Jacobs e Tamberi bocciati dai fantasmi: i misteri del premio contestato
L'indignazione resta grande. L'esclusione di Marcell Jacobs e di Gianmarco Tamberi dalla lista dei dieci nominati per il riconoscimento di atleta (uomo) dell’anno da parte della federazione internazionale, anche all’indomani dell'annuncio dell’elenco, lascia esterrefatti. ? una questione oggettiva, non figlia di quella partigianeria che, in casi come questi, ¨¨ sempre in agguato. Lo dice il tam-tam proveniente dai campi. Lo ribadisce l'universo dei social non solo italiani. Lo sottolinea un'analisi dettagliata dei risultati 2021. Lo certifica il presidente del Coni, Giovanni Malag¨°.
lo schiaffo
¡ª"Jacobs fuori dalla top ten del premio come miglior atleta dell’anno? Una cosa profondamente sbagliata - ha dichiarato il n. 1 del comitato olimpico italiano a margine della Giunta che ha designato Sofia Goggia quale portabandiera azzurra ai Giochi invernali di Pechino -. Siamo molto dispiaciuti. ? poco credibile che nel gruppo non ci sia l’unico che ha conquistato due medaglie d’oro olimpiche e ha vinto il titolo europeo indoor dei 60 chiudendo la stagione col miglior tempo mondiale della specialit¨¤. Oltre a Jacobs, poi, non c’¨¨ Tamberi, che pure ha vinto la Diamond League. ? una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri due atleti. ? uno schiaffo al buonsenso. Ho chiamato anche Anna Riccardi, membro del consiglio di World Athletics, per capire la scelta. Ma non ¨¨ chiaro chi decide le nomination”.
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chi decide?
¡ªIn effetti il tutto ¨¨ avvolto da un certo mistero. La federazione internazionale ha reso noto che i nomi dei prescelti vengono definiti da una giuria indipendente composta da sei membri dell’Atfs, l’associazione mondiale degli statistici, uno per ciascuna area continentale. Il fatto ¨¨ che dei sei non viene svelata l’identit¨¤. Da Montecarlo, sede di World Athletics, su nostra sollecitazione, fanno sapere che si opta per l’anonimato a protezione dei giurati stessi, affinch¨¦ non diventino oggetto di abusi pubblici, visto che negli ultimi anni, nell’ambito dell’assegnazione degli awards, le polemiche non sono mancate (tra le pi¨´ recenti si ricordano quelle con al centro la saltatrice in alto russa autorizzata Mariya Lasitskene). Per la cronaca: l’Atfs, fondata nel 1950, ebbe quale primo presidente (fino al 1968) l’indimenticato Roberto L. Quercetani, per oltre mezzo secolo anche preziosissimo collaboratore de La Gazzetta dello Sport. L’associazione, dal 2000, ¨¨ guidata dall’australiano Paul Jenes e, a detta di chi ne frequenta l’ambiente, negli ultimi tempi ¨¨ diventata a matrice prevalentemente anglosassone. Tra gli attuali componenti del consiglio (in inglese lo chiamano comitato, committee), anche in questo caso uno per Continente, in rappresentanza dell’Europa c’¨¨ il fiorentino Pino Mappa. Il quale dice: “Non faccio parte della giuria indipendente, n¨¦ so chi la componga”. Insomma: gli scenari appaiono piuttosto nebulosi e l’impressione ¨¨ che, dietro al tutto, non ci sia il massimo della trasparenza.
dietrologia
¡ªIn queste ore, circa l’esclusione di Jacobs (la settimana scorsa tra i tre finalisti per analogo riconoscimento in ambito europeo) e quella di Tamberi, rimbalzano intanto le ipotesi pi¨´ astruse. C’¨¨ chi ricorda la frase di Sebastian Coe, presidente di World Athletics, del 18 marzo scorso, circa la vicenda Schwazer ("Amo l’Italia, non voglio si metta dalla parte sbagliata della storia"). Chi ricorda il “rifiuto” dell’estate 2019 della stessa Riccardi a un possibile ruolo di vicepresidente (“Credo avrebbe voluto - disse Coe al nostro giornale - ma con l’assegnazione dei Giochi 2026 a Milano-Cortina ¨¨ normale che il suo mirino si sia spostato altrove”). E c’¨¨ chi parla di rivincita britannica dopo i fatti estivi. Stefano Mei, presidente Fidal da gennaio, non cambia per¨° posizione rispetto a quanto gi¨¤ espresso gioved¨¬: “Contano la pista, il cronometro e il metro - sostiene da Formia - le premiazioni, le statistiche e i ranking, pur molto utili, hanno un peso relativo. Sono sorpreso e deluso, ma n¨¦ irritato, n¨¦ scandalizzato. E non mi si venga a dire che la nostra immagine risulta intaccata dalle mancate nomine. Quel che dovevamo dimostrare, lo abbiamo dimostrato nel corso dell’anno e in particolare all’Olimpiade di Tokyo vincendo cinque ori. Tutto il resto ¨¨ relativo. Il mondo dell’atletica conosce i valori reali”.
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