il viaggio

In moto in Sud America, 33 mila km nel segno della solidariet¨¤

Adriano Bestetti @ Adriano600RR

Davide Biga ed Ermanno Gagliardi hanno toccato i 4 punti pi¨´ estremi dell'America Latina in sella alle loro Yamaha T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid. Ma l'intrepida avventura, battezzata "N.e.w.s.", ha avuto anche un risvolto umanitario

Davide Biga ed Ermanno Gagliardi hanno preparato a lungo la loro ultima sfida, un ambizioso viaggio in moto con cui andare a toccare tutti i punti geograficamente pi¨´ estremi del Sud America facendosi anche portatori di un messaggio di grande solidariet¨¤. E avevano dato anche un nome alla loro impresa, ¡°N.e.w.s.¡±, acronimo dei quattro punti cardinali in inglese che metteva subito in chiaro le loro velleit¨¤ di conquista. Le cose alla fine non sono andate esattamente come pianificato, come ¨¨ d¡¯altronde quasi di prassi in questi casi, ma tra marzo e giugno, in 88 giorni, i due sono riusciti a completare l¡¯opera dopo oltre 33.400 km di peripezie vissute in sella alle rispettive Yamaha T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid.

i protagonisti

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Davide, 37 anni, ¨¨ un motoviaggiatore dalla lunga esperienza che ha trasformato la sua passione in lavoro, organizzando viaggi tutto l¡¯anno per gli amanti dell¡¯avventura su due ruote. Ermanno, 62 anni, ¨¨ un imprenditore che nutre da sempre una grande passione per la moto ed ¨¨ anche presidente della onlus ¡°I Ragazzi Del Girasole¡±, associazione di Civita Castellana che si occupa di riabilitazione e inserimento socio-lavorativo di persone con sindrome di down. Quest¡¯ultimo non ¨¨ un particolare di poco conto visto che, tra gli obiettivi principali della loro ambiziosa traversata, c¡¯era anche quello di portare un messaggio di fratellanza da parte dei ragazzi italiani a centri simili dislocati per l¡¯America Latina. Li abbiamo contattati entrambi per farci dire qualcosa di pi¨´ sulla loro impresa da sogno.

UNA MISSIONE IMPORTANTE

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¡°Il viaggio ¨¨ andato molto bene ¨C esordisce Davide Biga ¨C e la sua prima parte, in Patagonia, ¨¨ stata probabilmente quella pi¨´ bella, forse anche perch¨¦ l¡¯avevo gi¨¤ affrontata in precedenza. Ma avere quest¡¯altro ¡®scopo¡¯, per cos¨¬ dire, ha reso il tutto ancora pi¨´ emozionante. Devo anche ammettere che dentro di me ho patito un po¡¯ questi incontri con i ragazzi: non potevo che sentirmi un super-privilegiato di fronte a loro, capaci di essere cos¨¬ felice con niente e nonostante le grandi difficolt¨¤. Ovviamente, quando sei l¨¬, ridi e scherzi e cerchi di parlare con tutti, ma questa cosa la senti comunque dentro di te e ti fa riflettere¡±.

La partenza da Ushuaia

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Dopo lo sbarco a San Antonio, maggior porto del Cile a circa 150 km da Santiago, il primo trasferimento ¨¨ stato verso Ushuaia, capoluogo della Terra del Fuoco argentina e citt¨¤ pi¨´ a sud del mondo. Era il punto di partenza ufficiale della loro impresa ed ¨¨ coinciso subito con la prima visita a un centro di riabilitazione. ¡°Ma quello, in realt¨¤, non era neppure un vero centro ¨C puntualizza Davide - era pi¨´ che altro una casa famiglia, un gruppo di famiglie che si sono messe insieme per fronteggiare la situazione. Abbiamo trascorso mezza giornata con loro, anche se ci hanno chiesto di non pubblicare immagini del nostro incontro. Del tutto comprensibilmente tra l'altro, vista la confusione che c'¨¨ spesso tra il fare le cose a fin di bene e il farle per cercare visibilit¨¤, per cos¨¬ dire¡±.

