Pochi lo dicono, molti lo pensano: Milano oggi ¨¨ una squadra sulle ginocchia. Non si tratta di una crisi conclamata ma i numeri certificano che l’Olimpia, dopo l’amara esclusione dai playoff di Eurolega, ¨¨ in affanno anche nel campionato. Tre delle otto sconfitte nelle ultime 10 partite, infatti, sono maturate contro squadre di Serie A, significa che l’effetto consunzione, per infortuni e logorio fisico e nervoso, combinata con la frustrazione per il mancato salto di qualit¨¤ in Europa, sta minando le certezze della capolista anche dentro perimetro italiano. A tre giornate dalla fine della stagione regolare, l’AX non ¨¨ ancora sicura del primo posto anche se il +4 su Venezia e Cremona sembra metterla al riparo da brutte sorprese. I motivi di questo calo si spiegano in 4 punti. Li vediamo.
la big in calo
Basket Milano, dentro la crisi: poca difesa e troppo James
I cambi di Pianigiani hanno generato la dipendenza dal play, dietro l’AX fa molta fatica e Brooks si ¨¨ visto poco: servono testa ed energia
Indicare il top-scorer della regular season di Eurolega come un problema pu¨° sembrare un paradosso ma lo stakanovismo a cui ¨¨ stato sottoposto il play di Portland, di gran lunga il giocatore pi¨´ impiegato con 34’ di media (secondo Calathes con 31’), ha finito per spremerlo nelle partite decisive. E quando Pianigiani gli ha dato riposo (a Cremona e l’altro ieri a Brescia) la squadra non ha trovato un leader alternativo in attacco. Cos¨¬ il troppo utilizzo ha creato dipendenza tra i compagni. E’ vero che l’ex c.t. non ha avuto risposte concrete dagli italiani e che Nedovic non ha ancora completamente recuperato dall’infortunio, ma almeno in campionato non dovrebbero esserci problemi di divisione dei minutaggi senza dovere ricorrere agli straordinari di James per vincere anche su campi difficili. Qui Pianigiani dovrebbe fare una riflessione e magari un mea culpa: le sue rotazioni, per quanto obbligate dagli eventi, non sempre hanno convinto. Ma finch¨¦ vinceva aveva ragione lui. Adesso qualcosa potrebbe cambiare.
Milano non ¨¨ una squadra con una vocazione difensiva, non ¨¨ stata costruita per subire un punto in meno ma per segnarne uno in pi¨´. Basta guardare il profilo dei giocatori. Fino a febbraio questa filosofia ha pagato, perch¨¦ il potenziale offensivo,fortemente basato sul tiro da tre, ha oscurato le lacune dietro ma adesso che tutte le partite segnano la stagione e fatalmente le percentuali calano, occorre uno scatto in difesa. Ma bisogna metterci pi¨´ energia, comunicazione e soprattutto la testa, quella che non si ¨¨ vista a Brescia nel secondo quarto.
Jeff Brooks non ¨¨ un fuoriclasse, ma il suo valore ¨¨ riconosciuto: in questa Milano finora poche volte ¨¨ riuscito a dimostrarlo. Ora ¨¨ un lontano parente dall’?equalizer? del Triplete di Sassari, il giocatore che mediava l’istinto col raziocinio dei compagni. I panni del gregario lo sviliscono, spesso fa solo la sponda per i tiratori. E anche alla voce gerarchie interne appare indietro. Davvero non esiste un sistema per riportare l’ala con passaporto italiano al livello di 4 anni fa? Ma anche lui deve metterci del suo.
In questo contesto non va sottovalutata la questione societaria dopo il ridimensionamento dell’impegno del presidente Proli dentro al Gruppo Armani tanto che ci sono dubbi anche sul suo futuro come numero 1 del club. Proli ha voluto Pianigiani e ne condivide le scelte, ha firmato contratti pluriennali. Una sua uscita anticipata potrebbe mettere in discussione tutto quanto, compresa la sicurezza di coach e giocatori sul loro futuro milanese. Questa cappa di incertezza non ¨¨ il viatico migliore per entrare nei playoff.
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