Grande rimonta del Verona nella 33ª giornata di Serie B: la squadra di Mandorlini va sotto 0-2 in casa con il Crotone, poi mette a segno il ribaltone in 9 minuti. Successo importante in vista del big match in casa del Sassuolo, che rallenta ancora, bloccato sullo 0-0 dalla Ternana. Tiene il passo in chiave secondo posto il Livorno: 2-0 al Lanciano. Si stacca invece l'Empoli che precipita a 10 punti dal secondo posto: i play-off sono a rischio. Ok Novara, Reggina e Pro Vercelli. Pari Brescia-Cittadella e Vicenza-Ternana. Negli anticipi di ieri il Cesena ha vinto 2-1 a Grosseto, mentre il Modena ha battuto fuori casa 1-0 il Padova.

spezia-pro vercelli 1-3 — La sfida-salvezza tra Spezia e Pro Vercelli dice che i piemontesi sono vivi e i liguri destinati a scendere in Prima divisione. Un netto 3-1 per gli ospiti, nonostante i padroni di casa, abbiamo più volte insidiato, seppur in modo sterile, la porta di Valentini. Pro Vercelli cinica e Spezia impreciso. Negli spezzini non c’è il nazionale Romagnoli (comunque squalificato) e l’infortunato portiere Guarna, mentre Goian viene tenuto a riposo. I vercellesi sono senza Modolo, Fabiano, Vinci, Greco ed Erpen, a cui si aggiunge lo squalificato Grossi. Cagni modifica lo schema dello Spezia in avvio: passa 1’ infatti e Porcari, che inizia da centrale difensivo, si sposta nel suo ruolo più congeniale a centrocampo, con il reparto arretrato che diventa a 4. In effetti, Braghin ha sistemato in avanti tre pedine (Ragatzu, Eusepi e De Silvestro) per tenere il baricentro alto. Lo Spezia preme molto, colleziona numerosi calci d’angolo e alcune conclusioni che finiscono sul fondo: già dopo 10 secondi ci prova Antenucci, poi al 6’ Di Gennaro da fuori area, poi però, a passare in vantaggio sono gli ospiti al 21’. De Silvestro tira dalla lunga distanza, spostato sulla destra, Schiavi ci mette il piede e la sfera finisce a campanile in area. Scavone la controlla perfettamente e scarica il suo sinistro, sotto la traversa, alle spalle di Iacobucci per l’1-0. Dopo una trattenuta dubbia ai danni di Antenucci da parte di Ranellucci al 27’ su cui l’arbitro Tommasi, vicino, lascia proseguire, l’attaccante spezzino si fa trovare pronto al 42’, sul rasoterra dalla sinistra di Di Gennaro. La difesa piemontese pasticcia e Antenucci, con un potente destro fa secco Valentini. Non cambia nulla nella ripresa: i padroni di casa continuano a schiacciare gli avversari che tentano soprattutto in contropiede. Al 13’ Sansovini tocca di testa su cross di Porcari e palla di poco sul fondo. Poi, è lo stesso centrocampista a tentare la conclusione da fuori area al 16’, ma Valentini si distende e respinge. Il 25’ è fatale ancora allo Spezia: sul traversone centrale di Scaglia, il tocco di petto di Eusepi per il neoentrato Cristiano e staffilata al volo per il 2-1 ospite. Mister Cagni tenta un disperato assalto: oltre a Sansovini e Antenucci, ecco altre due punte: Okaka e Pichlmann. E invece, a fare anche il terzo gol, ci pensa la Pro Vercelli: lanciato in contropiede Iemmello, al 49’, anticipa Iacobucci in uscita e realizza a porta vuota. Al triplice fischio i piemontesi dai propri tifosi a lanciare la maglia, mentre i liguri, sotto la curva Ferrovia a raccogliere mestamente i pesanti insulti. (Marco Magi)