giocando col fuoco

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La prima parte del viaggio ¨¨ consistita nel risalire il Cile ricorrendo anche alla celebre Carretera Austral, un tragitto non esente di insidie per via del clima torrido. ¡°In Cile, nel periodo estivo, ci sono tutti gli anni problemi di incendi - spiega Davide - ma quest¡¯anno sono stati particolarmente grossi. C¡¯erano molte strade chiuse per questo motivo nella regione dell¡¯Araucan¨ªa e cos¨¬ abbiamo dovuto fare delle deviazioni, ma tutto era segnalato sufficientemente bene in quella zona e non ha rappresentato un grosso problema. Abbiamo invece rischiato di rimanere bloccati e tornare indietro nei pressi di Laguna Verde, nella zona di Valparaiso. Stavamo facendo una strada secondaria tra i boschi e non vedevamo fumo, anche perch¨¦ sopra di noi c¡¯erano solo gli alberi e la vegetazione. A un certo punto per¨° abbiamo sentito rumore di elicotteri e poi li abbiamo visti andare a raccogliere acqua da un laghetto lungo il nostro percorso. Tuttavia, essendo appunto una strada secondaria, nessuno si era preoccupato di bloccarla e cos¨¬ alla fine ci siamo trovati proprio a pochi metri dall¡¯incendio, giusto dietro ai vigili del fuoco che tentavano di domarlo. Naturalmente a quel punto ci siamo dovuti arrendere e tornare indietro, allungando di molto il percorso. Ci ¨¨ andata bene comunque: non oso pensare a cosa sarebbe potuto succedere se l¡¯incendio ci avesse tagliato la strada tornando indietro, ¡®chiudendoci¡¯ nel mezzo¡±.

Al centro di?Vi?a del Mar

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Risolto l¡¯impiccio con un repentino cambio di rotta, Davide ed Ermanno sono poi riusciti a raggiungere Vi?a del Mar, vicino a Valpara¨ªso. Qui hanno trascorso un¡¯intera giornata con i ragazzi di un centro locale effettuando anche un collegamento video con i ragazzi di Civita Castellana. ¡°Quello ¨¨ stato davvero un momento molto emozionante - ricorda Davide ¨C ¨¨ stato meraviglioso vedere i ragazzi interagire tra loro¡±. Ed Ermanno gli fa subito eco: ¡°Il nostro viaggio aveva anche un importante risvolto umanitario. Sia nel centro down di Vi?a del Mar che pi¨´ avanti a Montevideo abbiamo vissuto momenti davvero toccanti con questi ragazzi. Sono meno fortunati rispetto a chi soffre di questa patologia in Europa, dove sono comunque assistiti pi¨´ o meno bene da strutture statali. Laggi¨´ si sorreggono solo e unicamente tramite la beneficenza spontanea dei singoli cittadini, purtroppo¡±. E in tutte le tappe, anche Davide ed Ermanno hanno fatto una donazione.

brutta sorpresa in argentina

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L¡¯ingresso in Argentina ¨¨ avvenuto a 3.200 metri tramite il Paso Internacional Los Liberadores, tra le Ande, sulla strada principale tra Cile e Argentina. Tra i suoi soprannomi c'¨¨ anche quello di?¡°Los Caracoles¡±, dovuto ai tanti tornanti che Davide ed Ermanno hanno affrontato con piacere. La traversata del Paese ¨¨ poi proseguita toccando anche le citt¨¤ di Mendoza, Cordoba e Rosario?senza incontrare particolari problemi. "L¡¯unica cosa - aggiunge Davide - sono state le distanze veramente immense nel nulla! Ci ¨¨ capitato di fare anche 400 km senza trovare distributori o incontrare nessuno, o quasi. Non abbiamo fatto la strada principale che porta a Buenos Aires, siamo passati un po¡¯ pi¨´ a nord, ma tutto sommato anche questa parte ¨¨ stata a suo modo affascinante. E a Villa Maria abbiamo trascorso una bellissima serata con l¡¯importatore di Ferodo Racing, mangiando insieme nel capannone con tutti i dipendenti¡±. Il tragitto di ¡°N.e.w.s.¡±?avrebbe compreso anche una visita alle celebri cascate di Iguaz¨´, ma proprio in quei giorni arriv¨° la doccia fredda: per imprevisti impegni personali, Ermanno sarebbe dovuto rientrare repentinamente in Italia di l¨¬ a qualche giorno. Da quel momento lo scopo principale ¨¨ diventato quello di arrivare insieme pi¨´ a est possibile prima della prevista separazione, puntando direttamente l¡¯Uruguay.

al centro di montevideo

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Arrivati nella capitale del paese, il focus ¨¨ ritornato sui risvolti umanitari del viaggio: ¡°Abbiamo visitato un centro anche a Montevideo ¨C ricorda Davide - grazie a un signore che abbiamo conosciuto tramite amicizie comuni. Lui ha un centro sportivo e il sabato lo dedica a questi ragazzi, facendoli giocare a pallacanestro. Quando ci siamo andati noi ce n¡¯erano una cinquantina, ma in totale sono circa 80. ? stato bellissimo perch¨¦ abbiamo guardato le partite e abbiamo festeggiato con loro, forse ¨¨ stato il momento pi¨´ emozionante di tutto il viaggio. Incontrare persone con un cuore cos¨¬ grande, che dedica buona parte del proprio tempo libero ad aiutare gli altri, ¨¨ sempre una cosa toccante¡±.

