Lettere dei tifosi a Del Piero
Ecco le più significative
Milano, 15 maggio 2012
Dopo l'addio al suo pubblico, allo Juventus Stadium, tanti tifosi hanno spedito in Gazzetta pensieri e saluti per il capitano bianconero. C'è chi non si rassegna a non vederlo più in campo col suo numero 10, chi ricorda scandite le tappe della vita dai suoi gol, chi gli rende onore da avversario di tifo
L'addio ad Alessandro Del Piero dei suoi tifosi, allo Juventus Stadium, contro l'Atalanta, è stato commovente. Ma non è bastato a tanti supporters personali di Del Piero, che hanno scritto alla Gazzetta messaggi, lettere e parole commosse per il capitano bianconero, che contro il Napoli, domenica, giocherà la sua ultima partita per la Juventus, chiudendo a quota 705 presenze la sua storia d'amore con la Vecchia Signora. Ecco alcune delle lettere ricevute, pubblicate integralmente.
Io Del Piero non lo conosco. Ho 48 anni e sono per la Juve da 50 (a proposito di numeri, mi sembra che da queste parti i conti si facciano così...). I miei 48 anni trascorsi non mi consentono di parlare di onestà, serietà, correttezza, professionalità riferendomi a un uomo che non conosco. Anche se la mia pelle, accapponata dalle sensazioni di 19 anni di immagini teletrasmesse, ha già emesso questa sentenza, che, tuttavia, è un giudizio senza prove dirette. I miei 22 anni da avvocato mi stoppano di fronte al fatto notorio, quello che è pacifico, indiscusso, lampante. Quindi non vado oltre, e mi limito ad affermare che Del Piero è un campione straordinario, di quelli che :"ne nasce uno ogni 20 anni". Come dire che tecnicamente è rarefatto, è molto diluito con l’etere, ma non è unico nella storia. E’ unico, invece, quando a 48 anni mi emoziona, senza fare niente, senza dire niente, senza chiedere niente, facendo semplicemente, ma straordinariamente il suo mestiere. E’ unico, quando per 19 anni fonde, nel bene e nel male, sempre e ovunque, il proprio destino con quello di una squadra. Penso, allora, che per molti sia più che altro un’icona, un’idea, una nuvola su cui appoggiare a qualsiasi età la propria fantasia, una favola, verso cui esiliare quando se ne avverta il bisogno. Caro Presidente, tra tante cose preziose, il destino, ti ha regalato anche la possibilità di scrivere l’ultima pagina di quella favola. Ho letto che hai scelto il finale più triste tra quelli possibili, come quando chi ti ha preceduto (io purtroppo c’ero) ha restituito due scudetti, tirandoli dalla tribuna, senza scendere in campo. In quel particolare momento aprire il cassetto dei sogni e dei ricordi e disfarsi di una fetta dell’onore di tutti quelli che hanno il cuore a strisce, forse era davvero la soluzione più economica. Anche adesso credo che la soluzione più conveniente sia ancora quella di riaprire il cassetto e dirci che non è proprio possibile pensarlo in Coppa Campioni con la maglia numero 10, magari a calciare il rigore decisivo, forse solo quello... Hai fatto bene a non pensare alle favole, per le quali, in questo particolare momento, non deve esserci più spazio neppure nel calcio. Io, che non c’ho mai parlato, penso che Del Piero non esista, non sia mai esistito. Un po’ come, per alcuni, l’allunaggio del 1969. Per cui hai fatto bene, anzi benissimo, così. Ma solo e soltanto se Del Piero non esiste... Avvocato Mauro Messeri
La Juve ti appartiene di diritto e non ti possono sfrattare così
Caro Capitano, avrai letto mille parole, sentito voci a non finire in questi giorni e in quelli che hanno preceduto il tuo ennesimo e meritato trionfo. So di non essere la prima e di certo non sarò l'ultima che ti rivolge queste parole. Inutile ripetere quanto tu sia stato e sia un grandissimo campione dentro al campo e fuori, ma ciò che mi preme dirti è che la tua classe e la tua signorilità le hai dimostrate ancora una volta non dando credito a chi avrebbe dovuto stenderti un tappeto rosso per tutto quello che hai saputo dare alla Juventus. Tu ti sei inchinato domenica, ma c'è qualcun altro che avrebbe dovuto inchinarsi davanti ai tuoi piedi e dirti grazie, perché ci sei stato nei momenti di crisi, quando si vinceva, ma sopratutto quando si perdeva, tu c'eri e chi ti ha praticamente cacciato dov'era? Doveva inchinarsi a te dicendoti che per te la Juventus è la tua seconda casa, che tu di quella casa hai le chiavi e che spetta a te, e te soltanto decidere quando restituirle, lui non è il padrone, tu ci hai vissuto per 20 anni, ti appartiene di diritto e non ti possono sfrattare così, è qualcosa di umanamente inconcepibile. Tu hai preso la squadra per mano nei momenti più bui e l'hai riportata alla luce, tu e solo tu, e vergogna a chi non l'ha capito o finge di non capire per motivi che a me sono sconosciuti. Grazie Capitano.
