LA STORIA
Dal calcio al taekwondo: la storia di Stefania, primo 6¡ã dan in Italia con la sindrome di Asperger
"I limiti sono un po¡¯ come gli ostacoli, nascono per essere superati. Non provarci ¨¨ uno spreco di tempo". Stefania Monaco ha compreso il concetto e ci ha sempre provato, senza mai tirarsi indietro. Nata il 20 marzo del 1981, vive a Segrate (Milano), ha la sindrome di Asperger ed ¨¨ una donna da record. Gi¨¤ nel 2014 era stata la prima in Lombardia a ottenere il titolo di maestro nel taekwondo. Ora, superato l¡¯ultimo esame federale, ha conseguito il grado rilasciato dalla Fita come 6¡ã dan. Il primo in Italia di una persona con la sua sindrome. "Mi tocca faticare il doppio, ma i risultati prima o poi arrivano¡".
COS¡¯? LA SINDROME DI ASPERGER - La Sindrome di Asperger ¨¨ un disturbo pervasivo dello sviluppo. ? considerata dagli studiosi come una forma di autismo pi¨´ lieve (in gergo, ad alto funzionamento), che si distingue per la presenza di compromissione qualitativa nell¡¯interazione sociale, modalit¨¤ di comportamento, interessi e attivit¨¤ ristretti, ripetitivi e stereotipati senza ritardi clinicamente significativi del linguaggio, dello sviluppo cognitivo o di capacit¨¤ di autoaccudimento adeguate all¡¯et¨¤. "Per chi ha la sindrome di Asperger - spiega Stefania - la difficolt¨¤ pi¨´ grande ¨¨ farsi capire. Noi chiamiamo gli altri ¡®neurotipici¡¯, definendoci ¡®neurodiversi¡¯, perch¨¦ spesso ¨¨ difficile far intendere cosa proviamo in determinati momenti. Magari un amico si arrabbia quando non chiamiamo mai, ma la nostra non ¨¨ cattiveria. ? solo che non ci viene, non ne sentiamo il bisogno perch¨¦ non ci relazioniamo come tutti. Da piccola, una delle cose che pi¨´ mi feriva era quando mi dicevano ¡®Sei strana¡¯. Mi faceva star male, oggi ci passo sopra".
LA STORIA DI STEFANIA MONACO - Stefania si avvicina allo sport da bambina e l¨¬ trova la sua strada: "Ero un po¡¯ una scimmietta (ride, ndr). Facevo casini, mi arrampicavo sugli alberi e volevo sempre giocare, mi piaceva il calcio. Vedevo mio cugino pi¨´ grande matto per il pallone e provavo ad andare con lui, ma verso i 16 anni ho scoperto il taekwondo vicino alla mia scuola di Milano. Ho fatto una prova, mi ¨¨ piaciuto e ho chiesto a mia madre di iscrivermi. ? stato amore a prima vista".
IL TAEKWONDO - L¡¯arte marziale nata in Corea due millenni fa ¨¨ fondamentale nel percorso di crescita di Stefania: "Mi ¨¨ stata utile perch¨¦ fissa delle regole precise e tutti devono rispettarle. La disciplina ¨¨ totale, nel taekwondo non esistono sgarri, non ci sono bulli come a scuola. Ci sono regole precise, dal saluto all¡¯ordine totale, visto che in quel microcosmo ognuno sa qual ¨¨ il proprio posto. Per persone con la mia sindrome ¨¨ quindi importante perch¨¦ si arriva in un posto in cui si ¨¨ come tutti gli altri, senza il bisogno di interpretare cosa succede intorno. ? uno sport capace di mettere a proprio agio¡". E di lasciare in un angolo, almeno per un po¡¯, la fatica della quotidianit¨¤. Un calcio dopo l¡¯altro. "In palestra e in gara sto sempre bene, la cosa pi¨´ difficile ¨¨ il contorno. Il mondo esterno, dalla scuola al lavoro, spesso condiziona. Andare a fare allenamento dopo una giornata faticosa permette per¨° di liberare la testa. Tutto il resto rimane fuori¡".
IL MESSAGGIO - Con coraggio e perseveranza, Stefania ha imparato a vincere le sfide. Oggi si occupa di dati in un¡¯azienda di brokeraggio e nel ripercorrere il suo viaggio ringrazia i maestri che l¡¯hanno seguita dal suo primo ingresso in palestra: "? merito loro se non ho mai mollato. Raggiungere il 6¡ã dan ¨¨ stato per me un grande traguardo, un po¡¯ come il giorno della laurea (in Scienze motorie, ndr) nel 2008". Il messaggio lanciato ¨¨ chiaro: "Spero che la mia storia possa essere un esempio per tutti i ragazzi che hanno paura di provarci. Mi rivolgo soprattutto ai genitori. Incoraggiate i vostri figli a fare sport, le sfide fanno parte della vita. Anche se serve un po¡¯ di fatica in pi¨´, il risultato risarcisce".
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