Si chiama Innocent, ma l'istinto è quello del killer. Quattro reti in meno di trecento minuti giocati, come Balotelli. Anzi, meglio. Perchè Emeghara, il nuovo fenomeno di colore del Siena, non ha tirato calci di rigore. Ha invece prima fatto gol all'Inter, poi colpito il Bologna, infine abbattuto la Lazio con una doppietta. Quattro gol e sette punti per il Siena, che, anche grazie a lui, rivede la luce della salvezza, mentre appena qualche settimana fa era nel buio più completo, verso una retrocessione quasi annunciata. I venti minuti giocati nell'esordio italiano a Udine, dove la sua squadra ha perso, sono già dimenticati.

i complimenti — Giuseppe Iachini se lo coccola (“Lo abbiamo visionato con i dvd assieme al d.s. Antonelli, è un ragazzo intelligente”), la vice presidente Valentina Mezzaroma lo vezzeggia: “"E' un ragazzo straordinario, sempre sorridente. Una persona positiva, e di questo il Siena ha bisogno - ha detto - La cosa divertente è vedere come il brasiliano Angelo stia cercando di insegnare a Innocent l'italiano. Ha tantissima voglia di giocare in serie A”.

Emeghera contro la Lazio, cui ha segnato una doppietta. LaPresse

rimpianti francesi — E chissà cosa ne pensano adesso i francesi del Lorient, società dalla quale il Siena lo ha prelevato un mese fa con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto a giugno (tre milioni di euro). In questa stagione praticamente non lo hanno fatto mai giocare, in una sorta di cervellotica rivalsa perchè in estate Innocent è voluto andare a giocare l'Olimpiade con la sua Svizzera contro la volontà della società. Nato nel 1989 a Lagos, in Nigeria, ha vissuto un'infanzia difficile, in un vicino villaggio. “Sono rimasto orfano – ha detto - quando mia madre era incinta e voi nemmeno potete immaginare come sia la vita lì. Povertà, malattia. Ma è la più forte palestra di vita, se sono quello che sono lo devo alla mia infanzia”. “Non sono arrivato in Svizzera – ha raccontato ancora - con l'idea di diventare un calciatore. A 13 anni giocavo dopo la scuola, per passare il tempo. Ho avuto la fortuna di entrare subito in un piccolo club, il Toss. Lì mi hanno visto quelli dello Zurigo, poi è arrivato il Winterthur, poi ancora il Grasshoppers, e quindi il Lorient”.

la scarpa diversa — A gennaio Stefano Antonelli lo pesca in Francia: il Siena ha appena ceduto al Napoli il vice capitano Calaiò e, vista la situazione debitoria della società, deve andare a scovare qualcosa all'estero. Arriva come un mezzo sconosciuto, ma in poche settimane è già l'idolo dei senesi: qualcuno, sui social network già lo vuole sindaco, altri lo chiamano il “Messia nero”. Intanto Innocent Emeghara fa sfoggio di grande umiltà nelle dichiarazioni post gara. “Il merito è tutto della squadra – ha detto alla fine della partita con la Lazio, sfoderando un sorriso a trentasei denti – Io spero di segnare il più possibile e fare il massimo, ma dipende da tutta la squadra”. E a chi gli ha domandato se giocare con una scarpa di un colore e una di un altro fosse un gesto per attirare gli sponsor o un segnale di una qualche eccentricità, Emeghara ha risposto candidamente: “Mi faceva male un piede, ho preso una scarpa più grande, ma non c'erano dello stesso colore...”.

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