Pasquale Foggia festeggiato dopo il gol. LaPresse

In una giornata condizionata non poco da una serie di discutibili decisioni arbitrali vincono tutte le grandi: anche con l'aiuto del direttore di gara la Samp, col brivido il Toro (incalzato da un'ostica Nocerina), con autorevolezza il Brescia, in 10 per più di metà gara il Padova. Il Pescara di Zeman crolla a Castellammare, regalando alla JuveStabia la prima vittoria in B dopo quasi 60 anni.

ALBINOLEFFE-SAMPDORIA 1-3 — La La Sampdoria passa sul campo dell'Albinoleffe per tre a uno con merito ma senza esprimere nel gioco la superiorita' evidenziata dal risultato. Basteraàricordare che Tomasig non ha effettuato alcuna parata e che una rete è stata realizzata su calcio di punizione, una su rigore e solo la seconda a conclusione di una bella azione per rendersi conto quantomeno che il successo dei blucerchiati non è stato certo agevole. Qualche decisione arbitrale poi non ha certo favorito i padroni di casa che si sono visiti annullare due reti, almeno una delle quali è sembrata valida. Detto questo la superiorità individuale della squadra allenata da Atzori è parsa evidente. Pure in questo contesto è stato l'Albinoleffe a fare la prima parte della gara. I padroni di casa sono andati vicini al gol al 5' e al 30' con Cocco mentre al 26' è stato annullato con molti dubbi un gol a Foglio. Al 35' Foggia trasformava magistralmente un calcio di punizione e da questo momento la Samp prendeva quota. Al 7' della ripresa arrivava il gol di Bertani dopo una bella progressione di Padalino sulla destra. Prima della terza rete dei liguri c'è spazio ancora per l'annulamento di un gol a Foglio all'8' mentre al 13' Maccarone trasforma il calcio di rigore concesso per un fallo di Hetemaj su Bertani. Al 35' Cissé accorcia le distanze riprendendo la palla dopo la respinta del palo su tiro di Laner. Nel finale Candussio corona la propria prestazione insufficiente espellendo il portiere Tomasig per un fallo di D'Aiello su Piovaccari. Lo stesso giocatore mandava però abbondantemente oltre la traversa il conseguente calcio di rigore facendo in qualche modo giustizia. Allo stadio festeggiato e applaudito c'era un sorridente Emiliano Mondonico. (Fulvio Facci)

Il gol decisivo dell'ex Bjelanovic. LaPresse

ASCOLI-VERONA 1-2 — Il Verona vince meritatamente 2-1 sul campo dell’Ascoli alla seconda sconfitta casalinga consecutiva. I bianconeri di Castori hanno conquistato un solo punto in quattro match interni. Verona meglio organizzato in tutti i reparti e più incisivo in attacco, rispetto ad una prima linea ascolana che vive del solo Papa Waigo e si vede. Mandorlini preferisce Mancini a D’Alessandro che va in panchina. Per il resto in campo l’undici schierato inizialmente contro il Padova, con Ferrari che vince il ballottaggio con l’ex Bjelanovic. Nell’Ascoli Castori ritrova dopo tre partite il camerunese Parfait, recupera l’acciaccato Boniperti che vince il ballottaggio con Beretta. In tribuna Soncin, non al meglio. Ascoli in difficoltà in avvio. I veronesi saltano facilmente il centrocampo ascolano, la difesa bianconera sbanda ma i gialloblù non ne approfittano. Anzi è l’Ascoli a passare in vantaggio al 12’. Cross da fondo campo di Papa Waigo, improvvido l’intervento di Mareco che insacca nella propria porta. Il Verona reagisce subito. Guarna è costretto alla parata in angolo su Scaglia e dal successivo tiro dalla bandierina (22’) nasce il pareggio firmato di testa da Gomez. Bravo un minuto dopo il portiere veneto Rafael ad alzare in angolo una zuccata di Papa Waigo. Ma la palla gol più importante capita al 41’ sul piede di Gomez che, probabilmente in fuorigioco non segnalato, si vede respingere il tiro sotto misura da Guarna. Il portiere bianconero si ripete al 2’ della ripresa su Ferrari. Il palo salva i padroni di casa all’11’ su colpo di testa ancora di Ferrari a Guarna battuto. La fase difensiva ascolana fa acqua da tutte le parti e al 14’ Ferrari di testa mette a lato a botta sicura. Mandorlini ci crede e al quarto d’ora manda in campo D’Alessandro per Mancini. Nell’Ascoli c’è Vitiello per Pederzoli. Il Verona cerca la vittoria anche con l’ingresso di Bjelanovic. Ed è proprio l’ex ascolano al 36’ a segnare il 2-1 per gli scaligeri appoggiando in rete un cross di Gomez incuneatosi nella sonnolenta difesa bianconera. Non succede altro. Vince il Verona 2-1. (Peppe Ercoli)