momentaneo arrivederci

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Poco dopo ¨¨ arrivato il momento del previsto commiato, per altro avvenuto in un luogo decisamente evocativo: ¡°Il momento della separazione da Davide ¨¨ stato molto triste, al limite della lacrimuccia ¨C conferma Ermanno ¨C ed era pure una giornata piovosa. Ci siamo salutati davanti alle dita di Playa Brava, sull¡¯Oceano Atlantico, ma con la promessa che ci saremmo incontrati di nuovo un mese dopo nella Mano del Desierto di Atacama, in Cile. Io ho quindi riattraversato l¡¯Argentina e ho raggiunto Santiago, dove ho lasciato la moto e mi sono imbarcato per l¡¯Italia¡±. Davide ha cos¨¬ proseguito da solo l¡¯avventura seguendo il piano originariamente stabilito: ¡°Ho attraversato il Brasile raggiungendo Natal e passando per quello che ¨¨ effettivamente il punto pi¨´ a est, ovvero Jo?o Pessoa, una localit¨¤ turistica incantevole e con un bel monumento a rimarcare il suo status di citt¨¤ pi¨´ orientale di tutte le Americhe. Poi ho raggiunto anche Sao Luis, sono sceso fino a Brasilia e da l¨¬ ho puntato la Bolivia. In questo tempo da solo ho visitato un centro a Natal e uno a Palmas Tocantins, citt¨¤ al centro del Brasile, rendendomi conto di non avere la stessa forza di Ermanno quando si tratta di queste cose. Ho raccontato storie, ho parlato di moto, ma non sono riuscito ad andare molto oltre. Avrei potuto provare a fare un collegamento con l¡¯Italia, ma devo ammettere che ero troppo commosso per farlo¡±.

le insidie del brasile

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Ancora prima dell'inizio di "N.e.w.s.", Davide riteneva gi¨¤ che la parte pi¨´ difficile sarebbe stata quella nell¡¯entroterra brasiliano, anche perch¨¦ non l¡¯aveva mai fatto prima. E contrariamente ai piani, ora avrebbe dovuto pure affrontarla da solo: ¡°? andato tutto bene, ma non posso dire di essermi trovato esattamente a mio agio. Ho evitato le grandi citt¨¤, tipo Sao Paulo e Rio de Janeiro, perch¨¦ tutti i brasiliani che ho conosciuto mi hanno detto che andandoci con una targa straniera avrei seriamente rischiato il furto della moto. Come minimo. Quindi ho fatto principalmente strade secondarie e devo dire che mi sono piaciute tantissimo: il Brasile mi ha stupito molto da questo punto di vista, ma anche a livello di persone e di paesaggi¡±.

nuove amicizie

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Biga era quindi ben conscio delle insidie presentate dall¡¯immenso Paese sudamericano, ma per questo ¨¨ anche rimasto piuttosto sorpreso dall¡¯approccio amichevole dei motociclisti locali: ¡°In Brasile bisogna tenere sempre gli occhi aperti perch¨¦ ¨¨ risaputo che ¨¨ un Paese un po¡¯ difficile, ma la gente ha davvero una marcia in pi¨´, simpaticissima e sempre disponibile anche se io non parlavo portoghese. E c¡¯¨¨ tanta fratellanza tra motociclisti. Mi salutavano sempre, anche ai semafori! Cos¨¬ sono entrato in contatto anche con un istruttore di guida Yamaha nel nord del Paese, che voleva assolutamente conoscermi e che poi mi ha anche ospitato e mi ha suggerito una concessionaria fidata per ¡®tagliandare¡¯ la moto. Non me l¡¯aspettavo e mi ha stupito in positivo¡±.

