Dimenticare Rocchi, sfruttare la sosta, ripartire con un altro passo. Il giorno dopo la discussa sconfitta con Napoli l'Inter deve provare a voltare pagina. Il primo tour de force è finito, con risultati deludenti ma nulla di compromesso in vista degli obiettivi finali. Ora due settimane senza partite concedono una pausa di riflessione e, probabilmente, il recupero di qualche uomo chiave. Nonostante lo 0-3 casalingo, non tutto è stato da buttare. Ecco cosa va e cosa non va in casa nerazzurra.

Che contrasto fra Lucio e Cannavaro! Ansa

cosa non va — A condannare l'Inter, in questa prima fase, sono i numeri: quattro punti in campionato e cinque sconfitte su otto partite (compresa Supercoppa e Champions) sono un bilancio a dir poco in rosso. Ma non è tutto: in tre partite a San Siro (con Roma, Trabzonspor e Napoli) i nerazzurri non hanno segnato nemmeno un gol. L'attacco in casa, quando la squadra ora di Ranieri dovrebbe fare la partita, fatica a trovare i giusti automatismi: Pazzini è encomiabile nel suo gettarsi su ogni pallone, manca semmai un po' di sintonia con i compagni di reparto, Forlan in primis, con cui l'ex-Samp fatica a dialogare. E anche col recupero di Milito, probabile dopo la sosta, bisognerà trovare la giusta "chimica" fra le due prime punte. Se davanti si stenta al Meazza, dietro si balla un po' ovunque: la squadra nerazzurra ha già incassato 11 gol in cinque gare di campionato. Decisamente troppi: se prima il problema era la difesa a tre, oggi pare mancare un po' di copertura dal centrocampo. E Lucio non è certo sui livelli del triplete: il brasiliano esagera con le sortite offensive, e in generale sembra difettare un po' in concentrazione. Col Napoli Nagatomo si è macchiato di un paio di errori gravi, mentre Chivu ha avuto una ricaduta sulla caviglia: l'entità dell'infortunio resta da valutare. Poi c'è il fattore nervosismo: è vero che i torti arbitrali non sono mancati, ma concentrarsi troppo su quelli, senza trasformare la rabbia in furia agonistica, può trasformarsi in un alibi pericoloso.

Maicon prova a sfuggire alla coppia Zuniga-Campagnaro. Ansa

cosa va — A consolare i tifosi interisti, senza bisogno di essere troppo ottimisti, ci sono i primi 40' della gara col Napoli. Sui numeri pesa la falsa partenza gasperiniana, in molti nell'ambiente sono convinti che con la nuova gestione le cose siano effettivamente cambiate. La partenza contro il Napoli ha confermato questa impressione, con una squadra che aveva ritrovato non solo ordine ma anche capacità di offendere. Fondamentale pare il rientro di Maicon, che nei primi tre minuti della sua gara era arrivato tre volte nei pressi dell'area avversaria. Il ricostituito asse destro con Zanetti si conferma una delle armi più pericolose di questo gruppo. La sosta per le nazionali, a cui l'Inter pagherà un dazio tutto sommato limitato (otto convocati, meno che in passato) permetterà a Ranieri di ritrovare quasi la formazione tipo. Nell'undici di ieri sostituite Alvarez con Sneijder e Obi con Stankovic e il tasso tecnico e di esperienza salirà inevitabilmente. Per Catania saranno pronti anche Thiago Motta e Poli: alternative importanti a centrocampo (si giocherà ogni di tre giorni), reparto che più di altri soffre di un po' di usura causata dagli anni che passano. Infine c'è la questione calendario: in campionato le trasferte di Catania e Bergamo, inframmezzatte dalla gara in casa col Chievo, possono essere un buon trampolino di lancio in vista del prossimo big-match, in casa con la Juve, sabato 29 ottobre. All'Inter sperano che, per allora, quella sia tornata ad essere una sfida da alta classifica.