lo osservavo girare seduto in tribuna. Il primo gran premio? Non ho grandi ricordi per la verit¨¤, forse avr¨° avuto sei anni. Mi ¨¨ rimasta invece impressa la mia prima trasferta in Australia a Melbourne e in Canada. Era il 2010 (quando il padre, tornato alle corse, guidava per la Mercedes; n.d.r.). Sono ricordi speciali".
Citava Maranello: che cosa le piaceva fare quando ci veniva con suo padre?
"Quando sei bambino, non realizzi molto, osservi solo delle macchine che vanno veloci su una pista. Ma non capisci dove sei, ora sapendolo, beh ¨¨ diverso, ¨¨ un posto speciale. Se penso che ogni tanto giro a Fiorano dove mio padre ha percorso centinaia di giri... qualcosa di emozionante".
Quando varca quei cancelli non le viene mai da pensare: "Qui mio padre ha scritto pagine di storia della Ferrari?"
"S¨¬ certamente, so che ¨¨ parte della storia della Ferrari e ora ¨¨ bello che di questa storia faccia anch¡¯io parte".
Lei parla spesso con Mattia Binotto? Che cosa le suggerisce?
"Mi chiede di divertirmi, di godere di quello che sto facendo perch¨¦ solo cos¨¬ puoi estrarre tutto il potenziale che c¡¯¨¨ in te. E se quella passione che ti anima riesci a trasmetterla al tuo team, sarai sempre in grado di vincere delle corse, dei campionati".
Com¡¯¨¨ il suo rapporto con Charles Leclerc? In fondo un domani potrebbe diventare il suo compagno di squadra.
"Lo conosco da quando era in Prema nel 2017, ma era una relazione superficiale perch¨¦ correvamo in categorie differenti. Lo guardavo in tv quando disputava la F2".
Il suo team, Haas, ¨¨ di propriet¨¤ americana, ha sede in Gran Bretagna, una macchina dal dna italiano, grazie al rapporto con Ferrari e Dallara e un capo altoatesino che parla il tedesco. Come si trova?
"Sono stato positivamente sorpreso dal team, ¨¨ fantastico. Siamo gi¨¤ in sintonia anche se non ci conosciamo da tanto tempo, mi sento come a casa. E un pilota quando si sente bene in una squadra rende meglio, io da pilota ho massima fiducia in chi lavora con me cos¨¬ come loro nei miei confronti, con una relazione cos¨¬ forte si pu¨° affrontare bene la stagione. Il team ha una buona struttura e si respira una buona atmosfera e questo ¨¨ senz¡¯altro positivo".
E Mazepin, il suo nuovo compagno: come vi trovate?
"Eravamo gi¨¤ insieme ai tempi della Formula 3 e prima ancora della Tony Kart nel 2013 e 2014. Non abbiamo mai speso troppo tempo insieme, essendo comunque rivali. Ma ora stiamo lavorando bene insieme per ottenere il massimo dalla nostra Haas".
C¡¯¨¨ qualche pilota che ammira per come vive dentro e fuori le piste?
"Io adoro mio padre, credo che abbia fatto tutto sempre nel migliore dei modi. Per il resto sono concentrato su me stesso, non cerco un modello, ma la mia via".
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Suo padre amava praticare altre discipline sportive, come ciclismo e giocare a pallone (faceva parte di una squadra dilettantistica svizzera, l¡¯Echichens; n.d.r.). E lei?
"Piace anche a me girare in bici (nei sentieri che si snodano nel canton Vaud dove vive; n.d.r.) l¡¯altra grande passione ¨¨ la palestra, ci resto un sacco di tempo. Ma c¡¯¨¨ poco tempo per avere degli hobby".
Sua sorella ¨¨ nazionale tedesca di equitazione, ogni tanto capita che vi alleniate insieme?
"Ma io non vado a cavallo, sarebbe difficile farlo! Comunque adoro quello che fa, la sostengo esattamente come lei fa con me".
Vettel ¨¨ un amico di suo padre, gli chiede qualche consiglio quando vi incrociate ai gran premi?
"Sebastian ¨¨ anche amico mio. Ci piace stare insieme e sono contento di potergli fare delle domande sulla F1. ? bello avere qualcuno come lui nel paddock".
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