Duro, carattere spigoloso, vincente: che allenatore è Concei?ao, la scelta del Milan

Sergio ha giocato con l'Inter le due storiche semifinali di Champions 2003 ed è il tecnico più vincente nella storia del Porto. Usa molto il 4-4-2, piace perché è pragmatico e deciso. Tra i giocatori valorizzati Militao, Vitinha e Luis Diaz

Sergio il duro. Sergio l’italiano. Sergio il pragmatico. Sergio il litigioso. Sergio il vincente. Il Milan compra il pacchetto completo con Sergio Concei?ao e fa una scelta forte: un altro allenatore portoghese, un allenatore dalla personalità forte. Concei?ao in campo è un allenatore diverso da Paulo Fonseca, tiene meno alla gestione del pallone, è più pragmatico, gioca spesso 4-4-2 o 4-2-3-1 e cerca di più la verticalità. Le sue squadre, più che belle, sono ostiche, dure, concrete. Non per caso, Concei?ao chiede tanto fisicamente ai suoi calciatori e ama avere un gruppo di giocatori fisici.

il sondaggio

I risultati arrivano: in sette anni al Porto ha vinto tre scudetti, per due volte è arrivato ai quarti di Champions, altre tre volte ha perso agli ottavi. Frequenta l’Europa abitualmente. I tifosi generalmente apprezzano e in estate molti milanisti hanno sperato in una sua nomina nei giorni della scelta del nuovo allenatore. In un sondaggio Gazzetta, nei giorni del ballottaggio portoghese, Sergio prese il 75%, contro il 25% di Fonseca.?

IL PERCORSO

Concei?ao ha avuto un’adolescenza complicatissima, nato in una famiglia certo non ricca. A 16 anni ha perso il papà per un incidente in moto, un giorno dopo essere andato con lui a firmare per il Porto. Incredibile. Due anni dopo se n'è andata anche la mamma e il calcio è diventato il suo tutto. Da calciatore si è affermato come un esterno rapido, offensivo, competitivo in Italia – scudetto, Coppa Coppe e Supercoppa europea con la Lazio – e in nazionale (la tripletta alla Germania a Euro 2000 come grande highlight). Dal 1998 al 2000 è stato alla Lazio, nel 2000-01 al Parma, dal 2001 al 2003 all'Inter, poi ancora alla Lazio. Era in campo, titolare per l’Inter, in entrambe le semifinali di Champions 2003: Milan contro Inter, il derby dei derby. Da lì è andato in Portogallo, in Belgio, in Kuwait, in Grecia. Ha chiuso con il Paok Salonicco nel 2009 ed è subito diventato direttore sportivo. La vocazione però era un’altra: allenatore. E allenatore è stato, con Olhanense, Academica Coimbra, Braga, Vitoria Guimaraes, in una gavetta non così diversa da quella di Paulo Fonseca. Poi la Francia (Nantes) e nel 2017 il ritorno a casa, al Porto, con una frase che dice molto della sua personalità: "Non sono venuto qui per imparare, sono venuto per insegnare. Sono l'allenatore del Porto".

I SUCCESSI

?Le statistiche a cui tiene di più sono probabilmente due. I 10 trofei vinti con il Porto, che lo rendono l’allenatore con più trofei nella storia del club. E il record di punti nel campionato portoghese: 91, che pochi non sono in un campionato a 18 squadre. Altro? Beh, ha lanciato o valorizzato tanti calciatori, venduti cari come da abc del club. Vitinha, ceduto al Psg. Luis Diaz, al Liverpool. Militao, al Real Madrid. Otavio, all'Al Nassr. Diogo Dalot, allo United.?

CARATTERE E FAMIGLIA

E il carattere, la vita privata? Sergio ha cinque figli, è religioso, da ragazzo era chiamato Twister, Tornado, e in Portogallo lo sanno: l’uomo può agitarsi. Sei mesi fa ha lasciato il Porto quando Pinto da Costa, il vecchio presidente con cui aveva firmato il rinnovo, ha perso le elezioni contro André Villas Boas. Concei?ao non ha risparmiato il commento velenoso: "Meritavo più rispetto per quello che ho dato a questo club". Poi qualche episodio del passato. A marzo è stato denunciato dopo una lite ai margini di un torneo giovanile e nel 2019, in tribuna per un Porto-Benfica Under 19, andò faccia a faccia con un tifoso che aveva avuto parole pesanti verso suo figlio Rodrigo. Ecco, i figli. Francisco è in Italia dall’estate e il 3 gennaio sarà a Riad, in campo per la semifinale di Supercoppa, Juventus contro Milan. Una rimpatriata di famiglia.