Deprelà e Caracciolo dopo il vantaggio. LaPresse

brescia-cittadella 2-2 — Gol ed emozioni allo stadio Rigamonti. Brescia e Cittadella non riescono a superarsi: 2-2 il finale con doppietta di Di Nardo per i veneti, gol di Picci e autogol di Busellato per il Brescia. Padroni di casa subito aggressivi nella metà campo avversaria sin dalle prime battute di gioco. Dopo 120’’ interessante traversone basso di Andrea Caracciolo in area con Corvia che non arriva a deviare verso la porta per una questione di centimetri. Gli stessi che qualche minuto più tardi non permettono allo stesso attaccante di portare in vantaggio i suoi: il diagonale del capocannoniere bianco-azzurro si spegne a lato d’un soffio. Il Cittadella è vivo e Cianco lo dimostra chiamando Arcari al miracolo al 10’. Colpo di testa da distanza ravvicinata del centrocampista veneto su azione d’angolo e straordinaria risposta del numero uno bresciano. Applausi a scena del pubblico di fede bresciana al 20’ quando Corvia imbecca Caracciolo in area con un colpo di tacco: Gasparetto salva la minaccia. Un minuto più tardi è De Maio a sprecare una ghiotta palla-gol a pochi passi da Cordaz calciando la sfera malamente sul fondo. Il Brescia sbanda in difesa alla mezz’ora ma Giannetti grazia Arcari non trovando la coordinazione vincente. La gara si sblocca al minuto 37’: punizione di Scaglia dalla trequarti campo, Busellato nel tentativo di anticipare Andrea Caracciolo tocca di quel tanto che basta la palla per infilarla alle spalle di Cordaz. L’estremo veneto è assoluto protagonista il minuto successivo quando si oppone con due interventi superlativi al colpo di testa di Corvia e al successivo tap-in di Caracciolo. Nella ripresa Foscarini manda in campo Di Roberto per Pellizzer. La mossa si rivela vincente con la formazione veneta che raggiunge il pari. E’ Di Nardo a siglare l’1-1 mettendo in rete dopo una corta respinta di Arcari su botta ravvicinata di Giannetti. Il Cittadella ci crede al 6’ della ripresa sfiora il vantaggio. Baselli impegna Arcari su punizione dai venti metri, il portiere viene salvato dal palo. Il Brescia sbanda così Calori richiama in panchina Arias inserendo Picci per una squadra a trazione anteriore. Proprio Picci ha sui piedi la palla del possibile 2-1 ma clamorosamente se la divora sparando su Cordaz in uscita disperata. Peggio di lui riesce a fare De Maio. Il difensore ad un metro scarso dalla linea di porta manda incredibilmente a lato. Ancora De Maio riesce nell'impresa di sbagliare l’inimmaginabile. Questa volta il difensore francese da mezzo metro di sinistro non centra lo specchio della porta. Finale incredibile. Al 47’ segna Picci per il Brescia toccando in rete un perfetto assist di Corvia. Palla al centro e sull’azione successiva Di Nardo beffa Arcari con un colpo di testa che si infila in rete. E' il gol del definitivo 2-2. (Fabio Pettenò)

Paulinho, a segno nella ripresa. LaPresse

livorno-lanciano 2-0 — Seconda vittoria interna del girone di ritorno per il Livorno, che liquida due a zero la Virtus Lanciano e resta, sia pur in coabitazione con il Verona (con cui ha gli scontri diretti sfavorevoli) sul secondo gradino di classifica. La formazione amaranto, che proveniva da tre pareggi consecutivi, è riuscita a gettare il cuore oltre l'ostacolo. Giusto, nel complesso il successo sulla squadra abruzzese, che a sua volta, non perdeva in trasferta dal 23 dicembre scorso. I toscani, in campo con il consueto 4-3-1-2, hanno sbloccato il punteggio in chiusura di prima frazione con Belingheri, per poi raddoppiare a metà ripresa, con Paulinho. Per i rossoneri ospiti (presentatisi con uno schieramento rimaneggiato) una sconfitta amara, che però non compromette il cammino salvezza. I lancianesi, presentatisi con il collaudato 4-3-3, hanno i mezzi per centrare la permanenza in categoria. La partita del Picchi ha concluso, per gli uomini di Gautieri, un 'trittico' di fuoco (Empoli, Verona e, appunto, Livorno), affrontato nel giro di appena nove giorni. Il Livorno, che attendeva la vittoria casalinga dall'ormai lontano 2 febbraio, può ancora sperare nella promozione diretta, senza passare dai play-off. Al 19' nitida opportunità per i toscani: il tiro di sinistro scagliato da oltre 20 metri di Duncan sfiora il palo alla sinistra di Aridità. Al 28' Emerson lancia in profondità Dionisi, che conclude con il destro: Aridità è attento e si salva. Ghiottissima occasione per gli ospiti al 33': Falcinelli, servito da Plasmati, salta anche il portiere Fiorillo e da posizione defilata sulla sinistra indirizza sopra la traversa. Al 36' i toscani aprono le marcature: Schiattarella, dopo aver saltato Mammarella, ci prova dalla grandissima distanza con un destro velenoso: Aridità respinge alla meno peggio. La sfera giunge dalle parti di Belingheri, che, in tap-in, insacca. Nella ripresa il Livorno corre pochi pericoli e al 22' sigla il 2-0. Brillante la giocata palla al piede del sempre positivo Emerson, che, serve un pallone d'oro a Paulinho. L'attaccante brasiliano si presenta a tu per tu con Aridità, lo salta e poi indirizza verso la porta sguarnita. Al 30' Lanciano vicino al gol che avrebbe potuto riaprire la contesa: traversone dalla destra di Falcinelli e deviazione fortuita del difensore livornese Ceccherini, che rischia l'autogol. Per sua fortuna un superbo Fiorillo salva. Nel finale (45') annullato a Belingheri (per off-side) il gol del possibile 3-0. Il Livorno crede ancora nella promozione diretta: direttamente con il secondo posto o con la terza piazza ed un margine di almeno 10 lunghezze sulla quarta. (Fabio Giorgi)

