L'INTERVISTA
Correa torna a Spa: "Corro per Hubert, sogno un podio"
I motori si riaccenderanno a Spa. E per uno dei piloti non sar¨¤ come per gli altri. Perch¨¦ lui l¨¬, il 30 agosto 2019, su per il Raidillon ha visto la morte. Juan Manuel Correa lungo quella salita, quando non aveva gi¨¤ pi¨´ il controllo della sua auto di F2, si ¨¨ trovato davanti la Arden di Anthoine Hubert, e non c¡¯¨¨ stato nulla che potesse fare. L'ha travolta. Hubert ¨¨ morto, lui ¨¨ finito in coma. Al risveglio si ¨¨ impuntato fino a quando ¨¨ riuscito ad evitare che gli amputassero il piede destro. Ha subito 25 interventi chirurgici, quest¡¯anno ¨¨ rientrato in pista, in Formula 3, e ora ci siamo. ? il momento di Spa. Juan Manuel ("No, non ¨¨ per Fangio, ¨¨ una coincidenza") Correa ha 22 anni, ¨¨ nato a Quito, in Ecuador, ma ¨¨ cittadino (e corre come) statunitense. Vive a Miami, durante la stagione fa base a Barcellona. Suo nonno, Rodrigo Borja Cevallos, ex presidente dell¡¯Ecuador, ¨¨ un Borgia. Juan Manuel ¨¨ cio¨¨ discendente in linea diretta di Giovanni Borgia e di papa Alessandro VI.
Si vede come un miracolato?
"S¨¬, penso di esserlo. E se non un miracolato, certamente molto fortunato. Se guardi quel che ¨¨ accaduto, pensi che dovrei essere morto. Tutto quel che ¨¨ accaduto per salvarmi la vita ¨¨ stato una fortuna. Sono qui, al mondo, per le persone che mi hanno aiutato. In pista invece sono tornato per il lavoro, duro, che ho fatto. E quindi quando qualcuno dice che il mio ritorno ¨¨ un miracolo, quello mi fa arrabbiare. Faccio quattro, cinque ore di lavoro ogni giorno. Riguardando come erano le mie condizioni, e quel che dicevano i medici, sembrava impossibile a tutti che potessi tornare, anche agli esperti. Dicono di non aver mai visto niente del genere. Sono orgoglioso, ma non ¨¨ un miracolo".
Un miracolato rispetto all¡¯incidente, non al ritorno, quindi.
"Ah s¨¬, quello s¨¬. C¡¯¨¨ stato pi¨´ di un momento in cui sarei potuto morire".
E non ha mai pensato: "Okay, ¨¨ andata bene, me ne torno a casa e basta cos¨¬"?
¡°S¨¬, mi sono chiesto se avrei voluto continuare a rischiare tanto. Ho anche avuto possibilit¨¤ di fare altro, e nessuno mi ha fatto pressioni per tornare. Ma ho pensato che non sarei mai pi¨´ stato davvero del tutto contento se non ci avessi riprovato. Il mio ritorno ¨¨ amore per le gare e al tempo stesso una sfida a me stesso. Volevo provare che sarei stato capace di tornare. Una cosa per me molto importante".
E tra tutte le persone vicine a lei, la famiglia, suo nonno, nessuno le ha consigliato di lasciar stare?
"Mia madre s¨¬. Onestamente s¨¬, molti nella mia famiglia mi hanno detto che era abbastanza. Mi hanno invitato a fare qualcosa d'altro. Ma devo anche dire che non li ho mai ascoltati pi¨´ di tanto. Esattamente come prima dell'incidente: ho sempre fatto quel che volevo fare. Una volta che ho deciso sono andato avanti: e il ritorno in pista ¨¨ diventato una motivazione per la mia riabilitazione".
E al momento di tornare ha detto che qualsiasi risultato avrebbe ottenuto sarebbe stato in memoria di Anthoine.
"? esattamente cos¨¬, lo sar¨¤ sempre".
Ha contatti con la sua famiglia?
"S¨¬. Sento e mi scrivo con sua madre, Nathalie. Fin da subito, fin da quando mi sono svegliato dal coma. Di recente le ho detto che ovunque andr¨° nel mondo delle corse porter¨° il suo Anthoine con me. Perch¨¦ eravamo sulle stesse piste, nello stesso campionato, combattevamo per lo stesso obiettivo, per arrivare in Formula 1. Tutti noi che siamo in questi campionati abbiamo storie molto simili, gli stessi sacrifici, gli stessi sogni. Quando ho saputo che Anthoine era morto ero molto triste. Perch¨¦ ho pensato a una persona che non ¨¨ pi¨´ qui, ma anche perch¨¦ significava che non avrebbe pi¨´ potuto vivere il suo sogno. Che ¨¨ anche il mio. Ho la fortuna di poter continuare a fare qualcosa che lui avrebbe voluto fare. Ecco perch¨¦ lo porter¨° sempre con me".
