Doping, Armstrong: la rabbia dei corridori
Simeoni: "Parole che non mi risarciscono"
Milano, 18 gennaio 2013
Il primo accusatore di Lance: "Cancelliamo chi fa male al ciclismo, in quegli anni era impossibile vincere senza doparsi". Andy Schleck: "Ha confessato troppo tardi". Olivier, team manager Lotto: "L'elefante ha partorito il topolino". Savoldelli: "Era obbligato a vincere". Peron: "Il Lance che ho conosciuto era pulito". Il campione di tennis Djokovic: "Deve pagare per le sue bugie"
La confessione di Lance Armstrong nell'intervista a Oprah Winfrey fa il giro del mondo e torna indietro carica di rabbia e veleni. Lance non convince, è questa la prima sensazione a leggere le reazioni di enti, istituzioni, corridori e stampa mondiale.
SIMEONI — Torna a parlare Filippo Simeoni, l'ex corridore primo grande accusatore di Lance Armstrong: reo confesso per uso di epo, aveva riferito della frequentazione di Armstrong con il dottor Ferrari. "Sono amareggiato anch'io per tutti questi anni di truffe e inganni - ha detto a Radio24 - per me cambia poco, le parole di Armstrong non mi risarciscono. In quegli anni era impossibile vincere senza doparsi, ora bisogna cancellare il passato e le persone che ancora fanno male al ciclismo. Armstrong sta dicendo solo le cose che fanno bene a lui non al sistema. Le sue scuse? Non so se le accetterei". In precedenza, a Radio Montecarlo aveva detto: "I vertici del ciclismo che restano? Tutto ciò è avvenuto con la complicità di chi è in alto. Ci vuole una presa di coscienza generale, di tutte le componenti. Mi auguro che si abbia la forza per cambiare questa generazione di persone che hanno fatto male al ciclismo".
gregari — Paolo Savoldelli, gregario di Armstrong al Tour de France 2005 (l'ultimo dei sette vinti dall'americano), ha spiegato: "Non sono convinto affatto che abbia vinto sette Tour solo per essersi dopato. Quello che ha rovinato Lance è stato il fatto di incarnare il sogno americano. Era un atleta fisicamente fortissimo, un uomo di un altro pianeta. Aveva caratteristiche incredibili, le corse più erano difficili e più lui si caricava. Era un vincente nato, un dominatore. Per queste sue doti si era riuscito a costruire attorno tutto un entourage, che col tempo ha creato un movimento di denaro pazzesco. Era obbligato a vincere, tanto volte mi sono chiesto come facesse a convivere con tante pressioni addosso. Il nostro sport sta pagando errori del passato, il ciclismo non è mai stato così pulito come oggi". A confermare le parole di Savoldelli anche un altro ex gregario di Armstrong, ai tempi del team Motorola, Andrea Peron: "Il Lance che ho conosciuto io sono sicuro che era pulito. Quella squadra non era la Us Postal, il cambiamento di Armstrong è avvenuto lì. Quello che ho conosciuto io era un fenomeno, che non aveva bisogno del doping. Senza forse di Tour non ne avrebbe vinti sette, ma due o tre sicuramente. A un certo punto si è fatto prendere dalla voglia di strafare, dal delirio di onnipotenza. Ma sarebbe stato un campione comunque, anche senza doping".
CORRIDORI — Tra i primi a parlare Andy Schleck (Leopard-RadioShack): "La confessione arriva troppo tardi. Però voglio ricordare anche quello che Lance Armstrong rappresenta fuori dello sport, soprattutto per Livestrong, la sua fondazione per la lotta al cancro. Penso che sia davvero una brava persona. Sono ovviamente deluso, ora che sappiamo come ha vinto i Tour. Ma è tempo di tornare alle nostre carriere e pensare al futuro. Il passaporto biologico e i controlli a sorpresa hanno infatti cambiato il ciclismo". Samuel Sanchez (Euskaltel-Euskadi): "Voglio guardare al futuro e non indietro. L'immagine del ciclismo sofferto di quel periodo, oggi è completamente diversa". Phil Anderson (ex compagno alla Motorola): "Non ha tirato fuori nulla dal cilindro, almeno per ora".
LEGGI ANCHE: L'INTERVISTA PAROLA PER PAROLA
EX CORRIDORI — Parla Greg Lemond, tre volte vincitore del Tour de France: "Se Armstrong avesse dato a Floyd Landis e Tyler Hamilton lo stesso doping utilizzato per se stesso, non avrebbe mai vinto. Lo avrebbero battuto. In Lance non ho visto il bisogno di redimersi, il rimorso di una persona realmente dispiaciuta. Bisogna ringraziare Oprah Winfrey, le cui domande hanno mostrato a tutti il mancato pentimento di Lance Armstrong". Christophe Bassons, ex pro della Française des Jeux, duro con Armstrong già nel 1999 dalle colonne de Le Parisien: "Ha recitato esattamente come mi aspettavo. Armstrong è un tipo di ghiaccio e forte, non piangerebbe di fronte a nessuno, figuriamoci davanti a una telecamera".
DJOKOVIC — Lance Armstrong "deve pagare per le sue bugie". È questo il durissimo commento di Novak Djokovic, il numero 1 del tennis mondiale. "È una disgrazia per lo sport avere un atleta come lui. Ha preso in giro lo sport, ha preso in giro tantissima gente in tutto il mondo. Non è serio nei confronti di tutti gli sportivi, di tutti gli atleti. Non è questo il modo di raggiungere il successo - ha aggiunto il tennista serbo, che sta disputando gli Australian Open a Melbourne - e dunque penso che debba pagare per le bugie di tutti questi anni". Djokovic ha poi sostenuto la correttezza dei test antidoping utilizzati nel tennis, basati su test urinari più che su quelli sanguigni. "I risultati sono sotto gli occhi di tutti e dimostrano che in questi ultimi anni ci sono stati giusto uno o due casi e riguardavano gente che era fuori dalla top 100".
DIRIGENTI — Parlano anche i dirigenti, come Bill Olivier (team manager Lotto Belisol): "Molto è stato detto prima, anche se un paio di cose concrete sono emerse. Mi è sembrato il classico show americano, l'elefante che ha partorito un topolino. Lance Armstrong sapeva quello che aveva da dire, e soprattutto quello che voleva dire. L'intervista è stata tutta orchestrata per mettere Armstrong sotto una luce migliore". Hilaire van der Schueren (direttore sportivo Vacansoleil-DCM): "Dateci il tempo di capire la vicenda nel suo insieme. Ormai è tempo di pensare al futuro del ciclismo". Hein Verbruggen (presidente Uci ai tempi di Armstrong): "Dopo anni di bugie, sono orgoglioso di constatare che la teoria del complotto Armstrong-Uci era priva di ogni fondamento. Non abbiamo mai avuto niente da nascondere".
LEGGI ANCHE: USADA, UCI, WADA - ARMSTRONG STORY - L'INTERVISTA
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