Ancora super Cavendish
Quinta volata vincente

Nella 19ª tappa del Tour de France vince il britannico allo sprint su Hushovd e Ciolek. Tentativo del campione del mondo Ballan, ripreso a 1600 metri dal traguardo. Pellizotti, conferma matematica della maglia a pois, Wiggins e Kloden perdono 4''. Domani il Ventoux.

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AUBENAS (Francia), 24 luglio 2009 - E cinque. Mark Cavendish, Mark il Cavernicolo (come lo chiamiamo affettuosamente noi), Palla di cannone (Cannonball, come lo chiamano gli inglesi), vince in volata la sua quinta tappa, velocissima, ma non per velocisti come lui. A 16 km dall’arrivo c’è il Col de l’Escrinet, seconda categoria, 14 km di salita, da 210 a 787 metri, che non è roba pirenaica e neanche alpina, ma con questo caldo e con questo vento e con tutta questa velocità (alla fine la media è di quasi 46 e mezzo), rischia di spaccare le gambe. Una fatica in più per scattisti, per classicisti, per campioni del mondo come Alessandro Ballan. Infatti Ballan ci prova: attacca, rulla, vola, soprattutto spera. Il suo sogno si esaurisce a 1,3 dall’arrivo, quando il Tgv della Columbia, la squadra di Cavendish, aiutato anche da vagoni della Milram, la squadra di Ciolek, lo inghiottiscono. Tony Martin risucchia Cavendish fino ai 200 dalla linea, lì decolla l’uomo dell’Isola di Man. Secondo Hushovd, terzo Ciolek, quarto il belga Van Avermaet, quinto Freire. Primo italiano: il sempre vivo Nocentini, diciannovesimo. Oggi era tutto il gruppo a voler andare in fuga. Da Pozzato a Tosatto, l’ultima possibilità per un giorno di gloria, per un titolo da prima pagina, per un nuovo anno di contratto. Fra i 19 audaci che tentano il colpo fin dal primo chilometro, un solo italiano, Daniele Bennati. Scaramucce, battaglie, fuochi incrociati. A -31 l’attacco isolato del francese Lefevre, ai -19 raggiunto da Ballan, poi il pokerissimo di Cavendish.

cannonball — Cavendish, felice: "La prima settimana pensavo di poter vincere magari anche qui, ma dopo tre settimane le cose si complicano maledettamente. La Rabobank ha fatto un ritmo infernale sull’ultima salita, però io ho avuto a disposizione una squadra ancora una volta eccezionale. Mi bastavano tre uomini, e i tre sono stati eccezionali: Monfort, Hincapie e Martin. E’ stato lo sprint più difficile di tutto il Tour, questa vittoria rappresenta uno dei picchi della mia carriera". Quanto alla maglia verde: "La merita Hushovd dopo l’impresa della tappa alpina, in cui è andato in fuga su tre montagne per prendere i punti di due traguardi intermedi. Io mi sono concentrato di più sulle tappe".

Alberto Contador: la maglia gialla è sempre più sua. Afp

hushovd e contador — Eccolo, Thor Hushovd, olimpico: "Si pensava che fosse una tappa di transizione, invece, almeno per me, è stata la tappa più dura del Tour. A tutta per tutto il giorno. Nella classifica a punti, fra me e Cavendish ci sono 25 punti. Se non sbaglio la volata di Parigi, dovrebbero bastare". Alberto Contador, tranquillo: "Un finale di gara complicato, prima per la fuga, poi per la velocità e il vento, quindi per la strada bagnata. Non volevo prendere rischi e compromettere tutto. C’è stato un buco di 4", ne ha approfittato solo Armstrong, va bene così. Domani prevedo che mi attaccheranno i fratelli Schleck: il mio obiettivo è tenere la maglia gialla e portarla a Parigi, difendermi sarà già difficile, non penso di attaccare. Sarebbe bello poter aiutare Armstrong a tenere il podio o addirittura a migliorare la sua posizione".

pellizotti a pois — Andy Schleck, deciso: "Il Ventoux è l’ultima occasione per cambiare qualcosa. Domani è il giorno. Potrei essere contento per il secondo posto, ma sono venuto qui per conquistare il primo". Franco Pellizotti, soddisfatto: 90° a 9’31", ma aritmeticamente vincitore della maglia a pois per i gran premi della montagna. "Giornata faticosa. Ho sentito all’improvviso tutta la stanchezza di queste tre settimane. La maglia è sicura, ne è valsa la pena. Perché è il simbolo degli scalatori, ma anche della combattività, ed è un riconoscimento per il ciclismo italiano. Per me è una conferma: dopo il podio di Roma, terzo al Giro, adesso il podio a Parigi". Vincenzo Nibali, settimo nella generale: "Speravo in una giornata più riposante, invece siamo andati a tutta, poi c’era un caldo atroce, e non ci si poteva permettere il lusso di distrarsi neppure per un attimo. Rimane il Ventoux. In queste condizioni, meglio correre in difesa e cercare di difendere piuttosto che di attaccare". Domani il Ventoux. La montagna della leggenda, degli eroi e dei morti, del caldo che frigge l’asfalto e del suolo che sembra la Luna. La montagna che Armstrong non ha mai conquistato.