Andrea Agnelli, 36 anni, presidente della Juve. LaPresse

"Siamo felici di avere il miglior allenatore in circolazione: Antonio Conte". Andrea Agnelli ha chiuso l'Assemblea degli Azionisti della Juventus (per l'approvazione del bilancio 2011-12) con un pensiero all'allenatore, al capitano di ieri e di oggi, e una stoccata a Diego Della Valle. "Sono stati mesi duri dopo la squalifica di Conte, ma siamo assolutamente felici di poter contare su un allenatore come lui". Poi la replica al patron della Fiorentina: "Della Valle mi vede bene in discoteca? L'ultima volta che ci sono andato mi sono divertito, era per la festa scudetto. Mi auguro che anche lui possa andarci presto per festeggiare qualcosa". Il riferimento è a una dichiarazione del patron della Fiorentina, che a Servizio Pubblico su La7, parlando della crisi del Paese, aveva detto: "Della famiglia Agnelli è rimasto ben poco, sono rimasti dei ragazzi che non sono grandi lavoratori, ma è con loro che bisogna parlare. E per farlo bisogna andarli a cercare in qualche discoteca. Hanno succhiato tutto quello che potevano succhiare e ora dicono che questo è un Paese dove non si può lavorare? Vogliono andarsene? Lo facciano, ma il governo non si giri dall'altra parte se no la sua responsabilità è doppia".

DEL PIERO E BUFFON — "L'Assemblea degli Azionisti dell'anno scorso è stata l'occasione per un giusto tributo a uno dei più grandi giocatori che hanno indossato la maglia della Juventus - le parole di Andrea Agnelli -. Con Del Piero avevamo un accordo, era il suo ultimo anno, lui poi ha scelto un'esperienza nuova e ricca di fascino. Porterà sempre la Juve nel cuore, gli faccio un grande in bocca al lupo, lui rimarrà sempre nei nostri cuori. Un futuro da dirigente? Io non ho mai chiuso le porte a nessuno. Ma questa squadra è completa e funziona, e squadra che vince non si cambia. Buffon rinnova quando vuole, è un professionista consapevole. Se non firmerà oggi lo farà domani, è il nostro capitano e rimarrà con noi".

LA SOCIETà — "Quando ho ricevuto da questa assemblea l'incarico di Presidente avevo in testa chiarissimi cambiamenti. A partire da squadra e società. In 30 mesi abbiamo bruciato le tappe, dopo aver approvato il peggior bilancio della storia bianconera. Oggi la situazione è drasticamente cambiata, ma lo scudetto sul petto non ci deve far dimenticare il nostro obiettivo: vincere mantenendo l'equilibrio finanziario. Il bilancio odierno presenta una perdita dimezzata, e continueremo nel risanamento. Dopo 17 anni di gestazione lo Juventus Stadium è realtà, e inizia a dare i suoi frutti. E' stato presentato il progetto della Continassa, il Museum e il College, e non ci fermeremo. La Juve partecipa ad ogni competizione, Champions compresa, con l'ambizione di vincere. Ma consapevoli che non è facile, basta guardare ad un presunto modello di riferimento, il Manchester City, che è già quasi fuori".

LE RIFORME — "Bisogna cambiare il calcio italiano e posizionarlo a livello di quello europeo. Dopo 30 anni stiamo vivendo un declino rapido, lo sviluppo è bloccato anche per via di crisi economica, ma non basta a giustificare un vero e proprio tracollo strutturale. Quale candidato sosterrà la Juve in Lega e in Federazione? Sosteniamo una riforma strutturale del calcio professionistico, vogliamo che la locomotiva possa procedere al pari degli altri Paesi d'Europa. Vanno riformati i campionati, il numero delle squadre, lo status del professionista sportivo. Va migliorata la legge Melandri e la giustizia sportiva, che non può trattare investimenti da milioni di euro come le dispute di un piccolo circolo sportivo, e tutelati i marchi. Il sistema generale e il dialogo con le istituzioni deve crescere. Da soli i grandi club possono fare poco, sono temi che vanno condivisi e le istituzioni devono collaborare: il sistema ci deve aiutare a crescere".

Giuseppe Marotta. LaPresse

parla marotta — "Per quanto riguarda il caso Berbatov - spiega l'a.d. della Juventus -, da parte nostra non c'è stato alcuno sgarbo nei confronti della Fiorentina. Abbiamo valutato un'opportunità, era sul mercato e il suo entourage ci ha confidato che non sarebbe mai andato a Firenze, ma voleva andare al Fulham. Il nostro intervento è stato una fortuna per i dirigenti della Fiorentina, abbiamo evitato loro una brutta figura. Avevano allestito un'accoglienza all'aeroporto pur sapendo che l'attaccante non sarebbe mai arrivato. Ci hanno attaccato per giustificare una loro grossa lacuna. Il top player? In questo momento è difficile immaginare un club italiano che paghi uno stipendio da 7-8 milioni netti all'anno, al contrario i campioni vengono venduti per ripianare le perdite di bilancio. Negli anni '90 in Italia arrivavano i migliori giocatori al mondo, ora non lo possiamo più fare. Immobile? Oggi è ancora un campione potenziale, abbiamo incassato 4 milioni dalla sua compartecipazione. Giovinco l'abbiamo ripreso dal Parma per 11 milioni dopo averne incassati 4 dalla comproprietà, un esborso oneroso ma calcolato, è in crescita. Qualche errore è stato fatto, qualcuno ha deluso le aspettative come Martinez. Rispetto a tre anni fa sono cambiati ben 22 giocatori, sono rimasti solo in 4: Marchisio, Buffon, Chiellini e De Ceglie. In estate ci hanno offerto 30 milioni per Vidal ma noi i campioni li teniamo".