meteo avverso

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Per quanto riguarda le condizioni meteo trovate in Brasile, Davide non ritiene di essere stato particolarmente fortunato: ¡°Non ¨¨ stato il massimo, ma ¨¨ probabile che questo abbia a che fare anche con il periodo. A nord, ad esempio, c¡¯erano sempre almeno 40¡ãC, con tassi d¡¯umidit¨¤ imbarazzanti. E pure le strade erano piene di buche da quelle parti. Intendo proprio chilometri e chilometri di buche. La vera difficolt¨¤ incontrata in Brasile, a parte le distanze immense, ¨¨ il fatto che praticamente ogni giorno ho incontrato un temporale tropicale. E questo ¨¨ un problema anche viaggiando sulle strade asfaltate, perch¨¦ si riempiono rapidamente di tutto. Viaggiare nel fango con una moto cos¨¬ carica non ¨¨ certo piacevole, ma fortunatamente non sono mai caduto. Anche per questo attribuirei un plauso alla moto: io sono abituato a guidare un Super?T¨¦n¨¦r¨¦ da 1.200 cc, moto per me gi¨¤ eccezionale, che ¨¨ pi¨´ comoda sull¡¯asfalto e offre qualche comfort in pi¨´, ma questa 700 cc ha fatto davvero la differenza su questi percorsi cos¨¬ insidiosi. ? davvero una gazzella, che ti fa sempre divertire¡±.

scampato pericolo

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Il Brasile ¨¨ anche il Paese dove Davide ha subodorato il pi¨´ grande allarme extra-motociclistico dell¡¯intera spedizione: ¡°? successo su una strada neanche tanto sperduta dalle parti di Salvador de Bahia, tra l¡¯altro molto popolare tra i motociclisti locali. Avevo superato tre piccole moto, tipo da 150 cc, guidate da tre personaggi gi¨¤ piuttosto sospetti di loro, senza casco e con dei modi di fare un po¡¯ particolari, mettiamola cos¨¬. Dopo il villaggio successivo, me li sono ritrovati di nuovo dietro, ma questa volta gli stessi 3 erano solo su 2 moto. A quel punto non ho potuto fare a meno di ipotizzare il peggio e quando ho provato ad accelerare loro si sono gettati all¡¯inseguimento. La cosa ¨¨ terminata presto, quando la moto su cui erano su in 2 ¨¨ andata dritta a una curva, per altro a velocit¨¤ neppure cos¨¬ elevata. Ho visto che il terzo che era con loro si ¨¨ fermato, ma io non l¡¯ho fatto perch¨¦ avevo davvero un pessimo presentimento su tutta quella situazione. Ad ogni modo, ¨¨ stata l¡¯unica volta che ho avvertito un senso di pericolo in tutto il viaggio. Potrebbe essere stata solo una mia sensazione, ma con l¡¯esperienza si sviluppa un certo fiuto per queste cose e io non credo di essermi sbagliato¡±.

24 ore in dogana

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Davide ha chiuso la sua esperienza in Brasile attraversando il Pantanal, una grande pianura alluvionale estremamente suggestiva, ma l¡¯attraversamento del confine con la Bolivia si sarebbe rivelato pi¨´ macchinoso del previsto: ¡°Arrivato alla dogana, sono andato a farmi timbrare il passaporto all¡¯ufficio immigrazione per poi scoprire che per il passaggio della moto avrei dovuto aspettare l¡¯apertura di un altro ufficio, in quel momento chiuso per festa nazionale. Un suo impiegato sarebbe comunque passato alle 7 e mezza di sera per evadere le richieste del giorno, ma a quel punto erano solo le 8 di mattina! Non potevo pi¨´ tornare indietro perch¨¦ avevo gi¨¤ fatto il timbro di uscita dal Brasile, quindi ho pensato di attraversare a piedi il ponte che divide le due nazioni per iniziare a fare i documenti per la Bolivia. Tuttavia, per entrare in Bolivia, avrei dovuto transitare gi¨¤ con la moto per farla ispezionare e i loro uffici chiudevano alle 7. Per farla breve mi son fatto tutto il giorno alla dogana brasiliana e tutta la notte in quella boliviana aspettando che riaprissero gli uffici. ?? stato piuttosto stressante, ma ne sono uscito indenne¡±.

un giorno bloccato in coda

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"In Bolivia succede sempre qualcosa" a sentir Davide. E il primo imprevisto della sua traversata non avrebbe infatti tardato a manifestarsi: ¡°Il primo giorno ¨¨ stato tranquillo, ma gi¨¤ al secondo ho incontrato una manifestazione lungo la strada che mi ha bloccato senza alternative. Aveva a che fare con una miniera che pare stia prosciugando le acque di un fiume e conseguentemente di un villaggio della zona. Mi hanno tenuto fermo dalle 10 di mattina alle 7 di sera! La Bolivia ¨¨ un Paese molto ¡®caldo¡¯ da quel punto di vista: quando la popolazione si arrabbia lo fa sul serio e non si pu¨° prendere la cosa alla leggera. Ci si pu¨° solo attenere alle loro decisioni. Poi alle 7 mi hanno finalmente lasciato passare, anche per il fatto che ero straniero, ma intanto mi ero fatto praticamente un giorno intero in coda¡±.

