Da Mamola a Villeneuve e Hamilton: quando il campione diventa acrobata

Nell’ultimo decennio l’introduzione del Super Rally nelle gare del WRC e dei massimi campionati nazionali ha ridotto sensibilmente gli “exploit” resi famosi da Colin McRae. La possibilità di ripartire in tutta comodità nella tappa successiva con un mezzo di nuovo in perfetta efficienza spinge solitamente i piloti a non ripartire immediatamente dopo un incidente o una uscita di strada, onde evitare ulteriori danni meccanici alle vetture. Se però il “crash” capita nell’ultima tappa, i piloti possono risfoderare lo smalto degli antichi “combattenti” e tentare l’impossibile pur di finire la corsa. E’ il caso del francese Stéphane Lefebvre che nel 2016, in Polonia, si rende protagonista di una buona gara con la Citroen DS3 Wrc. Nella diciannovesima e terzultima speciale, il primo passaggio di Sady, il francese viene tradito dall’asfalto viscido picchiando con violenza la ruota posteriore sinistra contro una cunetta. Con la ruota totalmente storta, per Lefebvre la corsa sembra finita: invece il francese continua la marcia, giunge in fondo alla PS pagando venti secondi di penalità e quindi percorre su tre ruote il tragitto che lo separa dal parco assistenza. Lefebvre arriva a destinazione senza ulteriori incidenti e nella mezz’ora successiva i meccanici della Abu Dhabi Total WRT si “scatenano” cambiando il ponte posteriore, sostituendo il paraurti e raddrizzando la carrozzeria della DS3. Il francese può così ripartire e, con una rincorsa forsennata nelle ultime due speciali, conquistare il nono posto assoluto e due punti mondiali…