El Kaddouri festeggiato dai compagni. LaPresse

BRESCIA-CITTADELLA 2-0 — Tre su tre. Il Rigamonti fortino inespugnabile, la testa della classifica dopo sei giornate, un pubblico già innamorato di mister Scienza e dei suoi ragazzi terribili. Continua l'idillio tra la città e la squadra biancoblù: contro il Cittadella ancora una vittoria perentoria, nonostante un organico ridotto all'osso per via delle assenze di Zambelli, Zoboli e Vass. Tre titolari dei quali le rondinelle non sentono la mancanza. Perché Scienza ha dato alla squadra un gioco e lo spartito viene suonato a memoria, chiunque siano gli interpreti. La prima frazione è un monologo biancoblù. Jonathas, scatenato, impegna per tre volte un prodigioso Cordaz prima di trovare il gol, liberatorio, al 30', con un sinistro angolato. Tre minuti prima, il Cittadella aveva sfiorato il gol beffa con Di Carmine. I veneti impegnano due volte Leali Leali con Pellizzer e Di Roberto, ma il baby portiere risponde pronto e si rientra negli spogliatoi. Al ritorno in campo, Scienza punisce un Juan Antonio poco incisivo: entra Martina Rini. E così El Kaddouri, giostrando qualche metro più avanti, diventa letale: al 10' azione elaborata dei padroni di casa, Budel prolunga di testa per il belga che, sempre di testa, trova l'angolo giusto. Gara chiusa, complice l'espulsione di Martinelli al 16'. In realtà il Cittadella trova nuova forza dopo l'espulsione, sfiora in due occasioni la rete della speranza ma Leali, per la terza gara consecutiva, rimane imbattuto. E il Brescia va, tra gli applausi della sua gente. Conquistare il cuore di questa città in un solo mese era impresa titanica: Giuseppe Scienza ci è già riuscito. (Luca Bertelli)

Il gol di Caridi. LaPresse

GROSSETO-CROTONe 2-0 — Al quinto tentativo, il Grosseto infrange il tabù Crotone, mette insieme la terza vittoria casalinga consecutiva dell'anno (2-0 il finale) e s'insedia nella zona playoff. Recuperato in extremis Sforzini ha regalato ai propri sostenitori una bella dimostrazione di forza, con sessanta minuti ad alto, occasioni a grappoli, prima della sciabolata di Caridi che ha deciso il match, anche se ha rischiato in un paio di occasioni per non aver sferrato prima il colpo del ko. Dopo cinque minuti di studio, il Grosseto ha preso in mano la partita, mettendo insieme cinque buone occasioni con Caridi, Sforzini e Gerardi, mentre il Crotone si fa vedere solo con una punizione di Ciano che fa la barba al palo. Al 37' il gol dei toscani: Sforzini vede Caridi libero sulla sinistra. Il "mago" dribbla due avversari e lascia partire un destro che fulmina Belec. Nella ripresa, dopo essere andato vicino al raddoppio con un colpo di testa di Sforzini servito da Caridi, il Grosseto mantiene la supremazia territoriale ma non riesce a sferrare il colpo del ko, rischiando addirittura il pareggio tra il 21' ed il 22' con un tentativo di Caetano, su cui esce alla disperata Narciso, e con un colpo di testa di Sansone. Nell'ultimo quarto d'ora, con il Grosseto in dieci per l'espulsione di Ronaldo (doppia ammonizione) e senza Sforzini, Caridi e Mancino (sostituiti), il Crotone si presenta spesso nell'area maremmana e al 37' costringe Narciso ad una super parata sul diagonale di Florenzi. Al 49' però un contropiede finalizzato da Alfageme ha chiuso definitivamente il confronto. Maurizio Caldarelli

