Si gioca in infrasettimanale la 38ª giornata di serie B, che in attesa dell'impegno del Toro a Livorno ripropone un Pescara brillantissimo in testa alla classifica. Il quadro delle partite:

Il brasiliano Eder, decisivo per la Samp a Modena. LaPresse

MODENA-SAMPDORIA 0-2 — La vittoria di Modena permette alla squadra di Iachini di salire a quota 61, in piena lotta per il quinto posto che vale i playoff. Il risultato finale premia la buona tenuta della Samp, che ha rischiato solo all'inizio, quando Nardini si è trovato, al 2' di gioco, a tu per con Da Costa, fallendo così il vantaggio modenese. La Samp ha subito cercato di prendere il pallino del gioco e ha sfiorato per ben due volte la rete, al 17' (salvataggio sulla linea di Diagouraga) sul tiro cross di Eder e al 18' (testa di Pozzi, palla sventata da Dalla Bona sempre sulla linea).

In difficoltà il Modena nel cercare di imbastire qualche azione offensiva. Al 41' azione personale di Juan Antonio e importante parata a terra di Caglioni. Nella ripresa il Modena, pur non rinunciando a giocare, subisce spesso l'iniziativa avversaria. Al 29' il vantaggio della Sampdoria firmato dal migliore in campo. Fa tutto da solo Eder che parte dalla fascia destra, converge e di sinistro disegna una traiettoria perfetta per lo 0 a 1. Il Modena non ha la forza per replicare, la Samp invece vuole mettere al sicuro il risultato: nuova iniziativa di Eder sulla destra, la palla arriva a centro area dove Pozzi puo' insaccare facilmente. Terza vittoria nelle ultime quattro gare per la squadra di Iachini. Si ferma invece a dieci la striscia di risultati utili consecutivi del Modena di Bergodi.

ALBINOLEFFE-BRESCIA 0-2 — L'AlbinoLeffe aveva vinto il suo ultimo incontro con il Brescia. E' passato un intero girone e probabilmente gli amanti della statistica ipotizzavano che potesse trattarsi di una buona occasione quella proposta dal girone di ritorno. Ma non è successo nulla di curioso: l'AlbinoLeffe ha continuato a perdere.

Nulla da eccepire sul successo delle rondinelle. Già al 6' Jonathas mandava fuori un calcio di rigore assegnato per un fallo di Luoni su Piovaccari. Jonathas si riscattava comunque sbloccando il risultato al 37' su assist di Budel. Al 34' della ripresa il raddoppio di Fausto Rossi, in campo da poco, su assist di Daprelà. Tra le poche note positive della stagione per i bergamaschi l'esordio di Davide Ondei, classe 94'. (Fulvio Facci)

Un battibecco tra Forestieri e Peccarisi. LaPresse

BARI-ASCOLI 0-0 — Finisce senza reti e va bene a entrambe le squadre. Un punticino per tenersi a debita distanza dalla zona paura. Soltanto il Bari, nella ripresa, ha cercato di sbloccare il risultato. Peraltro senza troppa convinzione. Torrente lascia Stoian in panchina, mentre Silva rinuncia inizialmente sia a Soncin che a Papa Waigo. Segnali eloquenti. Le squadre si temono, non intendono scoprirsi più di tanto. Vero è che nei primi 45’ si va al piccolo trotto. Ci prova subito Polenta su punizione, fuori misura. Risponde l’Ascoli con un colpo di testa di Peccarisi.

Sbadigli. Si deve attendere un’azione personale di Forestieri, al 22’, per una piccola emozione: para Guarna. L’Ascoli è sornione. Controlla e riparte. E’ dei marchigiani l’azione più pericolosa del primo tempo, al 27'. Dalla destra Scalise pesca Parfait in area. E’ un rigore in movimento, ma il francese centra in pieno la traversa. Poi Gerardi impensierisce, due volte, la difesa del Bari. Sulla prima rimedia Lamanna con i piedi, la seconda (tiro dal limite al 44’) finisce alle stelle. Dopo l’intervallo l’Ascoli arretra ulteriormente il raggio d’azione. Il Bari fa la partita e crea pure qualche chance per portarsi a casa i 3 punti. Insidioso Defendi al 13’, rimedia Guarna. Dieci minuti più tardi ci prova Stoian, subentrato a Castillo. Quindi sale in cattedra Scavone che, per due volte in 6’, provoca brividi a Guarna e soci. Ma lo 0-0 non si sblocca. Vano anche l’ultimo tentativo di Garofalo (tiro cross) in pieno recupero. (Franco Cirici)