Linda Bolognesi - Portomaggiore
Ovunque tu sarai noi ci saremo per sempre Alex
Ho letto le bellissime lettere dei tifosi di Del Piero... e anche se sembra ovvio ci tengo a mandargli un messaggio dalla Svizzera! Non conosco una Juve senza Ale e sarà come detto da tutti molto difficile non vederlo in quello stadio, nel suo stadio! Alex Sei l'espressione più bella che possa esistere nel calcio!! Ovunque tu sarai noi ci saremo per sempre Alex!! GRAZIE per avere regalato cose uniche, ma soprattutto per aver insegnato cos'è la purezza del calcio e valori che oggi si perdono quale il RISPETTO e l'UMILTA'! TU SEI LA JUVE e niente e nessuno cambierà questo! Ancora oggi le lacrime scendono da sole, silenziose per te, per tutto quello che mi hai dato e per le emozioni che ho avuto la fortuna e il privilegio di provare! Ai miei figli parlerò di te perché il calcio è Del Piero e perché sei parte della mia vita e una parte importante; La Svizzera è con te Alex sarà con te qualsiasi cosa tu decida di fare! Sei il giocatore che ha permesso ai tifosi di squadre diverse di essere in simbiosi guardandoti! Mi inchino alla tua persona alla tua bravura semplicemente al mito che sei Alex! GRAZIE
Sabrina Scarcella - Neuchâtel
- Alessandro Del Piero con la coppa del tricolore. Ansa
"Tu sei l’unico n° 10 che io possa concepire"
Caro capitano. Posso ancora chiamarti capitano, vero? Perdonami se ti do del tu e nemmeno ci conosciamo ma sono 20 anni che ti seguo e per me è come se fossi parte della mia famiglia. Caro Alex, chi ti scrive è una tua tifosa, una che ti segue col cuore. Una che per te ha pianto, ha riso, ha provato orgoglio. Per te, per quello che ti hanno fatto, ho provato rabbia. Ho provato rabbia ogni volta che sei stato messo in discussione, ogni volta che ti è stata rivolta una qualche accusa. Non ho bisogno di sapere la tua versione dei fatti. Io guardo i tuoi occhi e so che non può essere vero. Stop. Mi basta questo. Scusa, non mi sono nemmeno presentata, capitano… io sono Simona e ho 28 anni. Quando ero bambina il mio mito era Roberto Baggio. Quando lo vedevo giocare mi emozionavo, quando segnava piangevo. Ricordo ogni goal ai Mondiali del ’94 e quei rigori, che i miei genitori non mi hanno fatto vedere per paura che potessi sentirmi male per l’emozione. Quando lui andò via per me fu un trauma. Pensai: “Non potrò amare nessun altro giocatore come amo lui”. Poi ti vidi giocare. Lo ammetto, il “tradimento” si consumò subito: vidi sin dal primo momento quello che sarebbe stato il tuo futuro. Vidi tutti gli anni in cui mi avresti accompagnata, le tue corse dietro il pallone, i tuoi goal, i tuoi sorrisi. Vidi la tua classe, dentro e fuori dal campo. E subito la amai, Alex. Se ora ti scrivo è perché non so come sfogare i sentimenti che provo oggi. Ho visto la partita e speravo di non piangere. Perché credevo – e ancora un po’ ci credo anche adesso – in un epilogo diverso. Piangere per la felicità, ecco cosa avrei voluto. Sono riuscita a trattenere il pianto fino al tuo goal, poi ogni emozione è scivolata via dai miei occhi, senza che potessi farci nulla. Questa lettera prendila così, come uno sfogo, come il tentativo di farti sapere quello che avrei voluto dirti in questi anni trascorsi “insieme”, senza che tu nemmeno sapessi della mia esistenza. Io sono una tifosa, Alex, una di quelle che in te ci ha sempre creduto, ma veramente. Senza ma, senza se, sempre e comunque. Ho sempre sognato di conoscerti, perché per me tu sei un esempio. Un esempio come calciatore ma, soprattutto, come uomo. Una persona a cui chiedere consigli, una persona