Juventus, cos'è successo? È la domanda che si sono fatti tutti: quelli che erano all'Allianz Arena di Monaco ieri sera, e quelli che hanno visto la partita col Bayern in tv. Perchè il 2-0 finale è solo una fotografia parziale della debacle in Baviera.

Le parole di Chiellini a fine gara erano tanto oneste, quanto realiste. "Per come è andata la partita, alla fine siamo fortunati a potercela ancora giocare al ritorno". Già, perchè è la prestazione della Juventus, più ancora del punteggio, che ha stupito, in negativo. Proviamo a capire i perchè.

ciclone bayern — I bavaresi sono uno squadrone. Si sapeva. 20 punti di vantaggio in Bundesliga sul Borussia Dortmund, mica una squadretta, sono lì a dimostrarlo. Ma soprattutto sono una squadra che attacca con 7-8 uomini. In serie A difficilmente capita, alla Juve, di affrontare squadre così. Pensateci: ieri, quando ha perso Kroos, Heynckes ha inserito Robben. Un giocatore ancora più offensivo. Eppure i rossi di Germania vincevano già 1-0. Quando la Juve è andata in bambola il Bayern giocava con Ribery e Robben esterni alti, supportati dalle continue sovrapposizioni di Alaba e Lahm, più Muller dietro a Mandzukic. In mezzo c'erano Schweinsteiger, uno col pallone ha un bel rapporto, riverdersi la punizione tagliata da sinstra tagliata appena alta per i miscredenti, mica parliamo di un medianaccio ruvido, e il brasiliano Luiz Gustavo, che si muove ad andamento lento, ma il pallone sa dove indirizzarlo. Insomma, a parte i due centrali di difesa, gli altri 8 giocatori del Bayern attaccavano la partita e gli avversari. Creando superiorità numerica continua, chiamando inevitabili raddoppi sugli scatenati esterni. E la Juve non ci ha capito più niente. Tra l'altro Dante ha potuto giocare dedicandosi alla costruzione immediata del gioco, senza dover impazzire dietro ai lanci che lo avevano mandato al manicomio, lui e David Luiz sembravano all'autoscontro, contro l'Italia nell'amichevole giocata dal suo Brasile a Ginevra. Van Buyten che sembra ultracentenario per esperienza, ma invece ha fatto un figurone a 35 anni, doveva essere messo di fronte alla sua anagrafe con continui uno contro uno. E invece ha giocato in scioltezza perchè la Juve, abituata a fare il gioco, si è vista sottrarre l'iniziativa, ed in contropiede per indole proprio non sa giocare. E non ha testato minimamente la difesa tedesca: i primi tiri in porta decenti sono stati (comunque velleitari) di Vidal dopo una porzione di ripresa. E i tedeschi, quando possono giocare dalla metà campo in su, ti fanno a pezzi, come dimostrano i 78 gol segnati in campionato in 27 gare.

Pirlo perde un contrasto aereo col colosso Schweinsteiger. Reuters

veterani a picco — La partita della Juve è stata tutta una rincorsa. Dopo 25 secondi era già sotto. Per un errore di Buffon, troppo poco reattivo nel decifrare la deviazione di Vidal sul tiro con poche pretese di Alaba dalla distanza. Buffon, che pure ha effettuato un paio di parate decisive, è sembrato soffrire il contraccolpo psicologico della partenza falsa per tutta la partita. Errori in disimpegno di piede reiterati, uscite pentite, più respinte che prese, un erroraccio ancora più brutto del primo in occasione del raddoppio tedesco. Quel pallone insidioso di Luiz Gustavo andava gestito meglio rispetto alla respinta corta e centrale che ha originato il 2-0 di Muller. Buffon è un fenomeno. Il capitano della Juve. L'uomo di maggior esperienza. Le sue incertezze, il suo affanno, sono state un brutto segnale per il resto del gruppo. Così come la partitaccia di Pirlo, l'altro mammasantissima bianconero. Che ha perso il pallone che si è poi trasformato nell'1-0, che ne ha persi troppi altri in posizioni scomode, che non ha trovato la misura nei lanci e la libertà di manovra. E siccome è lui la mente pensante della Juve, la squadra bianconera, ne ha risentito parecchio. Un Pirlo che corre dietro agli avversari, invece di far correre gli avversari dietro a lui, è utile come un consiglio sul gel a Cristiano Ronaldo. La Juve si è trovata spiazzata dalla serata no del Maestro tanto temuto dai bavaresi.

organico da valutare — Conte l'aveva detto, alla vigilia: "Affrontiamo un top club, capiremo se e cosa ci manca. A che livello siamo". È mancato tanto. Non può essere una partita a frantumare le certezze granitiche di una Juve dominatrice in Italia da due stagioni (anche se il ritorno del Milan a Barcellona e l'andata della Juve in Baviera sollevano dubbi sul valore assoluto della serie A), ma è chiaro che qualche confronto di singoli, prima ancora che corale, è sembrato stridente, a Monaco. Insomma, è ingeneroso paragonare Peluso ad Alaba. E Quagliarella e Matri hanno avuto la peggio nel confronto con Mandzukic. I tedeschi dalla panchina potevano inserire Gomez e Pizarro, la Juve Giovinco, oltre ad un Vucinic a mezzo servizio, reduce dalla febbre. Insomma, è chiaro che è facile e riduttivo parlare di top players, perchè la coralità può sopperire in caso di piccole differenze qualitative, ma in assoluto, se la Juve è stata tanto brava ad alzare l'asticella delle difficoltà fino a competere legittimamente per la Champions, è altresì evidente che a quel livello la differenza la fanno i campioni. Come Drogba la scorsa stagione, che ha regalato al Chelsea la coppa con le grandi orecchie sublimando un catenaggio apocalittico.

prospettive in chiave ritorno — Vucinic starà bene. La Juve farà tesoro degli errori commessi, perchè è squadra formata da tanti giocatori intelligenti. E il pubblico dello Juventus Stadium le darà una marcia in più. È già esaurito da giorni. Eppoi il Bayern dopo il 3-1 a Londra con l'Arsenal al ritorno si è distratto, ha perso 2-0 e rischiato la clamorosa eliminazione. Ecco, le buone notizie finiscono qui. Perchè se il Bayern di Torino sarà quello visto a Monaco la miglior Juve potrebbe non bastare per completare il ribaltone. Ma nel caso la Juve avrà la coscienza a posto e potrà solo applaudire gli avversari. Cominciando a lavorare - ancora Conte dixit, alla vigilia - a come rovesciare la scenetta dalla prossima stagione.