L'esultanza di Calil dopo la doppietta. LaPresse

CROTONE-CITTADELLA 3-1 — Il Crotone vede la salvezza grazie alla quarta vittoria casalinga consecutiva. Ma ha dovuto aspettare un tempo per avere ragione del Cittadella, che parte a razzo dopo il fischio d’inizio. Primo tiro in porta di Schiavon all’11’ con palla altissima. Al 20’ Cittadella in vantaggio con Di Nardo, che sfrutta una torre di Pellizzer, abile a mettere nel cuore dell’area un angolo di Paolucci, e batte Belec di destro. La reazione del Crotone è di Sansone dopo 2 minuti, ma per Cordaz è facile fermare il tiro centrale dell’attaccante crotonese.

Al 32’ è la volta di Florenzi cercare lo specchio, ma il suo tiro passa distante dal palo sinistro di Cordaz. Cittadella ancora pericoloso al 34’ con Schiavon che in area controlla e tira a colpo sicuro, ma la deviazione di Abruzzese cambia la traiettoria che finisce prima sul palo e poi in angolo. Un minuto dopo Sansone impegna Cordaz dopo uno scambio con Florenzi. Al 45’ punizione di Caetano e risposta da campione di Cordaz. Dopo il riposo Drago lascia Gabionetta sotto la doccia e inserisce Ciano, che cambia le sorti della gara. Al 10’ arriva il pareggio con Caetano che raccoglie un angolo calciato da Ciano e di piatto sinistro insacca indisturbato al secondo palo. Al 18’ un sinistro di Galardo da fuori area sfiora l’incrocio. Al 22’ Ciano in un batti e ribatti dentro l’area veneta è il più lesto a scaraventare sotto la traversa. Rete dedicata al padre, recentemente scomparso. Al 24' ancora Ciano dal fondo e Caetano di testa firma il 3-1, portandosi a quota 16 reti e agganciando Deflorio come miglior marcatore di sempre in serie B al Crotone. Foscarini inserisce Bellazzini e Vitofrancesco, che al 35’ esplode un destro dai 20 metri che scuote la traversa di Belec. Nel finale rosso a Scardina e festa finale dei rossoblù sotto la curva. (Luigi Saporito)

Ciccio Tavano ha firmato il gol partita per l'Empoli. LaPresse

EMPOLI-GUBBIO 2-1 — Con un po’ di fatica e con tanta paura l’Empoli rialza la testa e riesce a rimontare sul Gubbio, squadra ancora viva e pericolosa nonostante la classifica. Al Castellani gli umbri sono partiti alla grande con un gol di Guzman al 2'. Dopo la rete invece la squadra di Apolloni ci ha creduto ancora di più e ha sfiorato in almeno un paio di occasioni il raddoppio, colpendo due pali. L’Empoli ha sbandato paurosamente, ma poi si è ripreso creando occasioni da gol clamorose con Tavano, troppo lento alla conclusione in un paio di circostanze, e anche con Lazzari.

Il primo tempo si è chiuso con il Gubbio in vantaggio e virtualmente rientrato in corsa per non retrocedere. Ma nella ripresa i cambi di Aglietti hanno portato più cattiveria e pericolosità: l’Empoli si è schierato con il 4-4-2 dopo gli ingressi di Valdifiori e Saponara. Al 15’ cross di Moro e testa di Maccarone sul primo palo che batte Donnarumma. E’ solo l’inizio della rimonta, perché gli azzurri insistono contro un Gubbio adesso in difficoltà e al 25’ arriva anche il vantaggio dei padroni di casa, grazie a una botta in diagonale di Buscé respinta dal portiere in piena area, dove Tavano non perdona. Per l’Empoli sono tre punti fondamentali visto che da oggi a 12 giorni giocherà altre tre volte tutti scontri diretti: sabato ad Ascoli, martedì 8 a Bergamo il recupero contro l’Albinoleffe e quindi il 12 il ritorno al Castellani con il Vicenza dell’ex Cagni. (Giacomo Cioni)