a cui chiedere cosa fare o come comportarsi nella vita. Ti ho sempre visto così, come un fratello maggiore, come il mio migliore amico. Sono sciocca? Forse si, lo ammetto. Ma il senso dei miti, degli esempi, dei modelli, è proprio questo. Certo, non ti nascondo che il mio “innamoramento” non è stato solo metaforico ma anche sentimentale, per quanto possibile. Ma non ho mai avuto – e mi sembra ovvio – pretese. Ho solo avuto il desiderio di poterti un giorno stringere la mano, dirti quanto io ti stimi. Quanto tu sia stato e sia tuttora importante nella mia vita. Perché, per quanto possa sembrare esagerato, la vita è fatta anche di questo, di piccoli pezzi di vita altrui che si conficcano nella tua come vetro, ma senza farti male. Anzi, mi hai fatto bene, con i tuoi goal, con le tue parole mai sopra le righe, con la tua eleganza nei modi, la signorilità, il rispetto verso qualsiasi avversario. A volte ho immaginato che anche tu, a casa, da solo con te stesso o con chi fa parte della tua vita più intima, sfogassi la rabbia o la frustrazione. Ma in pubblico mai, anche se chiunque, al tuo posto, in determinate situazioni, lo avrebbe fatto. Ci sono molte cose che ora vorrei dirti ma, credimi, mi mancano le parole. So solo che ora io sono qui, lontana centinaia di chilometri da dove ti trovi tu, a festeggiare con quegli occhi un po’ tristi, quelli di chi, in qualche modo, è stato tradito. So che queste mie parole forse non le leggerai mai, anche se adesso non c’è cosa che io desideri più ardentemente. Vorrei sapere che anche questo mio messaggio d’affetto, che sicuramente ti giungerà insieme a milioni di altri messaggi, fosse tra le tue mani, per farti capire che tu non hai mai sbagliato nulla. So che già lo sai, ma immagino che in qualche momento perfino tu ti sia chiesto se dipendesse da te tutto ciò. No capitano, tu avresti meritato qualunque tipo di bene. Avresti meritato qualunque cosa. E noi tifosi abbiamo cercato di farti arrivare tutto questo, questo bene incondizionato, questo tuo abitare nei nostri cuori senza che noi potessimo decidere di impedirtelo. Vedi capitano, se adesso io fossi lì con te non potrei che abbracciarti. Ho in mente migliaia di immagini che mi ricordano la tua splendida carriera nella squadra che ho sempre tifato, la Juventus. Ho impresso ogni singolo pezzetto del tuo glorioso percorso nella mia mente, come se si trattasse della mia vita. E in fondo un po’ si tratta anche della mia vita. Si, perché la Juventus ha sempre costituito un pezzo di me, e tu sei ciò che per me ha sempre significato la parola Juventus. Ora sarà dura, ora non so come reagirò. Non so come farò a pensare di non trovarti in campo o seduto in panchina, dove ingiustamente spesso ero costretta a vederti. Non so come reagirò a sapere che non sei nemmeno tra le scrivanie di quella società che tu, più di chiunque altro, hai reso gloriosa. Non lo so. Non lo so davvero, perché è una sensazione nuova, a cui ancora stento a credere. Mi aspetto sempre che, da un momento all’altro, qualcuno mi comunichi che si tratta di uno scherzo, che tu tto è tornato al proprio posto. Vedi Alex, col tempo per me tifare per la Juve ha coinciso col tifare per te. Tu sei il solo capitano che mi sento di avere, tu sei l’unico numero 10 che io possa concepire. Tu sei tu, è impossibile spiegarti diversamente. Alla fine ho perso il filo del discorso. Tutto questo era per dirti che mi mancherai, capitano. E per ringraziarti di tutto quello che hai fatto, in campo e fuori. Grazie, crescere “con” te è stato bello. E non lo dimenticherò mai. Ti voglio bene Alex.
