Lichtsteiner lascia il calcio: dal gol allo Stadium all'asse con Pirlo, la storia dello Swiss Express
Cos¨¬ veloce da diventare uno spot, 'Liftsteiner'. Lui che si infila gli scarpini e corre per le scale, l'ascensore che sale e va veloce. Chi vince? Lichtsteiner, ovvio, sponsor per la Puma per testare nuove calzature. Stephan aveva 25 anni, giocava nella Lazio, lo chiamavano 'Swiss Express' perch¨¦ non mollava mai, correva sempre. Avanti e indietro, difesa e attacco. Oggi ¨¨ all'ultima fermata.
Addio
¡ªLichtsteiner lascia il calcio e dice auf wiedersehen. "Ho 36 anni, ¨¨ il momento giusto". Saluta su Instagram in italiano e in tedesco. La tenda si chiude in silenzio, lontano dal suo 'io'. Stephan, in campo, non ¨¨ mai stato un tipo pacato, ma stavolta dice basta in sala stampa, a casa sua, lontano dai riflettori. Lilla e Grasshoppers, Lazio e Arsenal, Augsburg e Juventus, la tappa pi¨´ importante in 20 anni di carriera (con pi¨´ di 700 partite tra i professionisti).
Un po' italiano
¡ªPassaporto svizzero, cuore italiano, accento romano. Tutto vero. Alla sua prima conferenza con la Juve, nel 2011, rispose cos¨¬. Secco: "Che te devo d¨¬?". Comprensibile: "Arrivai a Roma senza parlare italiano, cos¨¬ imparai prima il dialetto e poi la lingua". Sabatini lo port¨° nella Capitale nel 2008 per un milione, Lotito lo ceder¨¤ alla Juve per 10. Plusvalenza. Simpatico ai compagni, un po' meno agli arbitri. Jonas Eriksson disse che "¨¨ stato uno dei giocatori pi¨´ nervosi con cui abbia mai avuto a che fare. Sempre arrabbiato". Lichtsteiner sente la partita fino in fondo. "Se non vinco mi arrabbio". E ha vinto spesso: Coppa Italia e Supercoppa con la Lazio nel 2009, 7 scudetti di fila con la Juve dal 2011 al 2018, poi altre 4 Coppe Italia e 3 Supercoppe (sempre in bianconero). Per lui anche un campionato svizzero con il Grasshoppers nel 2003. Vincente, ambizioso, occhi sul mondo. Nel 2009 and¨° in Mozambico in missione umanitaria: "Ho visto realt¨¤ sconvolgenti, siamo dei privilegiati". Gioc¨° a calcio con i bambini in mezzo alla strada, facendogli dimenticare i problemi per un attimo: "Quel viaggio mi ha fatto capire molte cose".
Pirlo e Conte
¡ªSette anni alla Juve, 258 presenze e 15 reti. Nel 2018 l'addio definitivo, destinazione Arsenal. "Non mi sentivo pi¨´ al centro del progetto". O di uno schema. Pirlo-Lichtsteiner-gol: "Andrea, mi passi il sale?". Altro spot di casa Juve, girato in cucina e messo in onda sui canali ufficiali. Un siparietto a tavola per raccontare l'intesa tra i due, attiva fin dal primo gol ufficiale allo Stadium contro il Parma. Assist di Andrea, rete di Stephan. Storia. Merito di Conte e di una metamorfosi vincente. Da terzino di una difesa 4 a esterno a tutta fascia, pungente e veloce, titolare e capitano nella nazionale svizzera (108 partite e 8 gol): "Lichtsteiner ¨¨ una mia creatura", parola di Antonio.
Ritorno
¡ªSu e gi¨´ lungo la fascia, dribblando il mercato e pure l'Inter, che lo cerc¨° nel 2016. Rifiuto secco, troppo legato alla Juve. Quando Licht si ferm¨° per un problema al cuore nel 2015 pens¨° di smettere, ma la Juve gli sussurr¨° all'orecchio "torna presto, ti aspettiamo". Padre e figlio. Risultato? Gol contro il Gladbach e ritorno in Champions, dopo la finale persa con il Barcellona l'anno prima: "Ancora rosico". Tipico suo. Combattente nato, i compagni l'avrebbero portato in guerra insieme a loro: "Tirarmi indietro? Mai". Sempre preciso, poi. Anche se ha fatto impazzire i guardalinee. Proteste e gialli, sbuffi e occhi infuocati. Un continuo. Questione di stile, poco svizzero. Se non avesse fatto il calciatore avrebbe lavorato in banca. Da ragazzo fece uno stage alla Credit Suisse, ma scelse il calcio: "Scuola, lavoro, allenamenti. Facevo avanti e indietro". Gi¨¤ da ragazzo, senza fermarsi. Era destino.
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