Ripensa all¡¯incidente? ? nei suoi incubi?
"Non esattamente quell'incidente. Ma ho avuto molti incubi sulla morte e altre cose orribili che riguardano spesso le mie gambe e le mie ferite. Ne avevo tantissimi soprattutto nel lungo periodo in ospedale. Una volta tornato a casa ¨¨ andata molto meglio".
Meglio parlare di sogni. Come ¨¨ stato il rientro alle corse?
"? stato al tempo stesso interessante e difficile. Perch¨¦ tutto il periodo che l'ha preceduto ¨¨ stato pi¨´ riabilitazione per la gamba che non una vera preparazione fisica. Alla prima gara a Barcellona non avevo aspettative particolari. ? stata dura sia come tenuta fisica, sia perch¨¦ non era facile trovare il ritmo in pista. Poi ho visto i miglioramenti, con diversi piazzamenti a punti. ? stato difficile, ma positivo. E mi aspetto altri passi avanti".
Com¡¯¨¨ la condizione delle sue gambe ora?
"Siamo ancora in una fase di riabilitazione. Migliorano, e mi fanno pensare bene, considerando il tipo di danni che ho. Ogni giorno faccio ore di lavoro. La sinistra diventa sempre pi¨´ forte: riesco a frenare come voglio, anche se uso una versione soft del freno e quindi c¡¯¨¨ ancora qualche step da fare. La destra mi fa sempre male. Riesco a camminare senza bastone, ma sento sempre molto dolore. Non ¨¨ facile".
Com'¨¨ il suo programma quotidiano di riabilitazione?
"Ogni giorno vado in palestra al mattino. Oltre al normale potenziamento devo fare proprio esercizi per reimparare a camminare in modo corretto. Faccio massaggi per rinforzare e per stimolare la mobilit¨¤, trattamenti coi laser, con la pressione, col freddo. E faccio riattivazione neuromuscolare, perch¨¦ purtroppo c¡¯¨¨ ancora qualche muscolo che non lavora del tutto. Mi servono in media due ore al giorno".
E si pu¨° immaginare che non sia l'aspetto peggiore e pi¨´ difficile del ritorno¡
"? stato difficile perch¨¦ sono rimasto senza guidare per tanto tempo. Anche se non avessi avuto quell¡¯incidente, stare un anno e mezzo senza guidare avrebbe reso tutto difficile. Ma combinando questo tipo di difficolt¨¤ con le limitazioni fisiche che mi ritrovo i problemi sono diventati doppi. Una doppia sfida".
E psicologicamente?
"L¡¯aspetto psicologico ¨¨ stato pi¨´ difficile nel primo periodo della riabilitazione, immediatamente dopo l¡¯incidente, nei primi mesi. Quelli s¨¬, sono stati duri. E anche quando si ¨¨ cominciato a pianificare il ritorno. Perch¨¦ capivo che rischiavo molto, che avrei dovuto avere molta fiducia in me stesso nonostante le limitazioni. Ma ad essere onesto, poi, fin dal primo momento che sono tornato nell'abitacolo, nel febbraio di quest'anno, non ho pi¨´ avuto problemi psicologici".
Non ha pi¨´ paure ora rispetto a prima dell¡¯incidente?
"No. Sono pi¨´ maturo. Capisco i rischi pi¨´ di prima. Ho una visione pi¨´ completa della gara, riesco a stare fuori dai guai con pi¨´ intelligenza. No, non ho paura. Se l¡¯avessi, non sarei stato in grado di tornare".
Ora ¨¨ nella Sauber Academy: la Formula 1 ¨¨ un sogno ancora vivo?
"S¨¬, essere collegato ad un team di F1 ¨¨ perfetto, ¨¨ quel che volevo. Ma soprattutto per me ha un gran significato, perch¨¦ ero gi¨¤ con la Sauber prima dell¡¯incidente: il team mi ha dato molto supporto. E Fr¨¦d¨¦ric Vasseur, team principal della Sauber, ¨¨ anche proprietario della Art, il team con cui corro ora in Formula 3".
Obiettivo per questa stagione?
"Continuare a migliorare, continuare a tornare ad essere il pilota che ero. E anche fare qualche risultato. Ho detto che all¡¯inizio il podio non era un obiettivo realistico, spero che lo sia nel finale di stagione. Magari anche qualche vittoria. E, pi¨´ importante di tutto, vorrei avere un posto in Formula 2 per il prossimo anno".
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