L'arrivo trionfante di Arnould Demare e Adrien Petit . Sulla sinistra si vede l'azzurro Fortin. Afp

Gli sono mancati almeno due uomini nell’ultimo chilometro, per tenerlo coperto prima della volata. Invece Filippo Fortin ha fatto quello che poteva, era messo bene a ruota dei francesi, ma per lui la volata è finita ai 150 metri quando i transalpini hanno accelerato. E così l’Italia chiude la prima giornata delle prove in linea dei Mondiali di ciclismo con amarezza: 11ª Rossella Ratto nelle juniores, ripresa ai 500 metri, e sesto Filippo Fortin negli under 23.

doppietta francese — E’ stata doppietta francese: oro ad Arnould Demare, 20 anni, originario della Picardia, argento al connazionale Adrien Petit e bronzo all’inglese Andrew Fenn. Demare, velocista di punta della Nazionale francese, era uno dei favoriti: in questa stagione era giunto 4° alla Roubaix under 23, per intenderci, e due settimane fa era passato professionista con la Française des Jeux: 70° alla Parigi-Bruxelles. Così come sono stagisti nei pro’ sia Petit, che milita nella Cofidis, sia l’inglese Fenn, in una squadra Continental britannica. Nella gara Under 23 i professionisti possono partecipare, a patto che non corrano in formazioni WorldTour, quelle di prima fascia. Il percorso si è confermato velocissimo e per nulla selettivo.

gli azzurri — Gli azzurri del c.t. Amadori si sono mossi bene, hanno cercato di movimentare la gara con la lunga fuga di Gianluca Leonardi, in compagnia del brasiliano Manarelli: hanno avuto anche 4’30", ma sono stati inesorabilmente ripresi. Frustate, allunghi, accelerazioni, qualche caduta per inesperienza e per il nervosismo che c’è in gruppo quando si va a 45-46 orari di media. Ma non si fa la differenza. Fortin ha trovato qualcuno più forte di lui, alla fine di una volata condotta forse con un po’ di presunzione. Perché ai 120 metri Filippo era quarto e ha provato a uscire per guadagnare almeno il podio. Invece ai -50 si è piantato ed è rimbalzato indietro, sesto. "Coperto tutto il giorno - dice Fortin - mi sentivo benissimo. Ho preso la ruota giusta, quella di Demare, e avrei fatto bene a cercare di tenerla il più possibile. Invece ho esagerato e pagato".

il circuito — Il successo di Demare conferma che questo è un circuito per velocisti, che devono essere protetti adeguatamente dalla squadra nell’ultimo chilometro, cioè prima della curva a destra che immette sul rettilineo: da quel punto mancano 890 metri al traguardo. Fondamentale avere almeno tre uomini che tengano davanti il leader designato senza fargli spendere energie per tenere la posizione, quello che è successo a Fortin. Il Mondiale si vince negli ultimi 150 metri, cioè il tratto più duro in salita che poi spiana nei 50 metri finali, dove chi ha una goccia di energia in più riesce ancora a fare la differenza. E guardando il Mondiale non possiamo non pensare ad Andrea Guardini, il neoprofessionista veronese della Farnese che ha centrato quest’anno 11 vittorie: nessuno come lui in Italia, ha battuto anche Cavendish. E’ abituato a lottare, a sgomitare, è stato un vincente anche su pista. Invece non è stato convocato negli under 23 perché non ritenuto adatto al percorso, e anche perché la sua convocazione avrebbe dato fastidio alle squadre dilettantistiche. Alla fine, il Mondiale l’ha vinto un neopro’ abituato a sgomitare con i più grandi.