Milan che staffetta: Balotelli, ti manda El Shaarawy
MILANO, 3 aprile 2013
Stephan segna poco, ma i suoi movimenti si rivelano utili. E Mario può risplendere
- Mario Balotelli, 22 anni, e Stephan El Shaarawy, 20: coppia gol. Afp
Le correnti di pensiero sono due: c'è chi sostiene che si tratti di un fisiologico calo di condizione, e che Balotelli sia arrivato con tempismo perfetto per rimediarvi; e chi assicura che abbia tirato il freno a mano perché è stato proprio SuperMario a spingerlo in una zona d'ombra. Gli ultimi due mesi di El Shaarawy sono stati setacciati al microscopio, perché (più di) qualcuno non accetta il fatto che un ragazzo di 20 anni capace di segnare 19 gol in 38 partite, abbia rallentato un po'. Per fortuna il diretto interessato non se ne fa un cruccio. E Allegri gli fa da scudo tutte le volte che può: "Sta giocando una stagione straordinaria, il gol non deve rappresentare un problema".
Medie — Ecco, "straordinaria" è la parola perfetta per descrivere l'annata di Stephan. In senso letterale: fuori dall'ordinario. Perché se il Milan è riuscito ad agganciare il podio, per il momento è soprattutto grazie ai suoi gol. Invece le continue meraviglie del Faraone hanno fatto sì che il suo rendimento fuori dalla norma sia stato percepito come la normalità. Errore. Quello era l'alieno. Adesso le sembianze sono di nuovo umane e il suo lavoro in qualche modo sta cambiando. Okay, i numeri ultimamente sorridono poco. Da quando è arrivato il Balo, El Shaarawy in sette partite ha fatto un solo gol (peraltro fondamentale, nel derby) e in campionato ha peggiorato la sua media passando da una rete ogni 123 minuti (pre-Balotelli) a una ogni 544. Così come è diminuita la media relativa ai tiri nello specchio della porta (da 1,68 a partita agli attuali 0,57) e la media voto (6,48 contro 6 secco).
Dialogo fitto — Ovviamente Balotelli è un centravanti "ingombrante", per presenza scenica e grande quantità di movimenti. Sia in verticale che in orizzontale. Ora c'è lui ad andare al tiro. E a volte si ha la sensazione che El Shaarawy sia un po' relegato sulla linea laterale, ma la compatibilità fra i due non è discutibile. Uno nato per fare il centravanti, e l'altro l'esterno. In più si cercano tantissimo (a volte anche troppo), come hanno raccontato perfettamente le ultime apparizioni in Nazionale. In rossonero Stephan e Mario hanno giocato insieme sei partite e Balotelli, dopo De Sciglio, Muntari e Montolivo, è il quarto per numero di passaggi fatti a El Shaarawy. Chi lo accusa di scarsa incisività sotto porta dovrebbe anche ricordarsi che Stephan non ha mai smesso di garantire quel lavoro di copertura indispensabile per sostenere il tridente. Anche su campi molto faticosi come a Verona. Per El Shaarawy non è mai stato un problema sacrificarsi. Figuriamoci adesso che c'è il suo nuovo amico Mario.
Marco Pasotto© RIPRODUZIONE RISERVATALEGGI ANCHE
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