Troppo ManUtd per il Liverpool
Valanga Chelsea, City al replay

Sconfitta all'esordio in FA Cup per il nuovo tecnico Dalglish: decide un rigore di Giggs. Defoe lancia il Tottenham, 3-0 al Charlton. La squadra di Ancelotti ne fa 7 all'Ipswich, il Manchester City pareggia 2-2 a Leicester

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LONDRA, 9 gennaio 2011 - Il Liverpool festeggia nel peggior modo possibile il ritorno al timone, a distanza di 20 anni, di “King” Kenny Dalglish, che da manager aveva regalato ai Reds tre campionati e due coppe d’Inghilterra, con tanto di double nell’85. La squadra di Dalglish è infatti battuta per 1-0 ed eliminata dalla FA Cup nel primo match dell’era post-Hodgson da un Manchester United solido, pragmatico e a cui un aiutino – leggasi penalty generoso - arriva anche dall’arbitro Webb. Nonostante l’eliminazione, il Liverpool, costretto a giocare per 60 minuti e spiccioli in dieci per l’espulsione del proprio capitano Gerrard, ha regalato ai suoi fedelissimi un match fiero, giocato per buona parte alla pari con gli attuali dominatori della stagione inglese.

Gerrard, espulso, lascia l'Old Trafford. Ap

PARTITA VERA — Sir Alex Ferguson è ancora bruciato dal turnover spinto che aveva sancito l’eliminazione dei Red Devils contro il Leeds United (allora in terza divisione) nel terzo turno della FA Cup 2009-10. Questa volta quindi ci va piano con la rivoluzione. L’influenzato Van der Sar e i malconci Rooney e Vidic sono out, rientra Ferdinand che dà esperienza e leadership al centro della difesa, Kusczak è tra i pali, il bimbo prodigio Hernandez fa coppia con Berbatov davanti. Dalglish non ha a disposizione Johnson (che sta per diventare papà), punta su un classico 4-4-2 con cinque variazioni rispetto alla sconfitta di Blackburn, l’epitaffio di Hodgson. Kelly e Fabio Aurelio spingono sulle fasce, il rientrante Agger gioca in mezzo alla difesa, Kuyt e il niño Torres fanno reparto in attacco.

RIGORE GENEROSO — Trentadue secondi sul cronometro di Old Trafford e Webb punta al dischetto del rigore per un fallo, tutt'altro che vistoso, di Agger su Berbatov. Ryan Giggs non se lo fa dire due volte e trova l’angolino dagli undici metri. Alla faccia dell’inizio in salita per Dalglish… Per una ventina di minuti poi succede poco o nulla, se si eccettua una botta di Maxi Rodriguez deviata a mani aperte da Kuszczak e una deviazione provvidenziale di Fernandez davanti alla sua porta. Evidentemente il numero 32 non porta bene ai Reds perché è questo il minuto in cui il signor Webb sventola il cartellino rosso in faccia al capitano del Liverpool Gerrard, che era entrato a piedi uniti e in ritardo su Carrick in mezzo al campo. Da qui in avanti è tutto United: al 37’ Nani testa Reina dopo uno scambio ravvicinato con Rafael e allo scadere del primo tempo un’incornata di Evans fa tremare il palo alla destra dell’estremo difensore degli ospiti.

Il match winner Gigs in pressing su Kuyt. Ap

REDS ANCORA VIVI — Nessun cambio alla pausa, gli uomini di Dalglish subiscono; l’inferiorità numerica, che costringe Kuyt a rinculare e lascia un opaco Torres solo soletto in avanti, si fa sentire. Lo United non ne approfitta: Chicharito si avvita in area e devia un centro di Fletcher a due dita dal palo lontano, mentre Berbatov mira il secondo anello dopo un’uscita balorda di Reina. Il Liverpool ha una fiammata al 60’, entrano forze fresche – Shelley e Babel – e la botta da fuori della new entry olandese impegna un sicuro Kuszczak. Risponde Ferguson che manda in campo Anderson al posto di Fletcher, ma l’impatto del portoghese è pessimo: palla persa a centrocampo e fallo su Torres prima che l’iberico possa penetrare in area di rigore. La punizione di Fabio Aurelio punta al sette, ma la manona di Kuszczak devia in corner. Al 69’ Reina salva il Liverpool con 4 egregi interventi nel giro di trenta secondi in un mischione infinito; erano stati Rafael (due volte), Berbatov ed Evra a provarci. C’è spazio anche per l’ex Owen e per Ngog che rivelano rispettivamentge Hernandez e Torres. È tipico FA Cup football, si va da una parte all’altra a cento all’ora. Il Liverpool ha un orgoglio grande così, quello che gli era mancato nel resto della stagione. I Red Devils sono più compatti, più squadra e al quarto turno di Coppa ci vanno loro.

TOTTENHAM FACILE — Il Tottenham, che ha dato spazio a parecchi elementi di secondo piano, ha dovuto attendere i secondi quarantacinque minuti per liquidare la pratica Charlton (terza divisione) e conquistare il diritto di giocare nel quarto turno della FA Cup. Sono andati a segno per gli Spurs il bomber Defoe con una doppietta e la stellina Townsend (19 anni), al suo esordio in prima squadra.

