Fabio Quagliarella, 30 anni il 31 gennaio, 6 gol in campionato. Ansa

La Juve è stata perfetta con le piccole, si diceva prima della sconfitta con la Samp. Tuto vero. Poi sono arrivati il pari di Parma e il rotondo successo con l'Udinese. Di certo i bianconeri, sempre privi di Chiellini, Pirlo (non convocato, non è certo che torni neppure con la Lazio), e Asamoah, non possono più permettersi passi falsi prima che quella gradevolissima seccatura con le orecchie, la Champions, torni a reclamare le attenzioni e le energie dei giocatori. Quindi bisogna vincere e sperare che Parma, campo sin qui inviolato, resti tale anche domenica dopo la visita del Napoli.

VAI QUAGLIA — La difesa sarà quella tipo, con Caceres che dovrebbe aver definitivamente chiarito che è lui e non Peluso la prima riserva. In mezzo Andrea Pirlo può recuperare con tutta la calma che la cautela nel gestire un patrimonio dell'Unesco impone. Tanto c'è Paul Pogba, che se se facesse la metà delle cose mostrate contro l'Udinese, sarebbe già benemerito. L'ex United nel 2013 è partito in panchina solo col Milan in Coppa. Piuttosto, sulle fasce ci vuole più qualità. I sostituti di Asamoah non sono stati quasi mai all'altezza e col Genoa Paolo De Ceglie (favorito su Simone Padoin) sarà tra gli osservati speciali. Davanti Conte farà un minimo di turnover, visto che poi martedì bisogna andare all'Olimpico per cercare di vendicare la beffa dell'1-1 all'andata e prendersi la finale di Coppa Italia. Così, accanto a Vucinic, dovrebbe rivedersi Fabio Quagliarella.

SEGNA MA... — Storia strana, quella della Quaglia. Ha segnato 6 gol in campionato e 3 in Champions. E' preceduto solo da Seba Giovinco, che però ha una media gol peggiore, come attaccante più prolifico. Ma non gioca con continuità e non segna dal 20 novembre (3-0 al Chelsea in Champions). Marotta continua ad acquistare attaccanti e il primo sulla lista dei partenti è lui. Nel 2013 è stato titolare solo a Parma, senza lasciare grandi tracce. Conte spera che contro una squadra che starà molto chiusa, con difensori solidi ma non reattivissimi come Manfredini, Granqvist e Moretti, la sua capacità di andare in profondità e di calciare in porta da qualunque posizione possa indirizzare la partita.

BALLARDINI, CHE ESORDIO — In casa Genoa l'esordio in questa nuova avventura (era già stato sulla panchina del Genoa nel 2010/2011) non è dei più agevoli per Davide Ballardini. Del resto dopo il k.o. contro il Catania, Luigi Delneri non poteva che pagare un ruolino di marcia disastroso. Nove sconfitte su tredici partite con soli otto punti, frutto di due vittorie e due pareggi. "Serve intensità", insiste il nuovo allenatore. Che deve trovare la chiave per far girare una squadra certamente migliorabile, ma non così scarsa da stare al terz'ultimo posto. Finisse così, sarebbe retrocessione.