Tardelli e Pagliuca raccontano l'azzurro: "Oggi il voto ¨¨ per Barella"
L’esposizione itinerante del Museo del calcio (“Azzurra, la grande storia della nazionale”) fa tappa a Bologna: una mostra (con, fra le altre, la maglia di Silvio Piola, quella di Fabio Capello del gol nel 1973 a Wembley, quelle azzurre di Bulgarelli e di Pagliuca) che rester¨¤ in visione al pubblico negli ambienti della Regione Emilia Romagna fino al 26 settembre. Al tavolo della conferenza erano presenti le due leggende Marco Tardelli e Gianluca Pagliuca, il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e Matteo Marani, presidente della Fondazione Museo del calcio: nella platea, anche l’amministratore delegato del Bologna, Claudio Fenucci, e il direttore generale del Sassuolo Giovanni Carnevali, oltre a una rappresentanza del Parma. Dopo la visione della Coppa d’Europa vinta dall’Italia di Mancini l’estate scorsa, ecco ricordi e aneddoti. "Indossare la maglia della Nazionale, io per trentanove volte e tre mondiali, ¨¨ il sogno di tutti i ragazzi - racconta Gianluca Pagliuca -. La partita che mi ha dato pi¨´ emozioni? Non ¨¨ andata bene, ma la finale contro il Brasile del 1994... Qui a fianco ho Tardelli e un po’ lo invidio perch¨¦ lui ha vinto la Coppa. Io ci sono arrivato a un niente ed ¨¨ stato in un certo senso bello comunque...”
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Cameriere prima, mondiale poi
¡ªMarco Tardelli vinse il Mondiale dell’82 “E fu ovviamente un sogno, ma anche ricordare che vidi la Nazionale a Messico 1970 mentre facevo il cameriere. Esultavo per quella nazionale mentre facevo il mio mestiere e ventidue anni dopo vincere il mondiale ¨¨ stata la soddisfazione pi¨´ grande. La maglia della Nazionale ¨¨ una seconda pelle: ho fatto quel che mi ¨¨ piaciuto nella vita, ritengo la maglia azzurra come quella che mi ha dato pi¨´ soddisfazione. Ieri ero a Madrid a fare interviste per Paolo Rossi, sono ripassato dal Bernabeu, dagli alberghi che per¨° non ci sono pi¨´: un’esperienza bellissima che mi ha riportato indietro di anni, a ricordi fantastici. Il calciatore di oggi? Anche nel mio periodo i presidenti ci dicevano di stare attenti, non vi infortunate: adesso magari sono pi¨´ aggressivi ma un giocatore non rinuncia mai alla maglia della Nazionale, e mi pare giusto. La maglia azzurra decide se nella carriera hai fatto bene: io non ho mai dato ascolto a chi mi chiedeva di non andare in Nazionale. Poi c’era Bearzot, persona fantastica, per cui era doppiamente bello andare a vestire l’azzurro. Il mio azzurro preferito oggi? Barella mi piace molto, ma stanno crescendo bene tanti ragazzi da Zaniolo a Raspadori”.
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