Zito affronta il grossetano Formiconi. LaPresse

JUVE-STABIA-GROSSETO 0-0 — Nel più classico dei pareggi di fine stagione è il Grosseto a trarre maggiore utilità, conquistando un punto che lo avvicina di più alla salvezza matematica. Rallenta invece vistosamente la marcia della Juve Stabia (che ha fallito nel finale un rigore con Tarantino), incosciamente appagata una volta sfumato il sogno di inseguire i playoff. Braglia non si smentisce operando, sopratutto a centrocampo, quell'ampio turnover annunciato dopo la sconfitta di Modena. E anche il suo collega Ugolotti non è da meno con un undici sperimentale che vede Sforzini e Caridi partire dalla panchina. La Juve Stabia prende subito in mano il pallino della manovra e si rende pericolosa al 14' con un colpo di testa del rientrante Scognamiglio, in proiezione offensiva, con Viotti a metterci una pezza. E, 5' più tardi, arriva anche la risposta del Grosseto con Alfageme, ma Seculin è pronto in uscita. I primi caldi si fanno sentire e la partita va avanti a sprazzi.

Al 21' è Mbakogu, sostituto dell'infortunato Danilevicius, a rovinare con una ciabattata di destro a lato un contropiede gialloblù. Al 37' è ancora Viotti a mettersi in evidenza con una deviazione in angolo su punizione ad aggirare la barriera di Sau. I gialloblù locali spingono ed è il difensore Scognamiglio, al rientro da titolare dopo oltre tre mesi di assenza per infortunio, a confermarsi miglior attaccante degli stabiesi (38') con un colpo di testa che Viotti salva sulla linea tra le proteste degli uomini di Braglia, che reclamano il gol. Al ritorno dall'intervallo, Grosseto subito pericoloso con una incursione di Olivi che si perde di un soffio a lato con Seculin battuto. I ritmi si abbassano e bisogna attendere il 16' (gran botta di Mbakogu dal limite) per una replica gialloblù degna di questo nome. Al 27' una conclusione di destro di Alfageme, in contropiede, finisce di poco a lato. Al 42' la Juve Stabia potrebbe portare a casa i tre punti ma Tarantino spreca dal dischetto un calcio di rigore magnanimamente concesso dal direttore di gara per un fallo di Formiconi su Mbakogu. E, proprio allo scadere, è la traversa a negare a Scognamiglio l'occasione di festeggiare con il secondo gol stagionale il ritorno in squadra. (Gianpaolo Esposito)

Il colpo di testa di Carl Valeri che sblocca la partita. LaPresse

PADOVA-SASSUOLO 0-2 — Ci vuole il Sassuolo più cinico per battere il Padova ed estrometterlo, per la prima volta da inizio stagione, dalla zona playoff. Di Valeri e Troianello le firme dello 0-2 finale, risultato che consente ai neroverdi di tenere nel mirino la promozione diretta. Si piange amaro invece in casa biancoscudata. La dodicesima sconfitta porta anche due espulsioni (Portin e Trevisan) e la squalifica di Renzetti: lunedì prossimo, a Torino, la difesa sarà tutta da inventare. E sì che il primo tempo segnalava una buona giornata della squadra di Dal Canto, disposta con un mobile 4-3-1-2. La terza miglior difesa del campionato, però, fa sempre buona guardia, e i pericoli più seri per Pomini arrivano su sviluppi di calcio piazzato. Al 35’ Trevisan di testa trova l’incrocio dei pali, al 42’ Portin (sempre di testa) esalta l’estremo difensore.

Troppo alta, quindi, l’incornata di Cacia prima dell’unico minuto di recupero. Con Jidayi al posto di Cuffa inizia la ripresa, dove l’inerzia è quella della frazione precedente. Sussulti arrivano da un paio di incursioni di Sansone sulla sinistra: all’8’ il talento è egoista e si fa stoppare da Perin, al 13’ fa pigliare un giallo a Renzetti e poi calcia sulla barriera una favorevole punizione. Meglio quella battuta tre minuti più tardi, con Perin a deviare sopra la traversa. E’ il preludio al gol: dal corner seguente si alza indisturbato Valeri, che incorna alla perfezione. Al 17' è 0-1. Dal Canto prova allora le carte Succi e Drame, mentre Cacia meriterebbe il gol al 20’ per una splendida girata al volo, ma un super Pomini e la traversa dicono di no. Ci prova il Padova a superare il muro neroverde. Almeno fino a quando non vengono espulsi Portin (al 31’, fallo da dietro) e Trevisan (al 37’, mani sulla linea di porta). E anche se Sansone manda sul palo il rigore del possibile 0-2 e in serie Bianchi e Troianiello sprecano buone ripartenze, il risultato non pare mai in discussione. Lo sterile assalto dei biancoscudati, in doppia inferiorità numerica, non produce pericoli. Troianello così chiude i conti all’ultimo secondo, lasciando alla squadra di Dal Canto solo i fischi del suo pubblico. (Carlo Della Mea)