Alle saline di uyuni

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Davide ci teneva molto a visitare Salar de Uyuni, la pi¨´ grande distesa salata del pianeta, luogo bellissimo e rinomato anche per i numerosi record di velocit¨¤ ottenuti sulla sua liscissima superficie. E anche lui non si ¨¨ fatto scappare l¡¯occasione per sfrecciarci sopra con la sua T¨¦n¨¦r¨¦. Inoltre, approfittando del fatto di essere solo, ha fatto visita a un amico di vecchia data che vive da quelle parti e fa la guida. Non si vedevano da anni, da prima della pandemia. Rivedere lui e la sua famiglia ¨¨ stato molto bello per Davide, che in quei giorni ha anche voluto trascorrere una notte in tenda sull¡¯immenso lago salato: ¡°Ed ¨¨ stato bellissimo, una delle mie esperienze pi¨´ belle da motoviaggiatore! Svegliarsi l¨¬ al mattino, in tenda e con la moto l¨¬ a fianco come ¡®ai vecchi tempi¡¯, ¨¨ stato spettacolare¡±. Dopo un ultimo giorno a Uyuni, Davide ¨¨ poi ripartito verso Antofagasta, in Cile, dove avrebbe finalmente ritrovato Ermanno nel luogo prestabilito: davanti alla famosa Mano del Desierto.

di nuovo insieme

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Davide proveniva da nord. Ermanno, che aveva precedentemente recuperato la sua moto a Santiago del Cile, da sud: ¡°? stato decisamente emozionante rivedere Davide dopo un mese. Una volta risalito in moto mi ero subito messo in viaggio verso Antofagasta?ed ¨¨ stato davvero fantastico riabbracciarsi in un posto cos¨¬ incredibile e simbolico. Tuttavia, dopo i convenevoli, il giorno dopo abbiamo fatto subito un mega-tagliando e siamo ripartiti¡±. Anche per Davide, naturalmente, il momento dell¡¯incontro con il compagno d¡¯avventure ¨¨ stato molto significativo, oltre che atteso: ¡°Ammetto che, dopo un mese di ¡®solitudine¡¯, ¨¨ stato davvero molto emozionante rivederci. Dopo aver fatto il primo mese insieme ed essere rimasto da solo il secondo, affrontando posti anche piuttosto duri, ritrovare un amico cos¨¬ ¨¨ stato davvero bello. E anche il luogo scelto per il nostro incontro ha reso tutto pi¨´ speciale, anche perch¨¦ ci siamo arrivati quasi contemporaneamente. Io ero in zona da un paio di giorni, ma l¡¯ho preceduto alla Mano del Desierto di soli 3 minuti!¡±.

desolante per¨´

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Ermanno era naturalmente pi¨´ che entusiasta di riprendere il viaggio di ¡°N.e.w.s.¡± verso nord, in direzione Iquique, attraversando tutto il deserto dell¡¯Atacama prima di approdare in Per¨´: ¡°Un Paese che sia io che Davide conoscevamo gi¨¤ bene ¨C puntualizza - siamo arrivati fino a Lima e da l¨¬ abbiamo fatto una deviazione che ci ha portato a salire oltre i 4.500 metri sulle Ande. Da quell¡¯altitudine si possono ammirare panorami davvero surreali e scendendo abbiamo attraversato 27-28 gallerie scavate nella roccia. Si tratta della strada che anticamente univa la citt¨¤ di Chimbote al Ca?¨®n del Pato e per me ¨¨ stata la parte pi¨´ bella di tutto il viaggio: una strada meravigliosa sul bordo di un canyon che permette di osservare paesaggi davvero grandiosi! Dopo aver pernottato a Trujillo abbiamo raggiunto il nostro terzo obiettivo, Punta Balcones, il punto pi¨´ a ovest del Per¨´, che a differenza degli altri non era per¨° rimarcato da alcun monumento significativo. In pratica era una spiaggia abbandonata con una specie di pilone in cemento che ne riportava il nome, ma con una scritta tutta sbiadita. Non c¡¯era nessuno, neanche un chiosco o qualcosa del genere. Solo grazie al Gps, infatti, abbiamo capito di aver effettivamente raggiunto il punto occidentale pi¨´ estremo del Sud America¡±.

