Gigi Buffon e Antonio Cassano sorridenti in Nazionale. Ansa

Non esiste giocatore più distante di Antonio Cassano dall'universo Juve. E non certo per il valore del giocatore. Anzi, uno con le caratteristiche tecniche di FantAntonio farebbe molto comodo ad Antonio Conte. Il discorso tocca altri aspetti: immaginatevi uno col carattere di Cassano a Vinovo. Sarebbe un matrimonio stimolante ma complicato: il binomio genio e sregolatezza non ha mai funzionato a Torino. Sia nell'era pre-calciopoli, con Luciano Moggi pronto ad andare a prendere per un orecchio un giocatore che faceva tardi la sera, che in quella della rifondazione post-scandalo.

CONSAPEVOLEZZA — Il primo a saperlo è proprio Cassano. Ragazzo genuino e sincero. Che magari sta zitto per mesi, ma quando poi decide di parlare in una sola intervista esprime concetti più profondi del 90% degli sportivi in un'intera carriera di conferenze stampa. E' successo di recente, quando il barese è stato ospite di Fabio Fazio su Rai3: "La Juventus l’ho rifiutata tre volte. Vogliono solo soldatini, che vanno sempre dritti. Io sono uno che spesso esce dai binari". Inevitabile la piccata risposta di Bonucci, che ha sottolineato come i bianconeri siano solo professionisti seri.

SINTONIA con buffon — Sabato sera Cassano, che ha segnato 5 gol in campionato e ha già messo nel mirino il record personale di 14 gol in serie A, ottenuto con la Roma di Capello nel 2003-'04, sfiderà la difesa meno battuta della serie A, composta da Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini. Difensori di grande livello, generali più che soldatini. Oltre che da Gianluigi Buffon, uno con cui Antonio condivide molti più aspetti di quanto si possa pensare. Gigi, come il barese, è persona diretta. Che non ha paura di dire ciò che pensa, a costo di sollevare polveroni. Citiamo solo la frase più recente, quel "meglio due feriti che un morto" riferita alle partite non giocate fino in fondo e quindi appetite da chi scommette sul calcio in maniera illecita. Entrambi hanno una personalità spiccata. Più da leader quella di Buffon, che con gli anni ha imparato a contare fino a 10 e a mettere il gruppo sopra ogni cosa, più "maradoniana" quella di Cassano, cui spesso in carriera i compagni hanno perdonato troppi atteggiamenti sopra le righe.

VIENI DA NOI? — E fra i due infatti il feeling è di vecchia data. Anche se hanno giocato insieme solo in Nazionale. Circa un anno fa, Antonio, prima dei probemi cardiaci, confidò proprio a Buffon la sua volontà di lasciare il calcio entro tre anni. Senza contare il corteggiamento di Buffon, che già nel 2005 fece di tutto per portarlo alla Juve, allora una corazzata allenata da Fabio Capello: "L' ho trovato - disse allora Buffon - più disciplinato e riflessivo rispetto all' Europeo (quello del 2004 col Trap, ndr). Più accomodante: più da Juve, diciamo. Le regole del calcio non sono poi così restrittive: piano piano Antonio entrerebbe nel meccanismo. Lui stesso sarebbe il primo a capire che ne vale la pena, magari per vincere il Pallone d'oro". Da allora sono passati sette anni sulle montagne russe. Cassano ha giocato fra tanti bassi e qualche alto nel Real Madrid, nella Samp e nel Milan, prima di trovare Stramaccioni. Un allenatore capace di fargli accettare i cambi e le panchine col sorriso sulle labbra. Ma soprattutto di ottenere da lui progressioni di 50 metri palla al piede concluse con assist decisivi, come quello a Palacio contro la Samp. I soldatini bianconeri hanno già pronto l'elmetto. Perché questo Cassano le fortezze le può espugnare anche da solo.