Il Pescara festeggia Insigne dopo la doppietta. LaPresse

PESCARA-VICENZA 6-0 — Quattordici reti segnate in tre partite, neanche una subita. Sono 80 i gol abruzzesi in 36 giornate. Questo Pescara è un rullo compressore, e la serie A è un sogno sempre più vicino alla realtà. Merito del trio delle meraviglie Immobile (26), Insigne e Sansovini (15 centri ciascuno). Zeman, dopo Padova, rifila anche a Cagni un 6-0. Si capisce cosa accadrà già nei primi 10’: la squadra di casa crea subito tre palle gol limpide, concedendo a Baclet una chance per superare Anania (Capuano salva sulla linea). Verratti è in gran giornata: il futuro juventino a centrocampo ricama palloni di livello superiore. Come quello del 13’, per la testa di Romagnoli: l’ex compagno di squadra, Pinsoglio (titolare al posto di Frison), si esalta e alza sopra la traversa. Preludio al vantaggio: al 15’ Verratti ancora una volta è un artista, lancia Insigne tra i due centrali vicentini.

Il furetto scappa via e gela il portiere con un rasoterra. Per Cagni, al secondo esordio stagionale sulla panca veneta, un inizio shock. Il nuovo disegno tattico, con il solo Baclet in avanti a sfruttare la rapidità tra i centrali pescaresi e Pinardi alle sue spalle in cerca del corridoio giusto, stenta a funzionare, strozzato dal pressing avversario. La partita è senza storia. Insigne è già in formato Champions per il Napoli che verrà: al 35’, dopo aver segnato in rovesciata (gol annullato per fuorigioco), si ripete con un pallonetto da posizione defilata sulla sinistra, beffa ancora Pinsoglio e per poco l’Adriatico non viene giù. Il secondo tempo è una formalità, tanto è netta la differenza di valori in campo. Il Pescara senza neanche premere sull’acceleratore umilia gli avversari: al 15’ Immobile schiaccia di testa quasi dalla linea di fondo verso la porta, trova i piedi di Pisano che infila il suo portiere. Palla al centro, Vicenza stordito e assente, Sansovini appena entrato scatta sulla sinistra e supera Pinsoglio in uscita. Sono passati altri 3’. E’ finita? Non scherziamo: al 21’ Immobile lanciato centralmente vede il portiere fuori dai pali e con una palombella deliziosa fa cinquina. Nel finale, al piccolo trotto, c’è anche spazio per il 6-0, con Matti Lund Nielsen, al secondo centro italiano. Poi è festa. (Orlando D'Angelo)

Di Luca festeggia sotto la curva. LaPresse

VARESE-NOCERINA 2-1 — Giuseppe De Luca rilancia il Varese che, nel giro di tre giorni, si riprende il quinto posto. Dopo aver deciso la trasferta di Cittadella, l’attaccante è di nuovo determinante con la doppietta che affonda la Nocerina di Gaetano Auteri, ex punta biancorossa negli anni Ottanta. Gli ospiti iniziano bene, mettendo in difficoltà la squadra di Maran che deve pazientare un quarto d’ora per trovare il giusto assetto e prendere la situazione in mano.

Al 20’ i padroni di casa reclamano un calcio di rigore per un contrasto in area fra Di Maio e Granoche che, però, sembra regolare. La difesa dei campani sa chiudere bene gli spazi, almeno fino al 44’, quando Zecchin, dopo aver preso palla da Pucino, inventa l’assist giusto per la prima rete di De Luca. L’ala smarca d’istinto il centravanti, che finta il tiro con il destro ma poi scaglia in porta un sinistro imprendibile. Nella ripresa Maran gioca la carta Rivas e l’argentino si fa subito apprezzare per alcune efficaci discese sulla destra. La più irresistibile è quella da cui nasce il suggerimento per il raddoppio di De Luca che, da posizione favorevole, firma il decimo gol in campionato al 21’. La Nocerina cerca di reagire ma per essere pericolosa deve aspettare il 41’, quando Farias serve Barusso che scaglia da fuori area un bolide imprendibile. Due minuti più tardi, il ghanese perde la testa e tira la palla addosso al quarto uomo facendosi espellere. Nonostante l’inferiorità numerica, i rossoneri chiudono in attacco: al 47’ l’ex Figliomeni spreca il colpo del possibile pareggio. (Filippo Brusa).