Festa Chelsea. Ansa

valanga chelsea — Boccata d’ossigeno per il Chelsea che dimentica per un week-end i suoi recenti balbettii in Premier, sconfigge largamente l’Ipswich Town (seconda divisione) per 7-0 a Stamford Bridge e si qualifica per il quarto turno di Coppa dove sarà atteso da un’insidiosa trasferta a Goodison Park contro l’Everton. Ancelotti lascia a riposo alcuni pezzi da novanta – Cole, Essien, Malouda e Drogba su tutti – ma il suo Chelsea fa un sol boccone del derelitto Ipswich (che ha appena licenziato il proprio allenatore Roy Keane) e si impone grazie a Kalou, alla doppietta del giovane Sturridge, all’autogol di Edwards, alla stoccata di Anelka e all’uno-due finale di Lampard.

allievo contro maestro — Roberto Mancini non riesce a battere il suo maestro, quello Sven Goran Eriksson che lo allenò per ben otto anni, tra Samp e Lazio, e che lo nominò suo assistente nella stagione 2000-01 nella capitale. Al termine di un’esaltante sfida nelle Midlands, Leicester City e Manchester City pareggiano infatti per 2-2 e dovranno attendere il “replay”, previsto fra una decina di giorni all’Eastland di Manchester, per stabilire chi affronterà il Notts County nel quarto turno di FA Cup. La squadra di Eriksson, che è a centro classifica nella seconda divisione inglese, non ruba assolutamente nulla e ha anzi creainnumerevoli problemi, con il suo approccio fatto di tanta corsa e parecchia fisicità, a un Manchester City apparso stanco e poco lucido. L’allenatore marchigiano non può schierare gli acciaccati Silva e Balotelli, e dà un turno di riposo a parecchi dei suoi “big”, spossati dall’intensissimo programma natalizio. In difesa, dunque, spazio a Lescott in mezzo e Kolarov sulla fascia mancina, linea mediana a trazione anteriore con Wright-Phillips e il guizzante Johnson sulle fasce, Vieira a fare il frangiflutti e Milner a dare geometria, in attacco la coppia sudamericana Tevez-Jo.

Andy King pareggia per il Leicester City. Ap

BAMBA GOL E CITY IN BAMBOLA — Meno di un minuto al Walkers Stadium e il Leicester è già in vantaggio: corner dalla sinistra per i padroni di casa, la difesa del City si imbambola e l’ivoriano Bamba, appena arrivato dall’Hibernian, tocca il suo primo pallone con la maglia dei “Foxes” spingendolo in rete. Il Manchester City ci mette un bel po’ prima di iniziare a costruire qualche azione decente: al 12’ Vieira prova una girata al volo su angolo di Johnson, ma l’estremo difensore del Leicester Weale è attento e respinge. Al 23’ la squadra di Mancini pareggia e tira un gran sospiro di sollievo: dai e vai tra Milner e Tevez, sul passaggio di ritorno il centrocampista della nazionale inglese si libera con una finta di Bamba e insacca con un diagonale sul palo lontano. I padroni di casa non ci stanno e continuano a spingere come dei forsennati: il portiere del Manchester Hart toglie dall’angolino un fendente di Abe e si oppone poi sul risultante corner a due deviazioni aeree consecutive del solito Bamba. Di nuovo l’africano colpisce di testa sull’ennesimo angolo per il Leicester e Wright-Phillips si sostituisce sulla linea di porta al proprio portiere, allontanando di testa. Ancora gli uomini di Eriksson con un pallonetto del promettente centrocampista gallese King, ma Hart è sempre vigile. Alla fine del primo tempo la squadra di Mancini, incitata indefessamente dai propri encomiabili tifosi, forza i tempi. Dapprima Johnson si mangia un gol toccando a lato un centro basso di Boateng e poi, a due minuti dall’intervallo, una sontuosa deviazione di tacco dell’Apache Tevez su assist di Milner permette ai “Citizens” di terminare la prima frazione di gioco in vantaggio.

SCIOCCHEZZA HART — Mancini si copre a inizio ripresa, mandando in campo un mastino come De Jong al posto dell’impalpabile Wright-Phillips. Il Manchester City dà l’illusione di controllare la partita, ma i padroni di casa non mollano mai, dove non ci arrivano con la tecnica usano cuore e polmoni. E al 64’ il Leicester viene ricompensato: accetta un regalo di Natale in ritardo di Joe Hart che, incredibilmente, non controlla un cross facile facile di Gallagher. King ringrazia e mette dentro il gol del 2-2. I Citizens sono alle corde, Mancini lo capisce e cambia un attaccante (Jo) con un terzino (Zabaleta). Solito corner per il Leicester e, manco a dirlo, è ancora Bamba a incornare, ma questa volta è Johnson, appostato sulla linea di porta, a rintuzzare l’insidia. A otto minuti dalla fine contropiede ficcante del Manchester con De Jong che si mangia un assist al bacio di Tevez sparando su Weale in uscita. Ancora l’argentino Tevez ci prova nel tempo di recupero, ma la sua conclusione è deviata dall’estremo difensore del Leicester e la partita termina quindi senza nè vinti nè vincitori.