Lepiller celebra il gol-partita. Bozzani

novara-ascoli 1-0 — Il massimo con il minimo sforzo. Basta un bel tiro di Lepiller nel primo tempo al Novara di Aglietti per conquistare il nono risultato utile consecutivo al cospetto di un Ascoli troppo rinunciatario, mai pericoloso dalle parti di Kosicky. Aglietti decide di risparmiare Seferovic dopo i 90’ giocati con la nazionale elvetica a Cipro e conferma Rubino titolare mentre Pergolizzi per il suo Ascoli sceglie di non stravolgere l’assetto riproponendo il 3-5-2 già usato da Silva. Modulo che di fatto, fin dalle prime battute, si trasforma in un 5-3-2 molto accorto per contenere la spinta degli esterni del Novara, attivo e desideroso di sbloccare la partita. Il campo bagnato facilita le conclusioni da fuori e ci provano prima Gonzalez poi Lepiller, cui si oppone alla grande Maurantonio. Intanto Aglietti perde Ludi per un guaio muscolare (dentro Perticone) e al 23’ arriva il gol partita. Lepiller triangola con Rubino e scarica il destro a giro alle spalle di Maurantonio, incolpevole. Sotto nel punteggio, l’Ascoli prova a reagire ma senza mai riuscire a rendersi pericoloso. Il Novara in contropiede sciupa una ghiotta occasione con Lepiller, dopo che Gonzalez si era fatto settanta metri palla al piede. Nella ripresa non cambia il canovaccio: col passare dei minuti gli uomini di Pergolizzi provano ad alzare il baricentro ma senza grande successo. Finisce 1-0, con il Novara che vede vicinissima la zona playoff. (Giuseppe Maddaluno)

L'esultanza di Comi dopo il vantaggio. LaPresse

reggina-juve stabia 2-1 — In una partita nervosa fino all’inverosimile vista l’importanza della sfida, a gioire è la Reggina che bissa il successo di martedì scorso ad Ascoli e compie un bel balzo in avanti in chiave salvezza. Alla Juve Stabia non rimane altro che il rammarico di non avere gestito il momentaneo vantaggio e per quella rete annullata dall’arbitro per fallo sul portiere. La Reggina ritorna al Granillo a nove giorni dalla sconfitta con il Cesena, che costò la panchina a Davide Dionigi e al suo posto è stato chiamato una vecchia conoscenza Bepi Pillon, ricordando le 4 gare nella stagione 2008-2009, il quale esordì martedì scorso ad Ascoli con una vittoria. Al debutto davanti ai propri tifosi il tecnico trevigiano si presenta con gli identici undici che hanno espugnato il Del Duca, mentre Braglia deve fare a mento di Figliomeni, Caserta e Murolo. Avvio degli ospiti che al 3’ si rendono pericolosi con un tiro dalla distanza di Acosty, con Baiocco che risponde alzando sopra la traversa. La Reggina cerca di farsi viva in contropiede, ma i difensori campani sistematicamente fanno scattare il fuorigioco. Al 13’ Juve Stabia in vantaggio: angolo di Zito, uscita a vuoto di Baiocco e pallone a Improta che calcia in porta e deviazione decisiva di Mezzavilla che inganna il portiere amaranto (0-1). La risposta dei padroni di casa non si fa attendere e raggiungono pure il pareggio con Antonazzo che riprende una respinta del portiere su punizione calciata da Barillà, ma gol che viene annullato per fuorigioco. Calabresi che pigiano sull’acceleratore e si fanno vedere con un fendente da fuori area di Colucci che sorvola di poco la traversa. Al 39’ la Reggina pareggia: Hetemaj per Barillà, apertura per Rizzato dalla parte opposta per Antonazzo che vede al centro dell’area Di Michele, il quale lo disorienta con una finta e deposita in rete (1-1). Nella ripresa Braglia provvede ad una doppia sostituzione lasciando negli spogliatoio Mezavilla e Improta, per Agyei e Jidayi. Al 10’ Zito cade in area alla ricerca di un rigore, masi vede sventolare dall’arbitro il cartellino giallo per simulazione. Al 19’ Reggina che si porta in vantaggio: angolo battuto da Barillà, difesa campana ferma e Comi in elevazione ha tutto il tempo di mirare l’angolo e battere Nocchi alla sua destra. (2-1). Dopo il vantaggio la Reggina arretra Rizzato in una difesa che diventa a 4. La formazione ospite va alla ricerca del pareggio e ci va vicino al 41’con Jidayi che calcia fuori da buona posizione e un minuto realizzano pure il 2-2 con Cellini, ma l’arbitro annulla per fallo di Jidayi su Baiocco: inutili le vivaci proteste con l’allenatore Braglia a guidare il plotone. La Reggina ritorna alla vittoria dopo 7 turni al Granillo, mentre le “vespe” portano a 6 giornate il digiuno di successi. (Lorenzo Vitto)