LIVORNO-TORINO 0-1 — Il Torino si riprende il comando. Dopo il sorpasso in vetta operato dal Pescara nel primo pomeriggio, i granata, nel posticipo delle 18, rispondono da grande squadra. Gli uomini di Ventura (beccato dai tifosi di casa per il suo passato alla guida del Pisa) centrano la terza vittoria consecutiva e tornano solitari in testa. Per il Toro una situazione invidiabile. Primo maggio amarissimo per il Livorno, alla sua quarta sconfitta di fila. Gli amaranto sono affiancati in quint'ultima posizione dall'Empoli. La salvezza, per i labronici, è ancora tutta quanta da conquistare. Rischia Madonna: per il tecnico, la gara di sabato a Verona potrebbe diventare una sorta di prova senza appello. Il Livorno si presenta con un abbottonato 4-1-4-1, con l'ex Barone davanti alla difesa. Solo panchina per l'acciaccato Paulinho. Il Torino risponde con il 4-3-3. Stefanovic recupera in tempo ed è regolarmente in campo ad affiancare in avanti, Meggiorini e Bianchi. Il Toro attacca nel primo tempo con continuità e mantiene a lungo il possesso della palla.

I locali si chiudono nei propri quaranta metri. Con il contagocce le emozioni. Al 10' primo vera opportunità della gara: conclusione di Bianchi e Bardi devia in corner. Al 34' la partita si innervosisce. Miccia accesa da Stefanovic, che reclama a gran voce un presunto fallo da rigore. Al 38' il gol: D'Ambrosio va via sulla fascia sinistra a Salviato e crossa per Meggiorini, che in tuffo di testa spedisce il pallone nell'angolino alla destra dell'incolpevole Bardi. Per l'attaccante seconda rete in campionato. Il suo precedente gol aveva permesso, il 20 febbraio, di battere 2-1 la Sampdoria. Nella ripresa gli amaranto si affidano a Paulinho per Barone e passano al 4-4-2. All'11' primo tiro del Livorno: ci prova Dionisi, ma Benussi blocca. Nel Livorno al 28' entra Bernacci per Dionisi, che non gradisce e lo dice apertamente al suo allenatore. I locali spingono, ma non trovano valide soluzioni. Il Toro, senza scomporsi, difende il preziosissimo successo e torna in testa alla classifica. Una classifica che ora al Livorno fa realmente paura. (Fabio Giorgi).

REGGINA-VERONA 0-1 — Il solito errore difensivo punisce oltremodo una Reggina molto volonterosa ma sterile. Dopo una partita in cui gli amaranto di Breda hanno spinto a lungo, ma ben controllati dalla difesa veronese, è arrivato sul finale di partita (37' s.t.) il gol della vittoria per la squadra di Mandorlini. È stato Berrettoni ad approfittare di uno sbandamento della difesa reggina per insaccare alle spalle di Belardi. La gara ha viaggiato sui binari di una sostanziale parità con la Reggina a spingere ma senza pungere e il Verona a difendersi ordinatamente cercando ripartenze improvvise. Ma le occasioni, prima del gol che ha deciso la partita, sono state sostanzialmente due, una per parte. I veneti hanno sfiorato per primi il gol all'8' del primo tempo con Ferrari, che si è visto respingere il tiro ravvicinato da una spettacolare uscita bassa di Belardi. Al 26' del secondo tempo tocca alla Reggina essere pericolosa con un colpo di testa di Campagnacci su cross di Melara, con strepitosa parata di Rafael. Per cercare di scardinare la difesa scaligera Breda ha cambiato nel corso della ripresa l'intero attacco inserendo Ceravolo e Melara al posto di Alessio Viola e di Ragusa attorno alla metà; per poi mandare in campo Emiliano Bonazzoli, al rientro dopo 3 turni di stop per squalifica, al posto di Campagnacci. (Rosario De Luca)