Simona Musco
"Segnaci pure contro, ora. I tuoi gol non mi franno mai male"
È inutile, non ce la faccio. Non riesco a immaginare la Juve senza Del Piero. Perchè anche se giocava poco, solo sapere che era lì pronto a entrare dava sicurezza. Gli mancava la scritta "in caso di emergenza, rompere il vetro". E lui entrava e ti faceva l'assist vincente, la punizione imprendibile, segnava il rigore che serve. E adesso? Possibile che in una Juve che sarà impegnata in 3 competizioni, non ci sia più posto per tale Alessandro Del Piero ? Fosse uno difficile da gestire, capisco, ma lui è sempre stato Signore nella Signora. Lo fai giocare mezz'ora, venti minuti, e se tutto va male ti fa gol. Onestamente mi sarei aspettato dalla società maggior riconoscenza e maggior rispetto, per chi come lui ha fatto del bianco e nero una seconda pelle. 8 scudetti vuol dire che di suo ci ha messo quasi una stella intera. E allora sai che ti dico Ale? Vai, e segna. Anche se solo pensarti con una maglia diversa, mi fa star male. Come forse a te indossarla. E se come spero incontrerai la Juve in Champions da avversaria, segna pure. I tuoi gol non mi faranno mai male.
Beppe Cartabbia
- L'ultimo dei tanti trionfi del Del Piero con la Juventus. Afp
"È stato un onore averti come avversario"
Il calcio è lo sport più bello del mondo. Ha il potere di farti ritornare bambino e riassaporare quelle sensazioni genuine che provavi quando da piccolo giocavi con gli amici per strada o in cortile, usando due cartelle per fare la porta. Ieri guardando l'addio di Del Piero ho riprovato quelle stesse sensazioni: non sono mai stato e mai sarò simpatizzante della Juventus, però ieri per un attimo sono stato anche io tifoso di Alex Del Piero e sono ritornato per un momento alla mia infanzia. Forse anche lui da bambino aveva sognato una giornata memorabile come quella di ieri: non sarebbe stato possibile un addio migliore del suo. Aldilà della maglia, ammiro tantissimo l'uomo e lo sportivo. Sarebbe stato impossibile non emozionarsi di fronte a uno spettacolo come quello che si è visto al momento della sua sostituzione: credo che una cosa del genere nel passato sia stata riservata solo a personaggi del calibro di Pelè, Di Stefano e pochissimi altri. Auguro a Del Piero ogni bene possibile nella vita, sono sicuro che nel caso continuerà a giocare, lo farà ancora con la classe e la serietà che lo hanno sempre contraddistinto. Per noi interisti è stato un onore avere un avversario come lui. Tra dieci o venti anni, quando parleremo del calcio a cavallo tra gli anni '90 ed il 2000 comparirà sempre indelebile il nome di Alessandro Del Piero. Un saluto.
Massimiliano
- Del Piero con moglie e figli allo Juventus Stadium. Ap
“Ma no papi, non devi piangere…. va solo a riposarsi un pochino…poi torna"
Ciao Ale, sono passate poco più di 24 ore da quando ieri mi è scesa la prima dolce, amarissima lacrima e ancora ho un turbine di emozioni che come i lampi e i tuoni si rincorrono nello stomaco, nell’anima, intervallando scrosci di pioggia con pacifiche rasserenanti schiarite; aspetto che poco a poco scendano e si depositino sul cuore dolorante e come neve possano ricoprire questa ferita enorme, meravigliosa. Le immagini di ieri, 13 maggio 2012, si rincorrono nella mia mente, alla tv, sui giornali e ogni volta colgo una nuova parola che mi era sfuggita, un’immagine diversa che non avevo notato, un tuo sguardo sicuro, deciso – pur commosso – che forse non volevo vedere e mi domando: quale giornata avrebbe potuto essere per te, per noi, più meravigliosa di quella appena trascorsa? Quale addio (o arrivederci come in molti chiosano) avrebbe potuto essere più dannatamente doloroso e allo stesso tempo emozionante e coinvolgente? La tribuna Boniperti dov’ero – ma evidentemente anche il resto dello stadio - trasudava lacrime come nemmeno la curva dietro a Buffon il 28 maggio di 9 anni fa a Manchester dopo l’ultimo rigore di Sheva. Noi, uomini fatti oggi e poco più che ragazzi allora, che - per qualche falso pudore o malriuscita ostentazione “machista” - cerchiamo invano di nascondere le nostre emozioni