RADICI MECCANICHE
Mitsubishi, Nissan, Subaru, Suzuki: i nomi delle case auto giapponesi
Seconda e ultima puntata del nostro viaggio nel Sol Levante alla scoperta delle case automobilistiche. Tra queste Nissan occupa un posto di rilievo, per storia e volumi: la scintilla si deve a un ingegnere - Yoshisuke Aikawa - che dopo uno stage in America agli inizi del Novecento, torna in patria e apre una fonderia nel 1909. In 25 anni, passo dopo passo, la sua holding Nihon Sangyo (¡°industrie giapponesi¡±, che diventer¨¤ subito Nissan) deterr¨¤ la maggioranza di ben 132 aziende, tra cui Nissan motors co. - fondata il 26 dicembre 1933 -, Hitachi e Nec: il meglio della tecnologia giapponese dell¡¯epoca. Ad Aikawa non mancavano certo lo spirito imprenditoriale e le ampie visioni: nei primi anni di attivit¨¤, la neonata Cas si concentr¨° nella fornitura di mezzi per l¡¯esercito imperiale, in pieno sviluppo, e nella realizzazione su licenza di auto americane (Graham-Paige) e britanniche (Austin). I primi modelli originali uscirono con marchio Datsun, azienda acquistata da Nissan che manterr¨¤ vivo il marchio sino al 1986. Salvo poi riprenderlo e rilanciarlo sul mercato nel 2013.
Il ruolo di Datsun
¡ª ?Il nome Datsun nasce dall¡¯unione di Dat (l'acronimo formato dalle iniziali dei cognomi dei tre soci fondatori: Kenjiro Den, Rokuro Aoyama e Meitaro Takeuchi) e dalla desinenza ¡°son¡± (piccolo, in giapponese) per la vocazione a produrre, sin dal 1914, vetture di piccole dimensioni. Nel 1933, il nome fu cambiato in Datsun poich¨¦ ¡°son¡± in giapponese oltre che piccolo pu¨° anche significare ¡°perdente¡± e il tocco internazionale ¡°sun¡± ben si addiceva al futuro, oltre che richiamare la nazione di appartenenza. Non a caso, il marchio storico della Datsun (scritta su sfondo blu, davanti al Sol Levante rosso in campo bianco, simbolo del Giappone) divent¨° la base per il marchio Nissan sino al secondo conflitto mondiale. Poi spazio al solo nome, sino al 1978 quando si rivide un piccolo sole per arrivare a un deciso cambio di rotta nel 2001 quando il cerchio vuoto, color argento, unito alla scritta divent¨° il logo della casa. Lo scorso marzo ne ¨¨ apparso un altro, che ha abbandonato l¡¯aspetto tridimensionale in favore di uno stile r¨¦tro e in 2D, come ultimamente fa tendenza tra i designer dei loghi per le Case. Ma al momento ¨¨ registrato solo nel Regno Unito, in Cile, in Argentina, in Per¨´ ed in Uruguay.
Il monte Fuji
¡ª ?Tornando a Nissan, va ricordato che nel 1937 lo stabilimento principale di Yokohama venne trasferito in Manciuria (territorio attualmente cinese ma in quei tempi occupato dal Giappone), creando di fatto la prima delocalizzazione dell¡¯automotive e impiegando manodopera locale, pi¨´ a buon mercato di quella giapponese. Questo peraltro coster¨¤ 20 mesi di prigione a Yoshisuke Aikawa e la perdita del ruolo, in quanto accusato dagli americani per crimini di guerra, nonostante si fosse sempre espresso contro il Giappone imperialista. Per i paradossi della storia, il boom della ¡°nuova¡± Nissan si deve proprio ai vincitori del conflitto: nel 1951 entrava in produzione un fuoristrada che utilizzava l'esperienza accumulata da Jeep durante il conflitto: il Nissan Patrol, superiore in molti elementi alla Willis e destinato a diventare una leggenda. Della casa giapponese fa parte anche Infiniti, brand premium nato nel novembre 1989, sostanzialmente per affrontare Acura (Honda) e Lexus (Toyota) sul mercato americano. Il logo ovale vuole rappresentare l¡¯infinito con il cuneo nella parte inferiore che stilizza il monte Fuji, uno dei simboli del Giappone.
Il caso Mitsubishi
¡ª ?Passiamo a Mitsubishi, che fa parte, insieme a Nissan e Renault, dell¡¯Alleanza ed ¨¨ uno dei rami d¡¯azienda della pi¨´ grande holding giapponese che tocca praticamente ogni settore: tanto per citare, la birra Kirin - notissima tra gli appassionati - ¨¨ prodotta da un¡¯azienda di Mitsubishi. Curiosit¨¤: la grande scalata del marchio, registrato nel 1875, anche se la fondazione risale a met¨¤ del XIX secolo per merito di una famiglia di proprietari terrieri nipponici, ha per soggetto le costruzioni navali, e un geniale imprenditore quale Yataro Iwasaki. Basti dire che in soli quattro anni l¡¯impresa fin¨¬ per possedere l¡¯80% delle imbarcazioni gestendo in pratica il commercio del Paese. Uno dei successori di Yataro Iwasaki, Hisaya Iwasaki, suddivise nel 1911 la societ¨¤ in quattro tronconi: i cantieri navali, le banche, le miniere e le assicurazioni. L'automobile fece capolino nel 1917 con la fabbricazione della prima auto giapponese (per la cronaca era la replica della Fiat Tipo 3A, quella del 1917 ovviamente) in serie ma cinque anni dopo si decise di dedicare le linee solo ad autobus e camion. E in definitiva, l¡¯azienda perse un po¡¯ la passione per le auto tanto che solo nel 1959 torn¨° a proporre al mercato una piccola berlina bicilindrica a 4 posti. Nel 1970 la produzione sino a quel momento affidata alla Mitsubishi heavy industries fu trasferita alla neonata Mitsubishi motors corporation, che ¨¨ la denominazione attuale.