Eusebio Di Francesco, bloccato dalla Ternana. LaPresse

sassuolo-ternana 0-0 — Secondo pareggio consecutivo per il Sassuolo che non va oltre lo zero a zero interno contro la Ternana, al quarto risultato utile consecutivo dopo una gara di totale contenimento. Per i neroverdi un mezzo passo falso, vista anche la prestazione, che vale un +9 su Verona e Livorno, entrambe vincenti, e una prestazione ricca di voglia , ma poco concreta. La gara la fa, come da copione, il Sassuolo e la Ternana la subisce, gestendo al meglio le proprie risorse su un 3-5-2 in cui Toscano – espulso all’ora di gioco per proteste – sistema anche nove giocatori dietro la linea del pallone. Unica strada possibile, del resto, per allungare l’imbattibilità di Brignoli, la striscia positiva che tiene in media-salvezza i suoi e arginare un Sassuolo che occasioni ne crea ma fatica a concretizzare. Per sfortuna – palo di Berardi su punizione al 18’ – ma soprattutto per scarsa precisione. Angola troppo il colpo di testa Bianchi al 22’, è senza pretese la conclusione di Berardi al 33’, e al 37’ Boakye sbaglia il tempo dell’inserimento su un cross con il contagiri di Gazzola, e ancora Bianchi che in avvio di ripresa sbaglia il tap in, subito prima che Troiano calci su Brignoli l’ennesima palla del possibile vantaggio. La Ternana è tutta in una punizione di Miglietta fuori misura e nel primo e unico tiro nello specchio della porta emiliana – Miglietta esalta Pomini a 35’ s.t. – e soprattutto nel suo portiere Brignoli, decisivo a respingere l’ultimo assalto dei padroni di casa, a un passo dal gol anche al 43’ s.t. con il colpo di testa di Boakye. Ultimo, infruttuoso assalto: e giovedi c’è Sassuolo-Verona. (Stefano Fogliani)

