L'Nba 2011-12 secondo Magic Johnson: il regno dei play, tornati ad avere in mente prima il passaggio e poi il tiro, e dei Miami Heat, i favoriti per il titolo. Non dei suoi Lakers, la squadra con cui Magic è diventato leggenda, in un anno di transizione come capita anche alle squadre migliori. Tra Nba, pronostici e Londra 2012, ecco tutto il Magic-pensiero.

Earvin Magic Johnson, 52 anni, ha giocato 906 gare in Nba vincendo 5 anelli coi Lakers. Afp

lakers — Johnson parla alla presentazione di The Announcement, il documetario dedicato al 7 novembre 1991, il giorno in cui sconvolse il mondo annunciando che si ritirava perché aveva l'Hiv (negli Usa dall'11 marzo, in Italia sarà visibile su Espn America). E il primo argomento sono i suoi Lakers, la squadra di cui ora è vicepresidente, che nei giorni scorsi hanno vissuto la polemica tra la dirigenza e Kobe Bryant, che chiedeva chiarezza sul futuro di Pau Gasol, al centro di mille voci di mercato: "Sono orgoglioso di Kobe - è l'elogio di Magic -: ha dimostrato di essere un buon compagno di squadra e un buon leader. Credo voglia semplicemente essere informato di quello che succede, visto che è il simbolo di questa squadra a cui ha portato 5 anelli. Ma il problema è che a comandare ora è Jim Buss e non il g.m. Mithc Kupchack, quindi Kobe deve parlare con lui. I Lakers quest'anno sono discontinui e questo è il loro problema più grande. Ma se riuscissero a inserire uno o due elementi giusti tornerebbero in lotta per la Western Conference. Così come sono non sono competitivi: Oklahoma è sicuramente migliore, San Antonio e tante altre squadre stanno giocando meglio di loro. E persino i Clippers, grazie a Chris Paul, sono meglio dei Lakers".

nba — Per il titolo però Magic ha pochi dubbi: "Scelgo Miami, al momento è la squadra migliore. Questa è una stagione in cui la fatica sta giocando un ruolo importante per via del calendario compresso. Io prego ogni giorno che nessuno si faccia male. Ma bisogna dare credito a squadre come Chicago e Miami, e anche Oklahoma, che nonostante le mille difficoltà sono riuscite a mettere insieme un bel record. Ci sono squadre che giocano bene, nonostante tutto". Inevitabile la domanda su Jeremy Lin, il play dei Knicks diventato fenomeno in poche settimane: "Non è ancora al livello dei migliori, ma da quando c'è lui i Knicks sono diventati una squadra eccitante da guardare, soprattutto per quello che Lin riesce a creare per sé e i compagni".

l'erede — C'è comunque un giocatore tra i play emergenti in cui Magic si rivede: "Quando guardo Ricky Rubio vedo un po' di me stesso - dice l'hall of famer a proposito dello spagnolo di Minnesota -. Come facevo io, lui gioca sempre a testa alta, perlustra il campo con gli occhi. E può fare qualsiasi tipo di passaggio. E' in questo che mi somiglia. Sta giocando davvero bene e può solo migliorare. Anche se per il premio di miglior matricola scelgo Kyrie Irving di Cleveland".

Magic con Larry Bird e Michael Jordan nel Dream Team '92. Archivio

92 vs. 2012 — L'Olimpiade di Londra si avvicina, gli Stati Uniti si presenteranno con la solita parata di stelle pronte a portarsi a casa l'oro, ma per Magic il paragone col Dream Team che incantò il mondo a Barcellona '92 non regge: "Quella squadra resta inarrivabile perché ha cambiato questo sport. Ha aperto al mondo gli occhi sul basket, e spalancato le porte dell'Nba a giocatori di tutte le nazioni. Il basket ora è uno sport migliore grazie al Dream Team. Comunque quella 2012 è una grande squadra, ma non sarà facile perché ci sarà grande competizione con molte squadre che avranno giocatori Nba nei loro roster. Ma penso che Kobe, LeBron, Wade e gli altri avranno un grande impatto sulle Olimpiadi. E i tifosi saranno davvero entusiasti di vederli giocare".

magic il simbolo — Magic, oltre che una leggenda del basket, è un simbolo per i malati di Hiv e Aids. L'annuncio della malattia nel 1991 suonava come una sentenza di morte, ma il ritorno di Magic in campo all'All Star Game 1992 (in cui vinse il premio Mvp), l'avventura olimpica col Dream Team e la sua vita dopo il basket sono motivo di ispirazione per tanti: "Quello che mi è capitato ha fatto tanto per il mondo, per l'Hiv e l'Aids allo stesso tempo, per un sacco di persone malate: ha fatto capire loro che si può avere una vita produttiva nonostante tutto".