il dramma del venezuela

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¡°In Per¨´ le strade sono davvero pessime ¨C aggiunge Davide - specialmente sulle montagne, in altura, dove la fatica si fa sentire di pi¨´. Ed ¨¨ difficile acclimatarsi in fretta. C¡¯¨¨ tanto sterrato e guidare sempre in piedi diventa particolarmente faticoso a 5.000 metri d¡¯altezza. E in Per¨´, in posti pressoch¨¦ desertici, ci ¨¨ anche capitato di incontrare famiglie intere di venezuelani, con bambini, che fuggivano dalla crisi del loro paese. Quando li incontravamo non ci chiedevano soldi, ci chiedevano invece da mangiare, o semplicemente dell¡¯acqua. Sono cose tremende, che toccano nel profondo. Una volta eravamo in un ristorante e una di queste famiglie ¨¨ venuta a chiederci se potevano avere gli avanzi della nostra cena. Noi li abbiamo fatti sedere con noi e abbiamo mangiato insieme, ma vedere persone cos¨¬, che hanno veramente fame, non ti lascia certo indifferente. Da noi non ci sono queste cose, per fortuna, ma qui le vedi e le tocchi con mano. Essere l¨¬ con una moto da 15.000 euro, vestito di tutto punto, per divertirti, e poi ti trovi davanti a gente che soffre la fame vera. Non pu¨° che far riflettere¡±.

lo splendore dell'ecuador

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Il successivo valico dell¡¯ennesimo confine ha per¨° comportato un cambiamento piuttosto radicale. E non solo in termini di paesaggio, come sottolinea Davide: ¡°Passando dal Per¨´ all¡¯Ecuador si avverte una differenza pazzesca in termini di qualit¨¤ delle strade, ma anche di cultura della gente. In Per¨´ ¨¨ secco, c¡¯¨¨ disordine e le strade non vengono tenute pulite, tanto che sembra quasi di essere in centro Africa. Poi entri in Ecuador e tutto diventa verde, ordinato, la gente ti saluta pi¨´ sorridente, ¨¨ tutta un'altra cosa. Attraversare il Paese ¨¨ stato meraviglioso, ma anche qui ci sono un sacco di controlli per via della questione del narcotraffico. Si pu¨° dire che ci hanno fermato ogni 50-60 km! Alla fine per¨° c¡¯¨¨ sempre stato uno scambio pacifico con i militari: le solite domande di rito su chi sei e dove vai, controllo dei documenti, due foto con la moto e via, si riparte¡±.

la prova dell'uovo

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Anche Ermanno conserva uno splendido ricordo dell¡¯Ecuador: ¡°Abbiamo dormito a Quito, ospiti di un mio carissimo amico, il che ci ha permesso di fare anche delle ottime riprese al Panecillo, il monumento per eccellenza della capitale. Il giorno dopo abbiamo incrociato l¡¯equatore e l¨¬ ci siamo concessi di fare la prova dell¡¯uovo, che non molti conoscono. Se si prende un uovo sodo, a qualsiasi altra latitudine non si riesce a farlo stare in equilibrio per via delle forze risultanti dalla rotazione terrestre. Sull¡¯equatore, invece, queste forze si annullano e si riesce a farlo stare in piedi. ? una curiosit¨¤, una reminiscenza scolastica che per¨° volevo verificare (sorride). Poi, per arrivare al confine con la Colombia, abbiamo fatto una strada molto bella e tortuosa, saranno stati circa 300 chilometri tra le tipiche foreste fluviali dell¡¯Ecuador¡±.

una "nuova svizzera"

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Davide ha definito la Colombia come ¡°una nuova Svizzera¡± per sottolineare i progressi di un Paese dal passato ambiguo e corroso dai conflitti interni.? Anche se mancava da diverso tempo, i segnali di un'avvenuta?rinascita economica e sociale?sono stati per lui piuttosto chiari: ¡°L¡¯ultima volta che ci ero stato fu circa 12 anni fa e anche allora mi era piaciuta, ma adesso ¨¨ cambiata tantissimo. In questo lasso di tempo hanno conosciuto una crescita davvero impressionante. Strade di montagna che al tempo erano mulattiere come quelle del Per¨´ o della Bolivia, ora sono asfaltate e a quattro corsie. C¡¯¨¨ stata un¡¯evoluzione evidente un po¡¯ ovunque, anche a livello di infrastrutture, di palazzi, di centri commerciali, si vede che l¡¯economia gira adesso. C¡¯¨¨ tanta polizia, ma questo si rispecchia anche in maggior sicurezza. Fuori citt¨¤ non ¨¨ esattamente cos¨¬, infatti abbiamo visto cose spiacevoli vicino alla costa legate alla guerra tra bande. Le grandi citt¨¤ per¨° hanno fatto davvero un enorme salto avanti, sono a livello di quelle europee ormai. E i giovani adesso studiano e parlano inglese. Ne sono felice perch¨¦ i colombiani sono gente molto amichevole che mi ¨¨ sempre rimasta nel cuore¡±.

