Dal 2022 il capo del design Dacia ¨¨ David Durand che oltre a seguire i progetti legati al prodotto ha anche lavorato allo sviluppo della Sandrider che parteciper¨¤ alla Dakar 2025
Il tipo di colorazione della carrozzeria come anche la posizione delle ruote di scorta. Sono elementi di design che in una gara fanno la differenza. Il 2024 ¨¨ appena iniziato, ma sono molti i brand che gi¨¤ guardano al 2025. LĄŻanno che verr¨¤ si annuncia pieno di impegni, anche per Dacia. Il marchio del gruppo Renault parteciper¨¤ infatti, oltre che al Mondiale Rally-Raid W2RC di cui la Dakar ¨¨ la gara pi¨´ nota. Estenuante competizione per la quale Dacia ha garantito fin dĄŻora la propria presenza almeno fino allĄŻedizione del 2027. Al volante dellĄŻinedita Sandrider saranno tre piloti di rilievo come Nasser Al-Attyah, che di Dakar ne ha vinte cinque. Sebastian Loeb, Ą°SignoreĄą dei Rally, capace di vincere nove mondiali consecutivamente dal 2004 al 2012 e?Cristina Gutierrez, classe 1991 e prima donna ad aggiudicarsi una tappa proprio alla Dakar, dopo la tedesca Jutta Kleinschmidt vincente quasi 20 anni or sono, nel 2005. E durante la presentazione statica della nuova Dacia Sandrider, avvenuta a Parigi, ¨¨ stato possibile rivolgere qualche domanda al responsabile del Design David Durand.?
Come siete arrivati a disegnare la Sandrider??
?"AllĄŻinizio del progetto, come ovvio che fosse, abbiamo pensato a quanto fosse importante costruire unĄŻauto da corsa che facesse da traino, promozionale, anche ai modelli Dacia attualmente in produzione. Ma anche andare oltre, prendendo ad esempio spunto dai prototipi che abbiamo realizzato recentemente. Quindi, dopo una breve chiacchierata coi piloti abbiamo deciso di dare vita ad una vera e propria auto da corsa, ma che traesse ispirazione dal nostro ultimo concept Manifesto. Molti dettagli arrivano da l¨Ź, altri addirittura dal Duster. Il risultato ¨¨ un modello da competizione non fine a s¨Ś stesso, ma capace di interpretare le esigenze dei piloti impegnati in una gara difficile e unica come la Dakar. Una finalit¨¤ che passa dalla semplificazione del lavoro di progettazione e design, in modo da sfruttare al massimo tutte le idee impiegate nel prototipo. La Sandrider ¨¨ unĄŻauto da corsa sotto tutti i punti di vista, ma ¨¨ anche capace di sostenere i piloti in tutte le fasi di gara".
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Puoi darci unĄŻidea di come il design sia dĄŻaiuto ai piloti?
?"Ad esempio, invece di mettere una carenatura per nascondere le ruote di scorta, abbiamo scelto di agganciarle alla fiancata. Una soluzione che non obbliga i piloti ad operazioni troppo complicate, come lo smontaggio di pannelli, quando si deve sostituire una gomma. Una difficolt¨¤ che in una situazione estrema come quella del deserto ti porta a perdere parecchi secondi. Oltre ad elevare ai massimi i livelli di stress. ? stato quindi parlando con i piloti che siamo riusciti a realizzare un mezzo non solo veloce, ma anche funzionale alle difficolt¨¤ tipiche di una competizione del genere. Un altro aspetto che ¨¨ emerso lavorando al design assieme ai piloti ¨¨ stata lĄŻimportanza di creare un ottimo angolo di visuale. Durante la gara, infatti, si viaggia a forti andature e la visibilit¨¤ quando non si hanno punti di riferimento diventa fondamentale. Soprattutto se stai puntando le dune del deserto. Abbiamo quindi lavorato sia nellĄŻabitacolo per ottenere il massimo della visibilit¨¤ che allĄŻesterno. Ad esempio, il cofano ¨¨ stato disegnato in modo da non essere troppo grande e che avesse degli spigoli ben definiti cos¨Ź da far intuire al pilota dove si trovi esattamente con la vettura. E questo contribuisce a dare fiducia a chi si trova al volante, e la fiducia serve anche ad andare pi¨´ forte".
UnĄŻauto cos¨Ź estrema pu¨° essere anche confortevole per il pilota?
?"Assolutamente s¨Ź, ma facciamo un altro ragionamento. Quando vedi le auto da corsa hanno sempre bei colori sulla carrozzeria, abbinamenti cromatici che si adattano addirittura allo spirito della gara. Idee belle, che per¨° non danno vantaggi. Sulla Dacia Sandrider abbiamo invece lavorato sui pigmenti cromatici della fibra di carbonio, che non danno solo un bel risultato estetico. La livrea ¨¨ infatti studiata per abbassare la temperatura allĄŻinterno dellĄŻabitacolo. Il risultato finale, quindi, ¨¨ di estrema leggerezza da una parte, e di almeno 10 gradi in meno allĄŻinterno dellĄŻauto rispetto ad unĄŻaltra colorazione. Il comfort del pilota cos¨Ź aumenta. Sostenuto ad esempio anche dallĄŻarchitettura dei sedili".
E le abitudini individuali dei piloti? Anche quelle contano.
?"Certamente. Ogni pilota ha le sue abitudini di guida e direi proprio che tutti i team si attrezzano per venire incontro alle esigenze di ognuno. Anche nello sviluppo della plancia interna abbiamo ricevuto feedback da parte degli stessi piloti, realizzando un cruscotto modulare che si adatti alle esigenze di ogni singola guida. Ad esempio, Sebastian (Loeb, ndr) preferisce avere il contagiri posizionato nella parte alta dello sterzo. Dice che in questo modo ha una percezione maggiore del comportamento della vettura. Per questo abbiamo realizzato una macchina capace di rispondere a tutti coloro che la guideranno. E devo ammetterlo: dellĄŻimmenso lavoro che abbiamo fatto, questĄŻaspetto ¨¨ stato davvero molto divertente e stimolante".?
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