Non sono diamanti
¡ª ?La storia del logo ¨¨ tra le pi¨´ originali dell¡¯automotive: ¨¨ l¡¯unione di tre foglie di quercia simbolo del clan Tosa, i primi datori di lavoro di Yakaro Iwasaki, e del simbolo della famiglia fondatrice, tre foglie di castagno. Il risultato furono tre ¡°castagne d¡¯acqua¡± che in Europa sono sempre state percepite come diamanti senza esserlo concretamente. ¡°Hishi¡± in giapponese indica le foglie di questa pianta ma al tempo stesso una forma romboidale. La fusione con ¡°mitsu¡± ossia ¡°tre¡± nella lingua nipponica port¨° al nome della casa con la ¡°h¡± che venendo pronunciata come una ¡°b¡± fin¨¬ per scomparire. Il concetto dei tre petali non ¨¨ casuale in quanto rappresentano i principi ispiratori: affidabilit¨¤, integrit¨¤, responsabilit¨¤ comune nei confronti della societ¨¤ e conoscenza dei popoli attraverso il commercio.
Tra stelle e fiumi
¡ª ?Un altro logo sicuramente suggestivo - mai ritoccato nella sostanza - ¨¨ quello di Subaru, parola giapponese che indica le Pleiadi, ammasso stellare noto anche come ¡°Le sette sorelle¡±. Le stelle del marchio sono solo sei (una grande e cinque piccole) perch¨¨ rappresentano le cinque aziende meccaniche che nel 1953 diedero vita a Fuji heavy industries, azienda le cui origini vanno rintracciate nel 1915. Subito venne creata la divisione motoristica Subaru che l¡¯anno dopo debutt¨° sul mercato con la berlina 1500. ? il periodo dove cresce anche Daihatsu, oggi di propriet¨¤ Toyota, che dal 2013 ¨¨ assente dal mercato europeo: la denominazione ¨¨ del 1951 ma ¨¨ la pi¨´ antica casa automobilistica del Giappone, essendo stata costituita nel 1907 con il nome di Hatsudoki seizo co. Il nome Daihatsu deriva dalla combinazione in giapponese tra Osaka, il luogo dove la fabbrica era locata, e ¡°produzione di motori¡±. Non meno suggestiva l¡¯origine del marchio Isuzu, che nella denominazione attuale risale al 1949, mentre le origini dell¡¯azienda sono del 1916 e il primo modello del 1922. Isuzu ¨¨ il grande fiume che scorre nel santuario di Ise e a cui sono dedicate molte canzoni e poesie della tradizione giapponese e significa letteralmente ¡°cinquanta campane¡±.
Tutto in famiglia
¡ª ?Chiudiamo con Suzuki, azienda a ¡°gestione familiare¡± - anche se la cosa pu¨° far sorridere - nel suo primo secolo di attivit¨¤ e nata nel 1909 come produttrice di macchine tessili. Michio Suzuki, ex-carpentiere con la fissa della tecnologia, capisce che bisogna guardare oltre e fonda nel 1920 Suzuki loom manufacturing company, con l¡¯obiettivo di modernizzare i telai e il sogno di costruire veicoli. Nel 1937, prende forma il primo prototipo ma da l¨¬ a poco il Giappone entrer¨¤ in un¡¯era pre-bellica dove bisogna pensare ad altro. Nel faticoso dopoguerra, la vera intuizione del successore - Shunzo Suzuki - ¨¨ utilizzare le competenze meccaniche acquisite nello studio del moto alternato dei telai per progettare nel 1952 la prima bicicletta a motore. Seguiranno le motociclette e dopo la trasformazione di Suzuki loom in Suzuki motor company nel 1954, ci sar¨¤ il primo lancio di una vettura: la Suzulight che disponibile anche nella variante furgone, porta la neonata Casa al secondo posto tra i produttori di veicoli dietro alla Honda! Nel 1958, sulle Suzuki compare come logo la ¡°S¡± stilizzata che ancora oggi distingue le vetture di Hamamatsu. Come detto, la famiglia ¨¨ ancora in prima fila: l¡¯attuale chairman ¨¨ Osamu Suzuki che cita sempre la frase del fondatore: ¡°Se il cliente ha bisogno di qualcosa, faremo tutto quello che possiamo per soddisfarlo. Se lavoriamo duramente, possiamo fare qualsiasi cosa¡±.
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