a casa di pablo escobar

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Ermanno non pu¨° che concordare con l¡¯amico: ¡°Prima di arrivare a Medellin abbiamo attraversato tanto verde e vistato la zona di Eje Cafetero, molto bella e anche molto importante dal punto visto economico per la Colombia, notoriamente uno dei primi produttori al mondo di caff¨¨. Una volta giunti nella capitale abbiamo visitato un monolite l¨¬ vicino, El Pe?¨®n de Guatap¨¦, davvero fantastico. Ha una scala di oltre 650 gradini che conduce alla sua sommit¨¤ e da l¨¬ si pu¨° godere di una vista semplicemente mozzafiato, con tutti quei laghetti e quant¡¯altro. A Medellin abbiamo anche fatto visita alla casa-museo di Pablo Escobar, personaggio che certamente non nel bene, ma solo nel male, ha comunque lasciato una sua impronta culturale in tutto il mondo. Le autorit¨¤ hanno trasformato la sua casa in un museo nazionale dove si possono osservare anche le sue manie di grandezza, ad esempio il suo zoo personale con rinoceronti e altri animali esotici. Tra l¡¯altro, sottofondo perenne di tutta la visita ¨¨ stata la musica de ¡°Il Padrino¡±, che Escobar amava molto. Dopo di che siamo ripartiti e abbiamo completato l¡¯ultimo tratto fino a Cartagena, la nostra meta finale, il punto pi¨´ a nord di tutto il viaggio. E anche l¨¬ ¨¨ scesa una lacrimuccia¡­ Peccato per¨° non essere riusciti a visitare nessun centro in citt¨¤¡±. Ermanno ha poi rispedito la sua moto in Italia facendo lui stesso ritorno a casa il giorno dopo mentre Davide ¨¨ ripartito alla volta del Cile, ma questa volta su strade pi¨´ scorrevoli rispetto a montagne e sterrati volutamente affrontati in precedenza.

Quattro set di gomme

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Davide ci ha detto che durante il viaggio ha totalizzato 33.400 km in sella, distanza sulla quale la sua T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid non ha richiesto particolari attenzioni se non quelle della manutenzione ordinaria. ¡°Abbiamo usato quattro treni di gomme anche perch¨¦ Pirelli, che era un nostro sponsor tecnico, ci ha assicurato quattro set di Scorpion Rally Str a testa. In realt¨¤ ogni volta che le abbiamo sostituite avrebbero potuto fare anche pi¨´ chilometri, ma sapendo di averne quattro a disposizione abbiamo sfruttato la situazione per cambiarle in modo strategico. Gi¨¤ prima di partire avevo programmato i cambi a Santiago, con il primo treno che ho montato io stesso, a Punta Arenas, ad Antofagasta e poi in Brasile, anche se questo l¡¯ho fatto solo io. Gomma eccezionale comunque. Ha sofferto un po¡¯ il fango perch¨¦ non ¨¨ progettata per quello, non ¨¨ uno pneumatico full-enduro per intenderci, ma in tutte le altre condizioni mi ha convinto pienamente. Anche su ghiaia o sabbia, magari abbassando un po¡¯ la pressione, si riescono a fare cose egregie.¡±

solo manutenzione ordinaria

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¡°Abbiamo fatto il primo tagliando a entrambe le moto dopo 12.000 km presso Yamaha Chile?- prosegue Davide - con il classico cambio olio e una controllatina generale. Poi io ho fatto un tagliando nel nord del Brasile grazie a quell¡¯istruttore Yamaha di cui dicevo prima. La concessionaria che mi ha suggerito, infatti, ha fatto un ottimo lavoro, lavandomi anche la moto e il tutto a costo zero: mi hanno chiesto in cambio solo delle foto con la moto. Anzi, mi hanno pure regalato magliette e cappellini. Il punto ¨¨ che la T¨¦n¨¦r¨¦ 700 World Raid non ¨¨ ancora arrivata in Brasile e loro erano gi¨¤ matti per questa moto. Non avevo in programma questo stop, pensavo di aspettare ancora qualche migliaio di chilometri prima di fare un nuovo tagliando, ma ho fatto decisamente bene a fidarmi delle insistenze del mio nuovo amico. Una volta ritrovato Ermanno, ne abbiamo subito fatto un altro nel nord del Cile cambiando gomme, olio e filtri. Le moto non hanno mai dato problemi e per fortuna non siamo incappati in nessun incidente¡±.

