Antonio Conte rompe il silenzio e torna a parlare, dopo mesi trascorsi dietro le quinte si riprende il palcoscenico della sua Juventus prima nella chat con i tifosi e poi in serata da Fabio Fazio in tv, scatenando subito una polemica con l'Inter.

Conte durante la chat coi tifosi. LaPresse

chiacchieroni, zitti! — A "Che tempo che fa" su Rai 3 Conte ha detto, rispondendo alla battutina dei giorni scorsi di Cassano: "Ci sono soldatini alla Juve? No, qui ci sono professionisti seri e impeccabili. Quando andiamo a prendere un calciatore, le cose che andiamo a vedere sono i suoi requisiti umani perché nei momenti di difficoltà il giocatore viene sempre in secondo piano ed emerge l'uomo". Già in chat aveva lanciato una frecciatina: "Se dietro l'uomo c'è solo un chiacchierone allora preferiamo lasciare questo giocatore agli altri".

Marco Branca e Antonio Conte. Ansa/LaPresse

branca risponde — A stretto giro di posta è arrivata la risposta di Branca, d.g. dell'Inter: "Ringrazio Antonio Conte di lasciarci certi tipi di giocatori. Credevo che la vicenda fosse già risolta tra i giocatori e che non ci fosse bisogno dell'intervento di persone che all'interno dei club ricoprono cariche di maggiore responsabilità. Se poi qualcuno ha ritenuto di intervenire, pur trovandosi nella sua posizione attuale, da parte mia non trova risposta proprio per non alimentare ulteriormente la polemica e andare contro il clima di serenità che tutti auspichiamo. E, comunque, noi altri lo ringraziamo di lasciarci certi tipi di giocatori".

in chat — In mattinata l'allenatore aveva giocato in casa: "Ho scelto di parlare con voi perché mi siete stati vicini in questo periodo particolare" aveva detto, e aveva ammesso di avere nostalgia della sua panchina: "Me la sono fatta costruire una a casa da mia moglie per litigare comunque con qualcuno..." Dal campo alla squalifica, da Del Piero alla Champions, ecco Antonio Conte a 360° sulla chat juventina.

LA PANCHINA — "Mi manca tantissimo. Il mio lavoro si è dovuto triplicare in questi tre mesi perchè se prima potevo intervenire fisicamente durante le partite, ora invece è difficile. Però ho la fortuna di avere dei collaboratori ottimi, e dei calciatori molto responsabili. Ci hanno definito soldatini? Mi è piaciuto molto quello che ha risposto Bonucci: non soldatini ma professionisti. Calcisticamente sono riuscito ad entrare nella testa dei giocatori e questo ci aiuta molto. Però a me manca molto il fatto di non potermi sedermi in panchina, di non avere quel contatto con l'erba, con i miei calciatori, con gli avversari, con i tifosi e con gli altri".

LA SQUALIFICA — "Ho attraversato momenti difficili. Nei quali non sono riuscito a trovare un perchè alle cose che stavano succedendo, pur sforzandomi. Per me è stato fondamentale il sostegno incondizionato della mia famiglia e di Andrea Agnelli. Vorrei che chi ha espresso giudizi su di me provasse l'esperienza di passare per colpevole essendo innocente. All'inizio della mia avventura Andrea Agnelli mi ha augurato una carriera alla Ferguson, io sono esattamente dove volevo essere, e spero di rimanerci ancora per molto tempo".

LA CHAMPIONS — "Il pareggio contro il Nordsjaelland ci ha complicato i piani? Non dobbiamo guardare indietro. Anche se è stato un pareggio ingiusto, abbiamo fatto almeno 30 tiri in porta, e i danesi non sono una squadra di serie C come ho sentito dire da qualcuno. Ora abbiamo due impegni probanti contro Lazio e Chelsea. Mancini e Ancelotti dicono che hanno bisogno di anni prima di poter vincere la Champions, nonostante gli investimenti. E allora cosa dovremmo dire noi? Ma il calcio non è fatto solo con i soldi, abbiamo il destino nelle nostre mani. E se non fossimo all'altezza andremo a giocare in Europa League. Il Borussia Dortmund è una squadra che ammiro molto, vedo molte cose in comune con noi".

SUCCESSI E POLEMICHE — "Vincere da allenatore ha ancora più sapore che farlo da calciatore. Solo nei miei sogni mi sarei aspettato lo scudetto al primo anno in panchina alla Juventus. Dopo la vittoria ci siamo abbracciati e abbiamo parlato poco. Abbiamo pianto per la gioia perchè sapevamo quanto lavoro c'era dietro. Non abbiamo mai perso la fame. Forse siamo stati meno intensi e determinati in qualche gara, complimenti all'Inter che ci ha battuto e lotterà per lo scudetto fino alla fine. Bisogna avere rispetto per questa Juve, che gioca un bel calcio e non ha perso per 49 partite di fila. Mi spiace per ciò che è succeso dopo il Nordsjaelland: a fine partita ero accanto alla sala stampa quando ho sentito un boato dopo il gol del Chelsea. Mi ha dato fastidio, è stata una mancanza di rispetto".

Antonio Conte, secondo anno alla guida della Juve. LaPresse

POGBA PERDONATO — "Pogba ha 19 anni e non ci ho pensato su un minuto per farlo giocare titolare. Ha mezzi straordinari, sta a lui e me cercare di crescere per diventare un campione. Ha voglia di imparare, può diventare tra i numeri uno al mondo, ma non deve perdere mai bussola, a quell'età basta poco".

GLI ATTACCANTI — "I risultati sono la migliore risposta. Ho cinque attaccanti, come l'anno scorso. Far giocare sempre la stessa coppia per 2-3 gare di fila mi impedisce di puntare sugli altri. A me interessa che ci sia sempre una grande risposta da ognuno di loro. Non ci sono gerarchie assolute. Si equivalgono tutti, pur con caratteristiche diverse. Io sfrutto la forma e il momento, fino ad ora ho avuto grandi risposte. Il 4-3-3? E' un modulo più difensivo di quello che facciamo noi. Del Piero? Il rapporto con Ale è sempre stato schietto, l'anno scorso è stato fondamentale per lo scudetto. Ora lo guardo giocare e faccio il tifo per il Sydney F.C.".

la battuta — "A mia moglie piace tantissimo l'imitazione di Crozza: quando si arrabbia mi dice 'E' agghiacciante..."