ALIMENTAZIONE
Longevit¨¤ sportiva come Ibra? "Questione di fisico ma soprattutto di testa"
Il segreto di una longevit¨¤ sportiva come quella di Zlatan Ibrahimovic? "Corpo ma anche testa, una vita morigerata e un¡¯alimentazione equilibrata. E soprattutto conoscere se stessi": a dirlo ¨¨ il dottor Cristiano Fusi, medico dello sport e primario di riabilitazione agli Istituto Clinici Zucchi di Monza.
"Certo, non tutti gli organismi e le persone sono uguali. Conta anche la predisposizione genetica. Ma la testa ¨¨ fondamentale e aiuta soprattutto con il passare del tempo¡±, spiega il dottor Fusi. Una testa presente ed una consapevolezza che si abbinano ad uno stile di vita equilibrato:?"Mangiare in modo corretto e variato permette di avere una vita attiva e sportiva senza necessit¨¤ di integratori: la natura d¨¤ tutto quello che occorre. E questo anche se si pratica a livello agonistico. Solo nel momento della preparazione di una gara magari si possono assumere integrazioni, ma nella quotidianit¨¤ meglio di no". Una alimentazione sana ¨¨ data dalla dieta mediterranea e prevede "carboidrati ogni giorno, ma mai la sera", chiarisce Fusi.
Il cibo sano, per¨°, non basta. Nel caso di Ibrahimovic ci sono gesti come lo stretching prima delle partite o le vasche nell¡¯acqua ghiacciata dopo le performance che aiutano, ma anche uno stile di vita morigerato,?"senza eccessi, che si tratti di alcolici o di serate in giro. Perch¨¦ anche il sonno ¨¨ importantissimo. Il riposo e il recupero hanno lo stesso valore di una prestazione", sottolinea.
Ci sono sport meno usuranti che permettono una maggiore longevit¨¤ sportiva? "Sicuramente gli sport di squadra concedono tempi di recupero durante lo sforzo fisico, perch¨¦ si condivide la prestazione agonistica - spiega Fusi -. Anche la corsa, nonostante abbia conseguenze a livello di ginocchia, permette di andare avanti con l¡¯et¨¤. Questo ovviamente se si ha avuto modo di curare il proprio corpo". Ma soprattutto una cosa ¨¨ fondamentale per garantirsi una longevit¨¤ sportiva: "Conoscersi ed imparare a capire i segnali che manda il proprio corpo, senza arrivare ad eccedere o ad infortunarsi, comprendendo la differenza tra fastidio e dolore - sottolinea Fusi - . Il nostro miglior medico sportivo siamo noi stessi".
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