Fabio Pecchia, allenatore del Gubbio. LaPresse

GUBBIO-VARESe 0-0 — Partita senza grandi emozioni e senza gol tra Gubbio e Varese che, seppure per motivi diversi sono ancora in cerca della propria identità. La squadra umbra sembra un cantiere aperto dove Pecchia cerca di apportare continui correttivi, quella lombarda soffre di una partenza stentata, manca di incisività e solo a tratti fa intravedere buone geometrie. Primo sussulto dopo 50 secondi nemmeno con l’attaccante rossoblù Bazzoffia che dribbla Grillo in area che lo stende da dietro. Sembra rigore e rosso, invece l’arbitro cambia colore del cartellino, tira fuori il giallo e ammonisce la punta eugubina, ripetendosi trenta secondi dopo nei confronti del centrocampista Boisfer reo di aver protestato troppo dalla panchina. Un paio di conclusioni senza veleno del Varese e il primo tempo muore lì. Nella ripresa al quinto minuto Raggio Garibaldi pennella un bel traversone con Giannetti che non ci arriva di testa e Ciofani che manca l’appuntamento con il gol per il Gubbio. La risposta del Varese al 10’ con Kurtic che esplode una botta terrificante appena dentro l’area, ma Donnarumma respinge da campione. Un altro paio di scinitille con Martinetti e Damonte potagonisti in attacco per i lombardi e un battibecco tra Ciofani e Terlizzi. Poi solo tanto caldo. (Euro Grilli)

L'entusiasmo stabiese in campo, sugli spalti e... sui balconi. LaPresse

JUVE STABIA-PESCARa 3-2 — La festa gialloblù del primo successo in serie cadetta si materializza solo all'ultimo minuto del tempo regolamentare quando Erpen infila in rete il rigore della vittoria costringendo il Pescara di Zeman alla seconda sconfitta consecutiva esterna dopo Reggio Calabria. Piero Braglia schiera la Juve Stabia con un inedito 4-4-2 con due giocatori (Mezavilla e Dicuonzo) fuoriruolo in difesa e con Sau al debutto dal primo minuto a fianco di un evanescente Danilevicius in avanti. Per Zeman il 4-3-3 è una fede e non cambia neanche in mancanza della coppia centrale difensiva Romagnoli-Capuano e del forfait di Verratti in avanti. Il tridente biancazzurro Sansovini-Immobile-Insigne inizia a tutto gas e all'8' Colombi si inarca per opporsi ad un violento tiro dal limite di Insigne. I locali rispondono al 12' con Erpen e al 16' con il lituano Danilevicius. Al 26' gli abruzzesi passano in vantaggio con una punizione (fallo di Mezavilla sul solito Insigne) di Togni che di destro infila Colombi sorpreso sul palo di sua competenza. Poi gli uomini di Zeman provano a insistere per chiudere la partita. Passata la sfuriata, però, i gialloblù arpionano il pari al 38' grazie ad un piatto destro dal limite di Danilevicius lesto a profittare di un assist di Scozzarella abile a rubare palla al duo Cascione-Togni. Nel secondo tempo gli stabiesi appaiono letteralmente trasformati, chiudono gli avversari in area e passano in vantaggio al 5' con un gran destro dal limite di Scozzarella a coronamento di una azione tamburaggiante in puro stile rugby. Immediata la reazione degli uomini di Zeman che, direttamente dalla palla al centro, impegnano Colombi per due volte consecutive: con Sansovini e Togni su palla inattiva. Braglia decide di coprirsi le spalle e passa ad un più prudente 4-1-4-1 con Sau unica punta sostituendo Danilevicius con il centrocampista Di Tacchio. Ma il Pescara non è morto e profitta di una ritardata sostituzione di un acciaccato Baldanzeddu per agguantare il pari su un discusso rigore provocato da un sandwich di Scognamiglio e dello stesso Baldanzeddu su Immobile. E' lo stesso Immobile a trasformare dal dischetto. Grande reazione della Juve Stabia che sfiora in più occasioni il tris e poi lo agguanta grazie a un rigore (fallo di Bocchetti su Raimondi) di Erpen che beffa un inviperito Anania con un cucchiaio beffardo. (Gianpaolo Esposito)

Il gol di Ebagua. LaPresse

NOCERINA-TORINo 1-2 — Non basta una Nocerina tutto cuore e grinta, soprattutto nella ripresa a conquistare un risultato storico: la spuntano i granata grazie alla maggiore esperienza e tecnica dei singoli. I rossoneri escono nuovamente a testa alta ma a mani vuote, i soliti errori ne hanno determinato la sconfitta. Parte bene la squadra di Auteri che mette alle corde la formazione di Ventura. Ma è il Toro al 20' a sfiorare la rete: apertura di Stefanovic per Antenucci che colpisce il palo. E' solo la prova generale del goal che arriva un minuto dopo: ancora Antenucci ben imbeccato da Iori in area stavolta non fallisce. La reazione della Nocerina si concretizza al 28' con un tiro di Farias ben parato da Coppola. Al 31' i padroni di casa sfiorano il pari, ottimo il traversone di Bolzan, Negro da pochi passi spedisce alto. Al 38', però, è il Torino a sfiorare il raddoppio, schema su punizione con Basha che libera in area Vives il cui diagonale sfiora il palo. Minuto 41' e la Nocerina si rammarica per la traversa colpita da Castaldo, poteva essere il pareggio ed, invece, la prima frazione si chiude con il Torino, comunque, meritatamente in vantaggio. La ripresa si apre con un tiro di Iori al 10' che dal limite impegna Gori costretto a deviare in corner. Al 15' il Torino raddoppia: Stefanovic supera Bolzan sulla fascia, serve Ebagua che si gira e segna da pochi passi. Al 23' fa tutto bene il neo entrato Catania che prima si procura il rigore e poi lo trasforma spiazzando Coppola, la Nocerina così accorcia le distanze. Due minuti dopo i padroni di casa confezionano addirittura la palla per il pari, su corner di Bolzan Di Maio impatta a botta sicura ma Iori salva sulla linea. Al 38' Caturano di testa impegna Coppola che si salva in calcio d'angolo. Sono le ultime schermaglie, vince il Torino, la promozione si conquista anche così. (Roberto Errante)