L'esultanza di Sgrigna dopo il 3-2. Garbuio

verona-crotone 3-2 — Tre gol in nove minuti, per restare secondi e lasciare dietro il Livorno prima di Sassuolo. Il Verona soffre le pene dell’inferno ma batte il Crotone, sprofonda sullo 0-2 ma risale con l’orgoglio e le mosse di Mandorlini dopo l’intervallo. Pioggia battente al Bentegodi, ritmo lento ed equilibrio totale. Il Crotone in avvio fa un figurane. Senza paura e sempre pronto a ripartire. Dall’altra parte Hallfredsson si accomoda in panchina, dopo i 76 minuti giocati a Lubiana contro la Slovenia di Bacinovic, rimasto a guardare con la sua Nazionale ed in campo al Bentegodi in una mediana con Jorginho e Nielsen. L’Hellas fa fatica come non mai a prendere in mano il pallino del gioco, perché il Crotone conferma di avere piedi buoni e personalità sufficiente per tenere lontano il pallone da Caglioni. Così nessuno si meraviglia più di tanto quando (34’) Eramo spunta in piena area sull’angolo di Ciano e infila Rafael. Il primo tempo è tutto qui, fra un Verona bloccato ed un Crotone spigliato forte della spinta di tre partite vinte nelle ultime quattro giornate. Si torna negli spogliatoi senza recupero con un risultato quanto meno inatteso. Il Bentegodi non crede ai suoi occhi quando (13’) De Giorgio dalla sinistra si beve Nielsen e Cacciatore chiudendo a giro di destro là dove Rafael non può arrivare. Per accendere il Verona però ci vuole un attimo, perché Mandorlini ha in panchina gente come Hallfredsson e Ferrari, in campo già sei minuti prima dello spunto di De Giorgio. Sotto la doccia vanno Bacinovic e Rivas. E coi due centravanti (Cacia più Ferrari) più l’adrenalina dell’islandese la musica diventa un’altra. A dare una mano a Mandorlini ci si mettono anche i centrali di Drago, immobili quando Cacia (15’) è solo ai limiti dell’area piccola a raccogliere di testa l’invito di Cacciatore e fermi (19’) pure sullo spunto di Agostini, il cui invito davanti a Caglioni trova troppo comodamente il piatto vincente di Cacia. Il Verona spinge ancora, dalla parte sinistra della difesa del Crotone qualcosa non funziona se (23’) Cacciatore può di nuovo alzare la testa e cogliere il rimorchio centrale del neoentrato Sgrigna, che non poteva trovare momento migliore per segnare il primo gol con la sua nuova maglia. Il Crotone si ributta nella metà campo avversaria, crea di nuovo pericoli dalle parti di Rafael. Tre minuti di recupero, battaglia aspra sotto la pioggia. Poi la fine. L’Hellas resta secondo. (Alessandro De Pietro)

Malonga ha illuso il Vicenza. LaPresse

vicenza-varese 1-1 — Il Vicenza si illude, il Varese lo riacciuffa in extremis. Malonga e Pucino i marcatori alla fine del primo e del secondo tempo. La partita si accende subito con un diagonale di Kone che spaventa Bremec. Si fa vedere al 9’ il Vicenza con un’azione offensiva orchestrata da Semioli e conclusa da Mustacchio con un tiro lontano dallo specchio. Insiste la squadra di Dal Canto fino alla fine del primo tempo, quando arriva il vantaggio di Malonga, che di testa (45’) corregge in rete la deviazione di Bastianoni sul destro secco di Semioli. L’1-0 è ampiamente meritato. Prima di andare a bersaglio i biancorossi si erano resi pericolosi due volte con Ciaramitaro e Malonga che di testa non aveva inquadrato la porta sul cross dell’inesauribile Semioli. La ripresa. Martinetti entra al 20’ e dopo appena 30 secondi colpisce il primo palo superando Bremec sul primo palo. La reazione del Vicenza è subito servita: al 24’ Rigoni, al rientro dopo il lungo infortunio, ha sul destro la palla del raddoppio; il tiro da circa una quindicina di metri è potente ma sbatte sul muro difensivo. Al 36’ Cinelli calcia dalla lunga distanza e la palla non esce lontana dall’incrocio. Minuto 44: sugli sviluppi di un corner dalla sinistra il pallone viene sporcato di testa e Pucino col destro infila Bremec sotto il sette. (Marta Benedetti)

empoli-barI 0-1 — Arriva la seconda sconfitta del 2013 per l'Empoli, che aveva perso all'inizio dell'anno ancora in casa. Dopo 9 risultati utili consecutivi, gli azzurri perdono 1-0 al 'Castellani' per mano del Bari, squadra che nelle ultime 5 giornate ha guadagnato 13 punti. Una squadra in grande forma quella di Torrente dunque. E in effetti i pugliesi, che così vendicano la sconfitta dell'andata al 'San Nicola', vincono nonostante l'inferiorità numerica determinata dall'espulsione di Iunco al 27': per lui rosso diretto per un fallo su Tonelli. Una sconfitta che ha ripercussioni importanti: ad oggi, infatti, i play off non si giocherebbero, visto il distacco dell'Empoli (quarto), da Livorno e Verona, che sono 10 punti sopra. Paradossalmente l'uscita di Iunco ha avvantaggiato i pugliesi che si sono chiusi ancora di più con la difesa a quattro. Poi nella ripresa, quando è arrivato il gol dalla distanza dell'ex Fiorentina Romizi, al 19', con un tiro da fuori area, le cose si sono messe ancora meglio. L'Empoli non è più riuscito a emergere nonostante i quattro attaccanti schierati da Sarri, anche lui espulso dalla panchina. (Giacomo Cioni)