agli amici, mogli e figli, rovinosamente crolliamo rompendo in generosi pianti quando al 58° - dopo il fischio di Gava - leggiamo sul cartello del cambio in mano al 4° uomo il nr 10 … il tuo … e’ ora … è finita … 3 secondi per realizzare cosa stava succedendo ed in mezzo al campo non ti si vede più, sei sommerso dall’affetto dei tuoi compagni che in quel momento sono 10 in campo, 42.000 allo stadio, 12.000.000 in Italia, 180.000.000 nel mondo, siamo tutti lì ad abbracciarti. I successivi 20 minuti per me sono stati di pura estasi, credo di essermi anche dimenticato di respirare tanto ero impegnato a seguirti con lo sguardo, con il cuore, per cercare di capire i tuoi sentimenti e che fiume di emozioni ti stesse travolgendo, e per esserti ancora, oggi per l’ultima volta, silenziosamente vicino come ho fatto in questi 19 anni di vita bianconera. Le lacrime ed i ricordi colmeranno il vuoto che hai lasciato; il pianto così disperato e così libero ha risvegliato in me la sopita certezza che noi siamo le nostre passioni e che nulla è più importante dei nostri sogni; la tua serenità e la tua storia insegnano che la correttezza, la gentilezza e la bontà d’animo sono virtù rare ed eccezionali oggi e ci ripagano sempre con gli interessi. Sei la ragione per cui sono felice che i miei figli giochino a calcio, sei esempio luminoso e brillante - lasciamelo dire - come la terza stella che ci hai regalato. A proposito di figli, ti voglio salutare con le parole che mi ha detto il mio Niccolò (di 11 giorni più grande di Tobias) quando non sono più riuscito a trattenere le lacrime mi chiede: “Papi, ma perché stai piangendo”? “Amore, piango perché Ale esce, e non credo che lo vedrò più giocare”. Carezzandomi come faccio io con lui quando si sbuccia un ginocchio: “Ma no papi, non devi piangere…. va solo a riposarsi un pochino, … poi torna... “ “Poi torna”…. ho paura di no, … ma questo non gliel’ho detto. Grazie di tutto Ale, sei una pagina molto evidenziata del libro della mia vita.
Lorenzo Pignatti
- L'abbraccio dei compagni di squadra a Del Piero. Reuters
"Ti ho tifato da uomo, da lavoratore, da marito, da padre"
Un doveroso ADDIO... Come tutti i bei film, tutti i bei libri, tutte le storie intriganti, tutte le avventure appassionanti, e' giusto che anche la tua storia alla Juve sia finita. E' giusto sia finita cosi', con una partita, sul campo, con un gol, con la premiazione per l'ennesima vittoria... E te lo meriti...te lo meriti per il tuo grave infortunio, per la scomparsa di tuo padre, per la gioia del Mondiale che ci hai fatto vivere, per aver seguito la squadra in serie B, per averla riportata in A, per aver sofferto in silenzio tutte le panchine degli allenatori che ti davano per finito anni fa, e per averla fatta ri-Trionfare... Ti tifavo da ragazzo, studente, militare... Ti ho tifato da uomo, da lavoratore, da marito, da padre.... Mi hai accompagnato tante lunghe stagioni, e non hai mai tradito... Sono cresciuto con Rossi, Platini, Baggio, Schillaci, Vialli e tanti altri...tutti passati...solo tu sei rimasto dall'inizio alla fine della tua carriera. E ho ammirato, ammiro e ammirero' SEMPRE, il tuo stile, mai sopra le righe, mai una polemica, mai uno sputo, mai gettata una maglia, mai scalciato un avversario, mai irriso uno sconfitto, mai... E sempre ironico, allegro, col sorriso anche nei giorni piu' amari, sempre leader, sempre al 100%, e SEMPRE alla JUVE. Spero un giorno, magari tra 100 anni, che i mie pronipoti avranno la fortuna di tifare un altro come te..ma sara' dura, per tutto quello che rappresenti... Grazie Alex per tutto quello che hai dato al calcio e allo sport italiano, e spero che l'affetto di tutti ti giunga forte, come la tristezza per doverti salutare... Non nego che mi son commosso quando oggi sei uscito dal campo, non nego che sarebbe bello un altro anno con noi, non lo nego, ma non nego anche che cosi'....che cosi' ci puo' stare, e che comunque prima o poi sarebbe successo...e' stato bellissimo cosi'... Ciao CAPITANO... Ciao DEL PIERO....
Nicola Andretto
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