"Noi del ciclismo sappiamo che l'ordine d'arrivo delle Olimpiadi non ci è piaciuto. Ha vinto il corridore sbagliato nel modo sbagliato. Si è parlato di un atleta 'caduto' e tornato in sella: prendo atto. Ma è il campione sbagliato". L'attacco arriva dal presidente della Federciclismo Renato Di Rocco, che evidentemente dà credito all'inchiesta dell'Unione ciclistica internazionale su Vinokourov, accusato di avere comprato la vittoria della Liegi-Bastogne-Liegi del 2010.

Alexandre Vinokourov sul podio della Liegi-Bastogne-Liegi. Afp

volata sospetta — Il kazako la scorsa estate ha vinto a sorpresa anche la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra, battendo in una volata senza storia il colombiano Rigoberto Uran. "Le combine a quei livelli sono trasgressioni assolute che vanno colpite. Ma nel gruppo, ci sono sempre stati favori. E credo che sia così anche in altri sport", ha spiegato Di Rocco. Che poi difende il suo sport: "Il doping? Il ciclismo paga perché cerca e ha voluto affrontare queste problematiche a viso aperto. Lo scandalo che ha coinvolto Lance Armstrong ha acceso i riflettori su un periodo nero, dobbiamo esserne consapevoli. Ma bisogna guardare avanti, non c'è crisi di vocazione a livello giovanile e, in particolare, femminile'', ha ribadito il numero uno della Fci.

italia da 8 — Secondo il capo della Federciclismo il sistema italiano merita un otto in pagella, "perché siamo 110.000 operatori, abbiamo 3700 società radicate su tutto il territorio. Normalmente si parla solo del vertice, ma bisogna considerare tutto il movimento. Nei giorni del Giro d'Italia siamo uno spettacolo itinerante che va incontro a milioni di persone. La bicicletta fa sempre tendenza, va intesa prima come stile di vita e poi come agonismo". Un movinmento in continua crescita secondo Di Rocco: "Sempre più persone vanno in bici: non vogliamo certo metterci contro il calcio, ma nei giardini vediamo sempre più biciclette e sempre meno palloni. Vogliamo che la nostra attività abbia una finalità educativa''.

Renato Di Rocco, presidente della Federazione ciclistica italiana. Bettini

l'outing di scarponi — Di Rocco fa poi i complimenti a Michele Scarponi, il corridore marchigiano che ha ammesso, davanti alla procura antidoping, di avere incontrato due volte il medico Ferrari, inibito a vita dal 2002. Per questo potrebbe pagare tale frequentazione vietata con una squalifica di almeno tre mesi: "Mi fa piacere che corridori come Michele Scarponi prendano coscienza e che diano segnali di comportamento diversi alle nuove generazioni. Poi il caso di Michele Ferrari è atipico perché anche io, che sono il presidente, non sapevo che fosse stato inibito dalla nostra stessa federazione. E' sempre stato un personaggio chiacchierato nel mondo del ciclismo così come altri medici spagnoli. Ma siccome l'unica nazione che ha una legge di Stato sul doping è l'Italia assistiamo a comportamenti diversi su casi simili".