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Ictus: ecco quanto allenarsi per ridurre il rischio del 25%
Se il cardiologo ci dicesse che esiste un farmaco totalmente privo di effetti collaterali che elimina il 25% del rischio di avere un ictus, chi non lo prenderebbe subito e per tutto il resto della vita? La scienza su questo ¨¨ unanime: quel farmaco esiste e si chiama esercizio fisico. L'ictus ¨¨ una delle principali cause di disabilit¨¤ e mortalit¨¤ a livello globale; colpisce milioni di persone ogni anno e rappresenta un fardello sia per il singolo individuo, alle prese con tutti i problemi che ne derivano, che per il sistema sanitario. L¡¯ictus non ¨¨ solo un evento acuto che sconvolge la vita per un istante: ¨¨ uno spartiacque tra il "prima" e il "dopo" in chi lo subisce, a vari livelli. A seconda della gravit¨¤ e delle aree del cervello coinvolte, le conseguenze possono includere infatti disabilit¨¤ motoria, difficolt¨¤ di linguaggio, perdita di autonomia e in generale una significativa riduzione della qualit¨¤ della vita. Alla luce di ci¨°, l¡¯attivit¨¤ fisica regolare ¨¨ uno degli strumenti pi¨´ potenti a nostra disposizione per prevenire questo tipo di eventi. A patto di praticarla nei modi e nei tempi giusti.
Prevenzione Ictus: quanto sport fare?
¡ª ?L'attivit¨¤ fisica ¨¨ l'alleato pi¨´ efficace nella prevenzione dell'ictus. E non serve diventare professionisti dello sport: secondo la World Stroke Organization e le linee guida internazionali, bastano 30 minuti di esercizio?moderato almeno cinque volte a settimana?per ridurre il rischio di ictus del 25%. Un'attivit¨¤ fisica costante contribuisce a controllare infatti tutti i principali fattori di rischio cardiovascolari come ipertensione, diabete, ipercolesterolemia?e persino?stress. Quali attivit¨¤? Tutte. Camminare, andare in bicicletta, ballare, fare le scale, andare in palestra, svolgere lavori domestici o giardinaggio: tutto fa brodo. L'obiettivo minimo raccomandato ¨¨ di due ore e mezza di attivit¨¤ moderata o intensa ogni settimana. Oltre a ridurre il rischio di un primo ictus, l'esercizio fisico gioca un ruolo fondamentale anche per chi ha gi¨¤ vissuto un evento cerebrovascolare, perch¨¦ aiuta a prevenire ricadute e a migliorare il processo di recupero.
Fibrillazione atriale
¡ª ?Uno dei fattori di rischio principali per l'ictus ¨¨ sicuramente la fibrillazione atriale. Si tratta di un'aritmia cardiaca che aumenta di cinque volte il rischio di ictus rispetto agli individui sani. Il problema principale della fibrillazione atriale, tuttavia, ¨¨ che spesso rimane silente e asintomatica, il che impedisce di effettuare una diagnosi precoce. Tuttavia, negli ultimi anni la tecnologia ha reso pi¨´ accessibile il monitoraggio costante di questa condizione, grazie a dispositivi consumer come gli smartwatch che?ormai sono in grado di rilevare diverse anomalie del battito cardiaco e segnalarle in tempo reale all'utente. Chiunque abbia sofferto in passato di fibrillazione atriale dovrebbe indossarne uno.
La vita dopo l'ictus
¡ª ?Tra i 120.000 pazienti con ictus in Italia, circa 45.000 sviluppano spasticit¨¤, un disturbo neurologico caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie che rendono difficili e dolorosi anche i movimenti pi¨´ semplici. Questa complicanza post-ictus pu¨° manifestarsi a distanza di mesi o addirittura anni dall'evento acuto, ma solo una minoranza dei pazienti riceve una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato. La spasticit¨¤ limita l'autonomia?e influenza negativamente la qualit¨¤ di vita dei pazienti e dei loro familiari. Alla luce di ci¨°, una migliore comunicazione, un'informazione adeguata e un supporto pi¨´ mirato al paziente diventano cruciali.
La maggior parte dei pazienti post-ictus richiede supporto per gestire le attivit¨¤ quotidiane, dall'organizzazione delle visite mediche alle attivit¨¤ domestiche. ? quello lo scoglio pi¨´ grande, ovvero l'impatto sull'indipendenza personale. In quest'ottica,? una rete di supporto dedicata che coinvolga caregiver, familiari e professionisti della salute potrebbe diventare la chiave per aiutare queste persone.
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