Rossi: "Mi scuso, pure con Ljajic
Ma esigo rispetto per la mia famiglia"
FIRENZE, 04 maggio 2012
L'ex tecnico viola a cuore aperto contro i moralisti: "Gesto deprecabile, ma sul rispetto della mia persona e della squadra non transigo". L'ultimo invito ai tifosi: "Sostenete la squadra, la barca è quasi in porto"
Prima un proverbio indiano: "Per dare un giudizio di una persona, devi camminare due giorni con i suoi mocassini". Poi uno nostrano, popolare, conosciutissimo: "Ferisce più la lingua della spada". Delio Rossi chiede scusa alla città di Firenze, alla squadra e anche a Ljajic da ex allenatore della Fiorentina che indossa ancora la divisa ufficiale. "E' difficile essere qui, sono venuto perché in base alla situazione che si è venuta a creare la mia avventura a Firenze è finita. E' stata un'avventura in cui ho creduto e credo ancora, ringrazio la famiglia Della Valle che mi ha permesso di viverla nel presente e mi auguravo anche nel futuro. Chiedo scusa per l'episodio".
L'UOMO ROSSI — Rossi si rivolge alla città di Firenze, ai giocatori, alla società e anche a Ljajic, il giocatore serbo aggredito durante Fiorentina-Novara. "Però ci tenevo a dire che ho visto molti moralisti, molti perbenisti che si sono permessi di dare giudizi senza aver vissuto la situazione, senza sapere la storia di un uomo, senza sapere di chi parlavano. Di un ragazzo che ha cominciato ad allenare i bambini del Foggia per portarli via dalle strade, gli operai nel dopolavoro, in serie C vincendo i campionati, e le volte che ho non vinto tornavo indietro e ripartivo daccapo. Sono arrivato ai professionisti senza giudicare nessuno, senza dare giudizi lesivi di nessuno, ho solo e sempre lavorato, sono per la cultura del lavoro".
RISPETTO — Cos'ha scatenato, allora, la reazione violenta del tecnico? "Su alcuni punti fermi non transigo - chiarisce Rossi -, sono il rispetto della mia persona, del lavoro, della squadra che alleno e della mia famiglia. Sono state toccate queste situazioni. Il gesto è stato brutto, deprecabile, sono dispiaciuto. Hanno detto che se ero furbo l'avrei fatto dentro lo spogliatoio invece che davanti alle telecamere, allora sarebbe stato virile? Non mi sembra giusto. Non ho mai detto di essere Padre Pio, andate a chiedere ai bambini e ai giocatori che ho allenato, anche stranieri: non mi sono mai permesso di alzare le mani verso nessuno, neanche sui miei figli. Ho sbagliato e pagherò".
ULTIMO SFORZO — L'ultimo invito di Delio Rossi, che preferisce non rispondere alle domande, è rivolto ai tifosi viola: "La barca è quasi in porto, bisogna solo mettere l'ancora, ma la palla rotola ancora. Per cui a Firenze dico di stare vicino ai Della Valle e a questi giocatori". E i tifosi? Stanno ancora lui, come dimostra lo striscione apparso oggi fuori dallo stadio: "Da mercenari circondato, uomo vero ti sei dimostrato".
Gasport© RIPRODUZIONE RISERVATA
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