Il gran gol con cui Italiano chiude la partita. LaPresse

PADOVA-MODENa 2-0 — Orgoglio e qualità dei singoli. Ecco le qualità che permettono al Padova di prendere il bottino pieno all’Euganeo contro un Modena incapace di sfruttare un’ora di superiorità numerica. Discriminante è proprio l’eccessiva doppia ammonizione comminata a Legati tra il 22’ e il 37’ del primo tempo da un confuso Merchiori, che con una serie di imprecisioni fa infuriare panchina biancoscudata (Foschi espulso) e tutto lo stadio. Prima, tanti sbadigli. Con le iniziative personali di Cacia, Cutolo e Italiano a spaventare solo un po’ Caglioni. Il Modena, corto e concentrato, nonostante la superiorità numerica manca di acuti. E quando – complici amnesie difensive locali - ne trova un paio, come all’8 della ripresa con Bernacci di testa, e al 60’ con Fabinho in contropiede, li spreca malamente. Esce così la classe e il cinismo di un Padova orgoglioso: Cacia – fin qui in ombra - al 27’ fa le prove, due minuti più tardi la butta dentro sfruttando un gran assist di Italiano e un malinteso della retroguardia gialloblu. Il capitano, migliore in campo, firma poi all’35’ il raddoppio grazie ad una rasoiata potente e precisa su punizione. Annichilito, il Modena alza bandiera bianca. Finisce dunque così, due a zero, con i biancoscudati a festeggiare sotto le tribune il ritorno in cima alla classifica, se pur in compagnia di Brescia e Torino. Carlo Della Mea .

Il rigore di Marotta. LaPresse

SASSUOLO-BARi 1-2 — Il Bari sbanca il Braglia e toglie il primato al Sassuolo, in coda ad una gara tesa e nervosa, condizionata dall’arbitraggio di Gallione, mai all’altezza: due rigori per il Bari, tre punti per i pugliesi, che al Braglia avevano già vinto contro il Modena. Al netto di quello che dicono le immagini, Sassuolo-Bari è tutta qui. Al 4’ protesta il Sassuolo per un’uscita di Lamanna che sembra abbattere Marchi, al 18’ sono ancora protagonisti Marchi e il portiere del Bari, con quest’ultimo che rintuzza, ancora in uscita, la conclusione dell’attaccante neroverde. Il Bari si fa vivo alla mezzora, quando Rivas sollecita dai 20 metri, senza sorprenderlo, Pomini, ma la gara la fa soprattutto il Sassuolo, ancora impreciso in avvio di ripresa, quando Valeri, di testa, spreca su invito di Magnanelli. La gara resta comunque in equilibrio, e a romperlo pensano le panchine: la sblocca il Bari su rigore al 14’ s.t., con il neoentrato Marotta che trasforma dal dischetto – fallo di mano di Masucci su conclusione di Rivas – e la rimette in equilibrio un altro neoentrato, ovvero Boakye, che sospinge in porta un traversone con il contagiri di Longhi. I gol incendiano la partita e a farne le spese è Fulvio Pea, espulso da un Gallione non particolarmente accomodante nei confronti della squadra di casa. La conferma arriva al 28’ s.t., quando gli ospiti beneficiano di un altro rigore, concesso questa volta per atterramento (fuori area) di Forestieri, altro nuovo entrato, ad opera di Rea. Trasfoma ancora Marotta, e il passare dei minuti toglie lucidità ai neroverdi, che protesteranno ancora a lungo, anche nella fasi finali del mach, contro Gallione, che nel finale espelle anche Forestieri ma al Sassuolo lascia un pessimo ricordo. (Stefano Fogliani)