pochi problemi in strada

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Rischi e pericoli non sono comunque mancati durante la ¡°N.e.w.s.¡±, specialmente in Per¨´ dove Davide ha lamentato una preoccupante frequenza di buche. ¡°Anche su strade dove magari procedi tranquillamente a 120 km/h pu¨° capitare di trovarsele improvvisamente davanti, spesso di dimensioni spaventose e pure in sequenza. Inoltre in Per¨´ manca proprio la cultura della guida: sorpassano senza frecce, se ne fregano delle precedenze, sono comportamenti molto rischiosi. In Ecuador invece abbiamo fatto una strada sperduta in montagna, con pochi benzinai, e quelli che c¡¯erano avevano la benzina a 87 ottani. Di qualit¨¤ pessima quindi, ma non avevamo altra scelta e cos¨¬ abbiamo fatto tutta quella parte accelerando con la massima moderazione, per evitare di stressare il motore. La moto comunque non ha mai avuto problemi, mai un trafilaggio d¡¯olio o nulla di simile, ma questo non mi ha sorpreso. L¡¯anno scorso ho fatto 54.000 km con la versione Rally, incluso il Rally di Sardegna, apprezzando di prima mano le sue qualit¨¤. Avrei messo la mano sul fuoco sull¡¯affidabilit¨¤ di Yamaha gi¨¤ prima di partire, non ¨¨ affatto cosa da poco quando si affrontano viaggi di questa portata¡±.

il carico delle moto

¡ª ?

Sfruttando i 23 litri di capacit¨¤ del serbatoio della versione World Raid e i conseguenti 500 km circa di autonomia con un pieno, Davide e Ermanno non hanno avuto bisogno di portare con loro taniche di carburante extra. Le loro moto erano comunque piuttosto cariche: ¡°Tenda e sacco a pelo li abbiamo sempre avuti con noi e li abbiamo usati in diverse occasioni, anche perch¨¦ ci piace svegliarci al mattino in un posto magico come una spiaggia, tanto per fare un esempio. Tuttavia non sarebbero stati strettamente necessari perch¨¦ la maggior parte delle volte abbiamo dormito da amici o in ostelli. Solo una volta abbiamo preso un appartamento per una notte, anche per rimanere fermi un paio di giorni e lavare la roba. Abbiamo cercato di portare meno cose possibili con noi: avevamo le due valigie laterali piene, per lo pi¨´ di utensili e attrezzatura tipo un kit di riparazione pneumatici, che non ci ¨¨ mai servito, il compressorino, il nastro americano e qualche pezzo di ricambio. Oltre a qualche capo d¡¯abbigliamento, naturalmente. Il punto ¨¨ che in viaggi come questo bisogna sempre essere pronti ad ogni evenienza.¡±

navigazione quasi "old school"

¡ª ?

Per la navigazione, entrambi si sono affidati a navigatori satellitari Garmin definiti ¡°non recentissimi¡±. Quello di Davide ha quasi 10 anni ¡°ma funziona ancora bene - ci specifica ¨C anche se avevo comunque scaricato le mappe gratuite di tutto il Sud America da OpenStreetMap e le avevo messe su una micro Sd-card, tanto per averle sempre a disposizione. Abbiamo per¨° incontrato diversi motoviaggiatori di nuova generazione, per cos¨¬ dire, che riuscivano a fare tutto solo con il telefonino. Forse sono un po¡¯ antiquato io (sorride), ma per me, che mi ricordo le cartine geografiche cartacee di una volta, poter contare sul Gps ¨¨ gi¨¤ un enorme passo avanti¡±.

un messaggio di solidariet¨¤

¡ª ?

¡°N.e.w.s.¡± ¨¨ stata un¡¯avventura epica per i suoi due protagonisti, specialmente per quella sua connotazione di solidariet¨¤ che ha dato al tutto un sapore speciale: ¡°Incontrare tutti quei ragazzi con la sindrome di down mi ha suscitato tante sensazioni - annuisce Davide - ti rendi conto che con niente puoi regalare loro una felicit¨¤ immensa e che probabilmente ricorderanno per tutta la vita. Mi hanno fatto tante domande, erano molto curiosi, per me ¨¨ stato anche fin troppo emozionante. Credo che, ciascuno nel proprio piccolo, tutti dovrebbero cercare di regalare un sorriso a queste persone perch¨¦ spesso non costa nulla e per loro pu¨° valere tantissimo. A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati¡±.

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