La Juve, la Samp, le sparizioni, la depressione. Ma finalmente Ihattaren è tornato a fare gol

Quella di Mohamed Ihattaren è la storia di un ragazzo di cristallo, nel cuore e nella testa, in continua lotta con il proprio io. Un trequartista dal talento sconfinato imprigionato dentro non si sa che sbarre, frenato da chissà quali fantasmi. Se si cerca il suo nome su Google si trova di tutto: casi di violenza domestica, fughe, sparizioni, litigi, squadre che non lo trovano più e che gettano la spugna. Si parla di ogni cosa, fuorché delle sue gesta in campo. Finora resta un grande ‘what if’, ma ha ancora 22 anni e tutto il tempo per cambiare la sua storia. Aiutato da una classe fuori dal comune. Infatti, chi lo ha visto giocare da ragazzo in Olanda, assicura che fosse di un altro pianeta. Dominante, anche sotto età. Al punto che Mino Raiola lo prende sotto la sua ala.?

Gli anni a venire di Ihattaren sono una cascata che è continuata a scorrere inesorabilmente verso il basso. Il calvario del centrocampista prosegue infatti dopo il lockdown. In quel momento Ihattaren è la stella del Psv ed è considerato l’astro nascente del calcio olandese. Ma si perde. Al rientro in campo dalla pandemia si presenta con un qualche chilo di troppo e subisce il campo di allenatore. Al Psv infatti Schmidt, sergente di ferro, poco incline a chi tende a uscire fuori dai binari. Manco a dirlo, non si piacciono. Il Psv getta la spugna, dopo l’ennesimo problema, la centesima bravata. Basta. E quindi lo vendono alla Juve per meno di 2 milioni di euro. Una cifra irrisoria visto il talento e il potenziale, ma che poteva già far intuire quanto stesse precipitando la situazione.

Prova a tornare in condizione, ma con Ten Hag non c’è feeling, anzi dopo un paio di mesi arriva la stoccata finale: “chi non corre, con me non giocherà mai”. Mohammed si butta ancora più giù. Gioca qualche sprazzo con lo Jong Ajax (la formazione giovanile) e punge anche, fa rivedere lampi di quel giocatore che fu e che nessuno dal punto di vista del talento ha mai osato discutere. Il problema è sempre stato tutto il resto. Nel suo caso fragilità e problemi hanno sempre vinto facile sulla sua classe. Finendo per oscurarla. Ad aiutarlo ci hanno provato in tanti, da Raiola a Sneijder. Anche Wes, infatti, dopo averci provato ha mollato. “? stato serio due giorni, poi ha ricominciato a fare di testa sua. Ci ho chiuso”. Sentenza. Condivisa da tutti, purtroppo. Poi, nei mesi a venire, dello Ihattaren calciatore si è saputo sempre meno, mentre è finito molto spesso in copertina per vicende extra campo. Accuse di violenza domestica, di minacce alla sua compagnia. Storie poco chiare e molto poco felici, che col calcio non c’entrano niente ma che fotografano tutto l’inferno vissuto da un ragazzo di vent’anni nelle ultime tre stagioni. Chissà che quello con l’Heerenveen non sia un segnale per far tornare finalmente il sereno.