Le pagelle del Tour
Cavendish e il suo Tgv

Tracciamo un bilancio della Grande Boucle appena conclusa attraverso i voti ai suoi protagonisti: il velocista britannico ha un treno di "all stars", Contador è il più forte su ogni terreno; Andy Schleck generoso. Disastrosi Sastre e Menchov

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PARIGI (Francia), 27 luglio 2009 - A ruote ferme, tracciamo un bilancio del Tour de France attraverso le pagelle ai protagonisti.

alberto contador 9 — Campeador, Matador, Cantador. Il più forte in salita, il più forte a cronometro: così si vincono i grandi giri. E non sempre ha aperto tutto il gas. Avrebbe potuto vincere anche a Le Grand-Bornand (tappa a Frank Schleck) e sul Ventoux (tappa a Garate). Ha battuto anche la pressione psicologica.

mark cavendish 9 — Palla di cannone, Cav, Mark il Cavernicolo. Sei vittorie. In volata riesce quasi a vincere per distacco. Se va avanti così, il prossimo anno conquisterà anche Fiandre e Roubaix. Ha un treno - un Tgv - di "all stars", da Hincapie a Martin, da Rogers a Renshaw. Imbattibile. Può temere solo se stesso.

lance armstrong 8 — Fortebraccio, Grande Vecchio, Cowboy. Passato, ancora presente e, almeno per un altro anno (con la sua nuova squadra), anche futuro del ciclismo. E se fosse riuscito a prendere la maglia gialla (22 centesimi lo hanno diviso da quella di Fabian Cancellara), il Tour avrebbe preso un’altra piega.

Andy Schleck, magia bianca per il secondo anno. Reuters

andy schleck 7,5 — Bambù, Andianapolis, Andyamo. Il minore dei fratelli lussemburghesi è il maggiore per talento, carattere, risultati. Generoso nel regalare la tappa di Le Grand-Bornand a Frank. Sciocco nel cercare di regalargli anche il podio nella tappa del Ventoux: avrebbe potuto vincerla. Maglia bianca per il secondo anno consecutivo.

thor hushovd 7,5 — Thor de France. Una tappa e la maglia verde. Per sfuggire al dominio di Cavendish, il norvegese ha fatto gli straordinari: la tappa l’ha dovuta vincere sulla salita del Montjuich, a Barcellona, e la maglia verde se l’è dovuta guadagnare nei traguardi volanti.

Pellizotti, un italiano a pois 17 anni dopo Chiappucci. Reuters

franco pellizotti 7,5 — "Pelli", il Delfino di Bibione. Maglia a pois per i gran premi della montagna. E il più combattivo del Tour. Se poi fosse riuscito ad aggiudicarsi anche una tappa, sarebbe stato il massimo. Invece ha collezionato un secondo e un terzo posto.

fabian cancellara 7,5 — Spartacus, l’espresso di Berna. Ha surclassato tutti nella crono di Montecarlo e indossato la maglia gialla per sei giorni, ha fatto la cronosquadre da solo, ha lavorato come se fosse una squadra in salita per gli Schleck.

vincenzo nibali 7 — Lo Squalo dello Stretto. Settimo nella generale (primo fra gli italiani), secondo fra i giovani. Medaglia d’oro alla resistenza, non solo fisica, ma anche morale. Ha margini di miglioramento. Ha carattere. E’ il simbolo del ciclismo italiano.

Rinaldo Nocentini, 8 giorni in maglia gialla. Afp

rinaldo nocentini 7 — "Rina", Rinaldinho, il Noce. Otto giorni in maglia gialla; chi l’avrebbe mai detto? Poi non crolla: quattordicesimo nella generale. Ha approfittato di un’occasione, difeso il primato con calma e con quel po’ di fortuna che aiuta i coraggiosi.

alessandro ballan 5 — Ballando Ballando. Il campione del mondo non ha trovato l’occasione buona. Giunto al Tour con soli 10 giorni di corse per colpa di un virus, Alessandro ha rischiato di vincere nella tappa di Aubenas, ma è stato risucchiato dal Tgv di Cavendish.

daniele bennati 5 — "Benna". E’ partito con due costole incrinate, che non gli permettevano di respirare (e riposare). Dettaglio non trascurabile per chi fa ciclismo. Piano piano si è ripreso. Ha tentato l’avventura nella tappa di Besançon, ma gli è andata male.

carlos sastre 4 — Un anno fa trionfava. Stavolta mai in corsa, fin dal primo giorno, nella crono di Montecarlo, quando il casco gli cadeva sugli occhi. Un solo scatto, suicida, nella tappa di Le Grand-Bornand. Sempre nella pancia del gruppo, spesso staccato, poi ha mollato.

denis menchov 3 — Fallimentare. Cadute, ventagli, buchi. Forse distratto anche dall’inchiesta Humanplasma in cui è stato convocato come persona informata dei fatti. Lo si ricorda, davanti, nella terzultima tappa, solo per una tirata sull’ultimo gpm per facilitare la volata a Freire.